Ci sono cose che non si possono comprare. Per tutto il resto c'era Silvio Berlusconi. Disposto a sborsare un vero tesoro, pur di non far emergere la vera natura delle cosiddette "cene eleganti" che organizzava ad Arcore: secondo la Procura di Milano, infatti, l'ex presidente del Consiglio avrebbe versato ben 10 milioni di euro in cambio dei silenzi e delle bugie delle sue ospiti, in un vortice crescente sfociato in qualche caso perfino in minacce e ricatti.
Bonifici, assegni circolari, automobili e ville in regalo, rate dell'affitto, finti contratti di lavoro, spese mediche e moltissimi pagamenti in contanti: c'è un intero campionario di benefit nella ricostruzione che la Procura di Milano ha effettuato nell'ambito dell'inchiesta Ruby-ter, scaturita delle false dichiarazioni rese a processo dalle testimoni della difesa di Berlusconi, Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora.
Ecco chi sono e quanto avrebbero ricevuto in cambio delle loro menzogne.
Si va dai 7 milioni destinati a comprare il silenzio di Ruby ai 235 mila dati a Barbara Guerra che, dopo aver ritirato la sua costituzione di parte civile, davanti ai mancati compensi diceva all'ex premier che era «stanca di essere presa per il culo»; dai 150 mila di Iris Berardi, che si rese irreperibile per evitare la notifica dell'invito a comparire in udienza come teste, ai 240 mila dell'ex valletta Alessandra Sorcinelli, che implorava l'aiuto economico di Berlusconi: «Siamo nella merda, non possiamo neanche prelevare dai nostri conti».
Una costosissima opera di presunto insabbiamento che adesso ha portato i sostituti procuratori Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, coordinati dall’aggiunto Pietro Forno, a chiedere il rinvio a giudizio con le accuse di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza per Berlusconi e le sue ospiti: quelle che davanti ai giudici hanno sempre derubricato il bunga bunga a una semplice barzelletta, negato il contenuto erotico dei dopo cena presidenziali e le relative ricompense, come invece confermato da numerosi riscontri evidenziati dalla Procura.
I circa 10 milioni, versati secondo l'accusa per comprare le testimoni, rappresentano solo il tesoretto elargito mentre erano già in corso a processi i processi principali: quello che vedeva imputato Berlusconi, che il cosiddetto Ruby-bis a carico di Mora, Minetti e Fede. Ma per calcolare il costo completo del "sistema bunga-bunga" occorrerebbe sommare anche tutti i soldi che l'ex premier ha erogato nel corso degli anni (e delle cene) alle sue ospiti.
Una prova decisiva della presunta corruzione, secondo l'accusa, viene dalle video-registrazioni in cui Barbara Guerra e Iris Berardi chiedono al telefono denaro a Berlusconi dopo essere state chiamate a testimoniare. Auto-intercettazioni trovate nei loro cellulari nel corso delle perquisizioni e sulle quali pende da ottobre al Senato la richiesta di autorizzazione all'utilizzo.
Gli atti giudiziari, fra l'altro, smentiscono anche la tesi della persecuzione politica da parte della Procura di Milano, avanzata da vari esponenti di Forza Italia a difesa del loro leader: quella di indagare sulle false testimonianze, infatti, non è stata una decisione autonoma degli inquirenti, ma una precisa richiesta dei giudici di due diversi collegi del tribunale.
Assolto con formula piena dalla Cassazione sia per la prostituzione minorile di Ruby che per la telefonata in Questura in cui per farla rilasciare affermò che era la nipote di Mubarak, Berlusconi è dunque a un passo da un nuovo processo. Il tutto, mentre si attendono a breve le motivazioni della sentenza con cui della Suprema Corte che a settembre ha disposto un nuovo processo d'appello per Fede e la Minetti. Motivazioni che potrebbero avere ripercussioni anche su questo terzo filone d'indagine.