È una canzone che cantano allo stadio", spiega Ferrara: "Io non amo la violenza, ma racconto la realtà. E la realtà è anche violenza, odio e distruzione. Non sono una formica dispersa, mi sento parte della società e reagisco a ciò che è attorno a me. Leggo i giornali e medito. Da dove viene tutta questa violenza e come dobbiamo comportarci? Rispondere al fuoco con il fuoco o arrenderci?". Per questo Ferrara ha scelto un appartamento nei rioni popolari, anche se, confessa, adesso ha deciso di lasciarlo: "Nei Quartieri Spagnoli è tutto molto bello, ma ho paura di camminare. La mia compagna Shanyn Leigh teme di essere aggredita. E a ogni passo rischi di essere investito e ucciso. È incredibile vedere tutti questi ragazzini, poco più che bambini, sfrecciare in tre su un motorino, senza casco".
Il film è in continuo divenire: "Avevamo cominciato a girare un documentario nel carcere femminile di Pozzuoli. Mi ha molto colpito, nei racconti delle detenute, l'assoluta mancanza di speranza nel futuro. Così abbiamo pensato di ampliare la visuale, uscendo dalla prigione. Siamo andati nelle periferie da dove provengono queste ragazze: Secondigliano, Scampia, San Giovanni a Teduccio. E infine abbiamo compreso che le sole interviste non bastavano, bisognava inserire delle fiction ispirate da quelle parole".
Outsider per vocazione, una fama di regista scomodo ma di successo, Ferrara ha scelto di realizzare questa nuova opera con un piccolo produttore indipendente. Luca Liguori, napoletano, 38 anni, è al secondo film (il primo, 'Sotto la stessa luna', è stato girato nel campo rom di Scampia): "Luca è un mio amico. E poi è napoletano. Con chi altro dovevo farlo?". Ferrara confida che a Napoli vorrebbe restare a lungo: "Perché le mie radici sono queste. Sono cresciuto a New York, ma in un quartiere molto napoletano. La mia famiglia, i miei nonni, i miei zii, i miei vicini di casa, tutti parlavano napoletano e cucinavano cibi napoletani. Solo a scuola sentivo parlare inglese". E infatti ruota su Napoli anche il futuro prossimo del regista: "Voglio girare un film tratto da 'Pericle il Nero' di Giuseppe Ferrandino. Vorrei girarlo tutto in dialetto e mi piacerebbe avere Riccardo Scamarcio per il ruolo principale. Poi scriverò una storia su mio nonno, che partì da Sarno e si imbarcò per New York".