Una ghiottissima torta da 251 milioni 940 mila euro. Una valanga di appalti assegnati a personaggi e società illustri, in cambio, sperano i vertici della televisione pubblica, di ascolti strepitosi. Questo, in sintesi, è il contenuto del documento riservato che ha per titolo "Rai Fiction: bozza globale del piano di produzione 2010". L'anticipazione delle prossime serie televisive, certo, ma anche una mappa del potere catodico nell'era del Berlusconi IV.
Esempio perfetto, di questa spartizione intrecciata sul tavolo del direttore Fabrizio Del Noce, sono i 30 milioni di euro stanziati per la Lux Vide spa, casa di produzione creata da Ettore Bernabei (direttore generale in Rai dal 1961 al '74) oggi operativa con due protagonisti. Il primo è il presidente del consiglio di amministrazione Matilde Bernabei, figlia di Ettore e moglie del direttore di Rai Educational e Rai Storia Giovanni Minoli, il quale è anche il responsabile editoriale di "Agrodolce", soap prodotta da Einstein Fiction, che costa chiavi in mano a Rai e Regione Sicilia 22 milioni 700 mila euro.
Il secondo punto forte della Lux, invece, è il super consigliere Tarak Ben Ammar, ex membro del cda Mediaset, socio di Silvio Berlusconi nella società Quinta Communication e in Nessma tv, network tunisino visto da 100 milioni di spettatori. Con queste solide premesse, Lux Vide fornirà a Raiuno la serie "L'uomo dei boschi" (costo per 100 minuti di prodotto: 1 milione 400 mila euro), la fiction "Che dio ci aiuti" e "Rinascimento". Un pacchetto di cui non può lamentarsi, visto che nel 2009 le sue produzioni ammontavano "solo" a 22 milioni 930 mila euro.
Stesso discorso valido, d'altronde, per Endemol Italia spa, che passa dagli 8 milioni 400 mila euro del 2009 ai 22 del nuovo piano. Una soddisfazione, per l'amministratore Paolo Bassetti (fratello di Marco, presidente del gruppo Endemol e marito del sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi). Ma un'ottima notizia anche per Leonardo Pasquinelli, vice presidente di Endemol Italia, che nelle tv del premier è stato produttore e capostruttura. Tutti insieme, questi talenti cresciuti negli anni Ottanta, realizzeranno per Raiuno la serie "Rosso San Valentino", di cui Endemol non parla «perché in fase di progetto », ma che dal piano di produzione risulta costare 800 mila euro ogni 100 minuti, ed essere composta da 13 puntate. Totale: 10 milioni 400 mila euro. «Qui la crisi non si sente», ironizza uno dei produttori beneficiati: «Anzi, in tempi di vacche magre, si insiste a premiare chi è ben visto dal premier». Un commento, aggiunge, rivolto in particolare alla De Angelis film production and distribution (Dap srl) di Guido De Angelis, l'uomo al quale Berlusconi si è affidato nel 2007 per far lavorare cinque amiche attrici, e a cui si è rivolto anche l'ex direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, per valutare l'inserimento di Elena Russo (sempre indicata dal Cavaliere) nella serie "Incantesimo". Bene: oggi, il produttore De Angelis può contare sui 9 milioni di euro (un milione ogni 100 minuti di prodotto), che la Rai gli paga per sei puntate del "Commissario Nardone", poliziotto all'opera tra le brume milanesi.
Dopodiché tutto è possibile, nel palazzo di viale Mazzini. Anche che un direttore navigato come Del Noce, dall'estate 2008 in carica alla Fiction, capisca che la partita è delicata e la gestisca con estrema cautela, in attesa di cambiare ufficio o azienda. Anche perché, attorno alla sua poltrona, è in corso un tira e molla che vede dauna parte il premier Berlusconi, il quale vorrebbe a tutti i costi Carlo Rossella, oggi presidente della sua Medusa Film, e dall'altra il direttore generale della Rai Diego Masi, poco propenso all'ipotesi Rossella (anche per bagatelle, dicono, extra lavoro). Non a caso, sempre Masi si è mosso in altre direzioni: prima invitando l'ex direttore del Tg1 Clemente J. Mimun a sostituire Del Noce («Risposta: no grazie», spiega Mimun oggi direttore del Tg5). Poi lavorando, dice qualcuno, per un suo interim alla fiction con l'aiuto di Michele Lo Foco, avvocato esperto di diritto degli audiovisivi nel cda di Rai Trade. Un tormentone, questo, che finirà quando finirà. Nel frattempo, centinaia di milioni vengono distribuiti ai soliti produttori.
Come la Ciao Ragazzi di Claudia Moroni, alias Claudia Mori, alias giudice su Raidue di "X Factor", alias moglie dell'ex prima serata di Raiuno Adriano Celentano, che entrata nel business fiction sull'onda del divo-marito (oggi in volo verso Sky) incassa dalla tv di Stato 13 milioni 600 mila euro (dopo i 4 milioni 800 mila del 2009) per due puntate su Enrico Caruso e per il serial "Un corpo in vendita" sulle violenze alle donne. Prodotti degni, pare, anzi degnissimi. Come lo saranno, forse, le avventure de "La strana coppia" (Claudio Insinna e Nino Frassica) e la fiction "Il capitano 3", che frutteranno 9 milioni di euro alla società Ldm Comunicazione di Daniele Di Lorenzo.
Ma alla fine, qualità o non qualità, il discorso che spunta è sempre lo stesso: «Tutti sanno che Ldm è vicinissima all'ex Alleanza nazionale», spiega un dirigente Rai: «Per giunta, è già scoppiato uno scandalo, anni fa, quando Ldm stava ottenendo dalla Rai un contratto "a volume" (ovvero a pacchetto e non a progetto) da 100 milioni di euro. Eppure tutto continua come sempre, senza nessun problema...». Capita anche, in questo clima, che i signori della fiction cambino più volte ruolo e biglietto da visita. Com'è successo a Massimiliano Gusberti, ex vice direttore di Rai Fiction in epoca Saccà, poi andato in pensione, poi passato a lavorare per il produttore Palomar, poi richiamato a collaborare con la fiction Rai. «Un amico», lo definiscono in Palomar. E intanto brindano ai 17 milioni 500 mila euro che incasseranno, stando alla bozza del nuovo piano, per la fiction in 13 puntate di Raidue "Napoli- Bombay" e per il serial in sei puntate di Raiuno "Il giovane Montalbano". Quattro milioni e mezzo in più, rispetto allo scorso anno