Opinioni
22 agosto, 2025I piani spaziali di Pechino mostrano i nuovi equilibri. Perché la corsa al Satellite non è più solo un simbolo
Per millenni la Luna è rimasta sullo sfondo, un simbolo poetico e scientifico, più che un obiettivo strategico. Oggi invece il suo volto cambia: da satellite che ispirava versi e canzoni o che animava le notti insonni degli astronomi, diventa terreno di scontro di una geopolitica che si misura non più soltanto sulla Terra, ma nello spazio. Uno scenario inimmaginabile, non disegnato dalla fantascienza, bensì dominato dalla diplomazia, dalla tecnologia, dalle risorse e, in ultima analisi, dal potere.
La copertina di questa settimana la dedichiamo alla “Luna cinese”, perché è da lì che bisogna partire per capire come stanno cambiando gli equilibri mondiali. La Cina, con il suo programma spaziale metodico e silenzioso, ha accumulato un vantaggio concreto rispetto agli Stati Uniti e all’Europa. Missioni robotiche di successo, lander operativi, progetti di basi permanenti: Pechino procede con un passo costante, quasi militare. Intanto il programma Artemis della Nasa, che avrebbe dovuto riportare astronauti sul suolo lunare entro il 2027, continua a inseguire date e rinvii. Tanto che qualcuno negli Stati Uniti ha iniziato a parlare più di Marte che della Luna. Una fuga in avanti per non ammettere di essere già in ritardo?
Eppure, di fronte all’avanzata cinese, anche Washington si riorganizza: la Nasa annuncia di voler anticipare al 2026 il nuovo traguardo lunare, cercando di recuperare terreno con alleanze internazionali e con uno sforzo tecnologico accelerato. Ma resta la domanda: qual è la vera strategia dell’America? Segue Pechino, la rincorre, o la evita puntando più lontano?
Il Polo Sud lunare è il nuovo Golfo Persico dello spazio. Le sue riserve di ghiaccio non sono solo un dettaglio geologico: sono acqua potabile, ossigeno, carburante. Sono la condizione necessaria per trasformare la Luna da semplice roccia orbitante a base logistica permanente per l’umanità. Chi controllerà quelle risorse avrà un vantaggio strategico enorme nella futura colonizzazione spaziale.
E qui entra in gioco anche l’Italia. Sì, perché nel nuovo scacchiere lunare il nostro Paese, attraverso l’Agenzia spaziale italiana, gioca una partita di primo piano. A Torino si progetta il modulo abitativo lunare Mph, un habitat versatile, pensato per resistere alle condizioni estreme del suolo lunare. Non un dettaglio marginale, ma un contributo decisivo per la presenza umana stabile su quel satellite.
Certo negli anni Sessanta nessuno avrebbe potuto immaginare un simile scenario. Allora la corsa alla Luna era una gara di prestigio tra due superpotenze, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Oggi è molto di più: è un gioco di potere, economico e tecnologico, che riguarda le risorse, i mercati futuri e la supremazia strategica.
Dallo spazio, insomma, potrebbe passare la nuova geografia del potere globale. La Cina lo ha capito per prima, e, come bene spiega la nostra inviata a Hangzhou, Federica Bianchi, investe su tutte le frontiere: dall’intelligenza artificiale alla robotica, dalle batterie elettriche alla difesa, fino alla corsa spaziale. Gli Stati Uniti reagiscono con la forza delle alleanze e delle innovazioni. L’Europa cerca un ruolo da protagonista e non solo da gregario. E l’Italia, questa volta, ha l’opportunità di esserci, non da spettatrice ma da protagonista.
La Luna, dunque, non è più un traguardo da conquistare per piantare una bandiera, ma il punto di partenza di una nuova sfida planetaria. Il primo atto di una storia che, inevitabilmente, avrà poi il suo prossimo capitolo su Marte.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Luna cinese - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 22 agosto, è disponibile in edicola e in app