Un esercito di dipendenti. Sedi all'estero. Ecco come l'agenzia pubblica del turismo fa spese discutibili mentre il settore è in piena crisi

Le due Mercedes sono parcheggiate sotto la sede dell'Enit di via Marghera, a Roma. L'agenzia pubblica del turismo che dovrebbe promuovere l'Italia preferisce le berline tedesche alle nostrane Alfa e ha stanziato 130 mila euro per noleggiare queste Classe E fiammanti con tanto di conducente pronto a servire con priorità il presidente Matteo Marzotto e il direttore generale Eugenio Magnani. L'ultimo lusso di un periodo pieno di spese discutibili: 600 mila euro per la fiera religiosa del Vaticano, 197 mila euro per le Olimpiadi di Pechino e 230 mila per l'imperdibile rivista dell'Enit.

Per non parlare di altre quisquilie come un pranzo da 850 euro offerto dal direttore Magnani a otto dirigenti e spesato per errore come incontro con i tour operator. E poi ancora vini e piccoli regali pagati con il fondo 'pubbliche relazioni'. A via Marghera si largheggia mentre il turismo vive la sua crisi più nera: il Paese è precipitato in pochi anni dal terzo all'ottavo posto. Le immagini della Campania coperta dai rifiuti hanno lasciato il segno e il Sud registra un calo del 17 per cento. Una Caporetto.

Qualsiasi paese avrebbe reagito con una valanga di spot all'estero, ma l'Enit - che pure costa 50 milioni di euro all'anno - non è riuscita a predisporre una degna controffensiva. A tal fine, a febbraio era partita una gara da 10,7 milioni, ma non è mai approdata per cavilli, ricorsi e stop burocratici. Il Tar si esprimerà il 20 novembre e molti scommettono che l'appalto alla fine andrà all'agenzia Publicis, che ha già vinto la campagna 2007 da 8 milioni, prorogata senza gara dal direttore generale Eugenio Magnani (per altri 250 mila euro).
Ad aprile il consiglio si era riunito addirittura a Napoli, annunciando "il grande rilancio". Non se ne è saputo più nulla. In compenso due mesi prima a Roma il cda ha deliberato un aumento del 70 per cento dello stipendio di Magnani fino a 190 mila euro (compreso il premio di produzione) e ha varato un aumento di capitale da 89 mila euro per la controllata Promuovi Italia, guidata dal vicepresidente Enit, Enrico Paolini, che è anche vicepresidente della giunta abruzzese e che ha annunciato nel 2007 di voler usare i fondi di Promuovitalia per portare il turismo americano a Pescara.

Il cda si riunisce ancora il 23 luglio, con gli alberghi italiani sempre più vuoti e l'emergenza rifiuti che imperversa, ma la testa è lontana, alle Olimpiadi. In tutta fretta Enit affida senza gara all'agenzia Assist dell'amico di Marzotto, Gianni Prandi, un appalto da 300 mila euro (poi ridotti a 197 mila) per la partecipazione a Casa Italia, il villaggio del Coni a Pechino. Nel pacchetto sono previsti viaggi per i dirigenti, stand, meeting con gli operatori e spot in tv. Ad agosto volano in business Marzotto (appena nominato) e Magnani più due suoi impiegati. Le spese non sono finite: il 31 luglio, nonostante l'Opera romana pellegrinaggi, guidata da Camillo Ruini, sia un ente florido ed esentasse, l'Enit delibera 500 mila euro più Iva per partecipare alla sua fiera del turismo religioso. Più altri 100 mila per la partecipazione ad Aurea, altra fiera che parte il 20 novembre a Foggia sotto la benedizione di Padre Pio e del consigliere pugliese Enit, Massimo Ostilio.

Per il rilancio del turismo resta poco. I 50 milioni del finanziamento pubblico se ne vanno in gran parte per i 250 dipendenti, metà in sede e metà all'estero (costano 16 milioni) per non parlare della rete estera (una dozzina di sedi più otto osservatori) e del cda con 16 consiglieri (il sottosegretario Brambilla vuole ridurli a nove). Le delibere spendaccione risalgono a prima della nomina di Marzotto, che però talvolta ne ha usufruito e le difende. Il rampollo della dinastia tessile, fama di seduttore ed ex presidente di Valentino, per ora ha avanzato una richiesta morigerata: 90 euro per l'abbonamento a un sito Internet che - nel suo genere - è il numero uno. Non Usa Today, ma Dagospia.