Opinioni
7 agosto, 2025La descrizione del modulo prefabbricato del Piano Carceri è di una comicità smisurata
L’appello di Mattarella e la sollecitazione del Presidente del Senato per interrompere la spirale di tragedia che avvolge le carceri italiane sono caduti nel vuoto. Peggio. I provvedimenti usciti da un Consiglio dei ministri straordinario provocano un vero sconcerto e un sentimento di desolazione. Le promesse sono sempre le stesse, ripetute stancamente: limitare le presenze in custodia cautelare, rimpatrio dei detenuti stranieri, trasferimento dei “tossicodipendenti” in comunità chiuse.
Sullo sfondo viene evocato il progetto taumaturgico del commissario per l’edilizia penitenziaria che segnerà un ennesimo fallimento. Infatti la Corte dei Conti è feroce nel giudizio sulle realizzazioni, sui costi e sulle modalità di gestione del Piano Carceri (deliberazione del 18 aprile 2025, n. 42/2025/6).
L’indagine in maniera lapidaria rileva: «La costruzione di nuove carceri e la ristrutturazione e l’ampliamento di quelle esistenti assorbono ingenti risorse finanziarie, ma non riescono a migliorare, in modo tangibile le condizioni di vita dei detenuti, a causa del continuo aumento del loro numero».
Dall’analisi dei dati riportati si desume «l’eccessiva mutevolezza delle scelte programmate e la conseguente precarietà delle relative assegnazioni di fondi». L’irrazionale gestione dei fondi ha provocato una spesa tre volte superiore all’importo originariamente previsto.
La novità. Un capitolo a parte è quello dei moduli prefabbricati da inserire nei pochi spazi verdi degli Istituti esistenti. La descrizione ufficiale del modulo prefabbricato in calcestruzzo è davvero esilarante, una comicità non voluta ma smisurata. Ogni blocco di detenzione conterrà 24 posti. Una prima mandata di quattrocento moduli in via sperimentale per 384 posti, ciascuno dei quali costa 83.000 euro. Il costo totale è di 32 milioni di euro per 384 posti. L’obiettivo è 1.500 moduli da realizzare gradualmente. Avanguardia edilizia di un programma da cui si attende di poter realizzare 7.000 nuovi posti in tre anni a partire dal 2025.
Un modulo potrà contenere 6 celle con 4 posti letto e un bagno dotato di un boiler (protetto da gabbia antivandalo); l’arredo è composto da un tavolo monoblocco in metallo assemblato per resistere ai tentativi di scardinamento e con quattro sgabelli incorporati fissati al pavimento. Un carcere dentro il carcere con una recinzione metallica di adeguata robustezza e di una altezza di almeno cinque metri.
Altro che panottico, si creano container per l’ammassamento di corpi con un progetto necrofilo. Tutta la procedura è affidata a Invitalia. Il banchetto può iniziare, ricordo che negli anni Novanta del secolo scorso feci scoppiare lo scandalo delle carceri d’oro. Bisognerà bloccare questo scempio. Esiste un progetto alternativo con tante proposte per rendere il carcere una extrema ratio e realizzare i principi della Costituzione, eliminando la detenzione sociale e prevedendo il numero chiuso e le case di reinserimento sociale: incentivare le misure alternative al momento della cognizione con un piano di housing sociale, chiudere le case lavoro per internati, un esempio di archeologia criminale di stampo fascista, imporre l’applicazione della sentenza 99 della Corte costituzionale per una detenzione terapeutica per le persone con problemi di salute mentale e infine realizzare un piano per garantire il diritto alla affettività. Umanità contro barbarie.
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