E' a rischio "parla con Me", il programma di Serena Dandini che doveva riprendere la prossima settimana. Nella riunione che doveva decidere sulla trasmissione infatti il cda della Rai non ha raggiunto il numero legale, poiché non hanno partecipato alla riunione i consiglieri di maggioranza (Verro, Rositani, Gorla, Petroni, Bianchi Clerici). "Senza contratto non possiamo andare in onda", dicono dalla redazione di Parla con me e ora si attende un pronunciamento dell'azienda. "Parla con me" dovrebbe partire martedì prossimo e lunedì era prevista la conferenza stampa di presentazione del programma. "L'espresso" domani in edicola pubblica questa intervista con Dandini, realizzata prima che il cda Rai mettesse a rischio il programma
Come niente fosse successo. Come se durante la scorsa stagione televisiva il centrodestra non l'avesse martellata di critiche. Come se Silvio Berlusconi, in Consiglio dei ministri, non l'avesse accusata di abusare dei denari pubblici per realizzare un programma che "si diletta ad avere come unico bersaglio il governo". Come se, soprattutto, il direttore generale della Rai Mauro Masi non avesse ipotizzato di ridurre "Parla con me" a un sola serata settimanale. Attacchi superati, quasi per magia. Sorridente, appena gratificata dal Premio satira politica Forte dei Marmi, carica di sarcasmi tra una sigaretta e l'altra, Serena Dandini torna infatti dal 28 settembre nella seconda serata di RaiTre. Dal lunedì al venerdì: esattamente come l'anno passato. Sempre al fianco della zanzara comica Dario Vergassola. E allora viene da chiedere: è lei, Dandini, a essere molto protetta, o sono incapaci i suoi detrattori?
"Diciamo che in questa fase i miei avversari sono concentrati su altro, vedi Gianfranco Fini e dintorni. E diciamo anche che la Rai è un'azienda contraddittoria: da un lato la Sipra (la concessionaria di pubblicità, ndr.) mi ringrazia per lo share medio del 9 per cento conquistato da "Parla con me". Dall'altro, i vertici Rai mi trattano come Cenerentola. Se si aggiunge che il capo di RaiTre, Paolo Ruffini, e il direttore generale Masi si parlano giusto tramite i quotidiani, capite quant'è pesante lavorare qui dentro...".
"Il Giornale" ha scritto di lei: "Dandini vive sfruttando l'immagine di personaggio scomodo e osteggiato".
"Sarei grata al "Giornale" se potesse intercedere per evitare che venga osteggiata. Perché essere osteggiati è una mostruosa perdita di tempo: significa faticare per ottenere tutto, anche un paio di scarpe, una parrucca, un'autorizzazione... Sono tanti i modi, per logorarti i nervi".
Ad esempio? In Rai le hanno mai censurato una frase, una battuta, un concetto?
"Ci siamo andati molto vicino quando abbiamo annunciato in conferenza stampa la sitcom "Lost in wc", quella con le ragazze nei bagni di palazzo Grazioli. Giravano voci sgradevoli, in quei giorni...".
Un po' poco, per gridare al regime.
"Infatti: io non ho mai parlato di regime, nell'accezione tradizionale. Parlo di un clima asfittico che toglie la voglia di fare, di un'atmosfera intimidatoria che non giova alla creatività".
La celeberrima cappa sulla Rai.
"Che ora è peggio di sempre. Una volta la politica si accontentava di piazzare i suoi uomini di fiducia ai vertici, adesso il virus cancella la meritocrazia fino all'ultima figura".
A proposito: con il direttore generale Masi come va? Vi siete incontrati, chiariti?
"Sì. Mi ha detto che ha seguito alcune puntate di "Parla con me", e che gli sono piaciute".
Masi ha dichiarato tutt'altro, quest'estate: "Ero perplesso, ma Dandini mi ha convinto che farà un programma un po' diverso".
"Infatti... (ridacchia). Sarà un programma diverso. Nel senso che Andrea Rivera, per dire, invece di fare le sue famose interviste al citofono nella Capitale, andrà anche in altre città...".
Lei scherza. Ma perché, in tempi di cinismo totale, la satira fa ancora imbestialire la classe politica?
"Perché è viva, a dispetto di tutto e tutti. Resiste anche se i giovani autori preferiscono evitarla: sanno che faticherebbero troppo, a imporla in tv. Eppure ce ne sarebbero, di spunti irresistibili...".
Spari la battuta.
"Vogliamo parlare, come faremo in trasmissione, del nuovo Ulivo? Già a dirlo mi scappa da ridere: le parole "nuovo" e "Ulivo", messe una accanto all'altra, sono impronunciabili, non hanno senso. È come dire un "giovane vecchio"".
Sarà. Però sul suo divano televisivo passano, il più delle volte, ospiti di area centrosinistra...
"Quindi? Non invito Jovanotti perché è di sinistra? Oppure è colpa mia se, all'improvviso, un ospite insospettabile dice qualcosa in sintonia con l'opposizione?".
Insomma: per voi non esiste, il problema dell'equilibrio.
"Al contrario! L'altro giorno abbiamo discusso a lungo, in riunione, sull'opportunità di invitare due giornalisti di cosiddetti giornali di centrosinistra, e che hanno scritto libri interessanti. Ci siamo posti la questione dell'opportunità, della tempistica... È ridicolo, ma siamo arrivati a questo in onore della direzione generale".
Non è ridicolo. È la consapevolezza che il suo programma può influenzare le scelte dei telespettatori.
"Non in cabina elettorale. Al massimo a "Parla con me" offriamo divertimento, spunti di conversazione. Non è che i telespettatori guardano noi, o Michele Santoro, e cambiano idea su chi votare".
Però Berlusconi viene accusato, regolarmente, di condizionare gli italiani con le televisioni.
"È un condizionamento culturale, soprattutto".
A proposito: lei a che categoria appartiene? Critica il centrosinistra e comunque lo vota, o si rifugia nella scheda bianca?
"Sono tra coloro che pensano: "Per fortuna che, a breve, non ci sono elezioni..."".
Molto diplomatica. Lo sia un po' meno sull'esordio di Enrico Mentana al tg de La7: trionfo di bravura o concorrenza scarsa?
"Mentana è un fuoriclasse assoluto. Non soltanto perché dà le notizie, ma perché fa domande vere. E non è un dettaglio".
C'è anche Bianca Berlinguer, da un anno alla guida del Tg3.
"Di Bianca non mi piace la conduzione, in particolare a "Linea notte": troppo rigida, paludata. Preferisco allora la morbidezza di Maurizio Mannoni".
Cos'è? Una vendettina perché Berlinguer s'infuriò quando "Parla con me" ha scalzato dalla seconda serata "Primo Piano", spingendolo dopo la mezzanotte?
"Mannò.... Io non c'entro, con quella decisione. E comunque dovrebbero essere contenti, a "Primo piano": da quando li precediamo, fanno molto più ascolto...".
Ciò non toglie che per il consigliere della Rai Alessio Gorla, quota Pdl, lei e il suo programma costate troppo. Le hanno ridotto i 700 mila euro dell'anno scorso?
"Non lo so, sinceramente. Siamo alla vigilia del debutto e non ho ancora il contratto firmato. Per giunta in Rai mi pagano a puntata, come le corse di un taxi, il che vuol dire che possono cacciarmi in qualunque momento senza spendere un euro. Anche questo, a mio avviso, è esercitare pressione...".
Non ha pensato, vista l'atmosfera in viale Mazzini, di passare alla concorrenza? Lei stessa ha detto che Mediaset, dove ha lavorato nel 1999, coccola gli artisti, mentre la Rai li considera un fastidio...
"E lo confermo. Ma c'è un aspetto da ricordare: l'altra volta, quando sono passata a Mediaset, Berlusconi era all'opposizione. Dovesse riperdere...".
Politica
23 settembre, 2010Pressioni continue. Spot censurati. Clima irrespirabile. E il consiglio di amministrazione che blocca "Parla con me". Le accuse di Serena Dandini
Questa Rai è peggio di sempre
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