"L'aspetto peggiore dei napoletani? La cattiveria. Io ho fatto ventidue anni di Parlamento. Una sola volta, un leghista s'è permesso di fare il verso alla mia voce, che come sa non è il mio forte. In dieci anni a Napoli mi hanno massacrato, me ne hanno dette di tutti i colori. Per fortuna non ho scheletri, neanche piccoli, nell'armadio...".
Rosa Russo Iervolino è nella sua casa di Roma, sta rovistando in mezzo alle scartoffie, vecchie lettere ("Ho trovato pure una poesia di Pietro Amendola su Buttiglione, fantastica") e fotografie dei tempi andati. È da trent'anni che non apriva i cassettoni. "Passavo da un ministero all'altro, da un incarico a un altro. Ora ho un po' di tempo per mettere a posto".
Dica la verità, non le dispiace di aver concluso il suo mandato a Napoli.
"Mi sono tolta un peso enorme. Sono stata ministro dell'Interno in un periodo difficile, mi sono arrampicata sulle montagne del Kosovo durante la guerra. Ma nulla è paragonabile alla fatica, anche psicologica, che ho fatto in questi anni. Fare il sindaco di Napoli è stato 50 mila volte più stressante".
Qual è il male più grande della città?
"La disoccupazione record, che condiziona tutto il resto. Il dramma è che Napoli non è ancora riuscita a trasformarsi da città industriale, e penso all'Italsider, a città turistico-alberghiera".
I turisti stranieri ci muoiono, a Napoli
"Hanno ammazzato il crocierista americano sotto casa mia. Ma New York è più violenta".
Tutta colpa del lavoro che non c'è?
"Con il lavoro la microcriminalità diminuirebbe. Ma a Napoli, oltre a povertà estrema, ci sono anche grandi ricchezze. Le racconto un aneddoto: tempo fa accompagnai il presidente Ciampi a ritirare un premio. Arrivammo in un palazzo di un'antica famiglia nobiliare nella sgarrupata via dei Tribunali. Ad aspettarci c'erano decine di signore ingioiellate, piene di pellicce, ci presentarono marchesine, duchesse e baroni. La signora Franca Ciampi, che ha lingua affilata, mi chiese: "Rosetta, so' tutte vere o sono le comparse del Gattopardo?". Mai visti tanti brillanti".
Quanto pesa la camorra in città?
"Le dico a malincuore che pesa più oggi rispetto a quando sono stata eletta".
Dev'essere dura ammetterlo...
"Come sa il Comune è in rosso. Molto meno che Roma o Torino, ma siamo indebitati. Siamo costretti a pagare le aziende con due anni circa di ritardo. Quelle sane spesso non ce la fanno ad aspettare. O falliscono o vanno in mano agli strozzini. Così vengono sostituite dalle imprese della camorra, cariche di soldi sporchi da riciclare".
Come fa a dirlo?
"Dieci anni fa, quando chiedevamo alla prefettura il certificato antimafia di un'azienda, arrivava un parere negativo ogni dieci. Ora ne arrivano otto su dieci. La camorra si è infiltrata ovunque".
Anche nei partiti politici?
"In quelli di centrosinistra no. Per altri parla la magistratura, che ha firmato richieste d'arresto per 416 bis".
Luigi Cesaro ha avuto qualche amicizia pericolosa. Frequentava un'altra Rosetta, la sorella del boss Raffaele Cutolo.
"So che Cesaro in passato ha avuto guai giudiziari. Ma devo dire che come presidente della Provincia ha sempre cercato la collaborazione. Lo rispetto per questo".
Di chi è la responsabilità della vergogna della monnezza?
"Cesaro ha grandi responsabilità. Anche Caldoro, che mi è simpatico, poteva fare di più. Ma le colpe peggiori sono del centrosinistra. Ai tempi di Bassolino ha votato una legge sulla provincializzazione dei rifiuti, poi recepita da Berlusconi. Napoli ha l'8 per cento del territorio ma il 53 per cento degli abitanti della Campania: come si può pensare che possa cavarsela sfruttando solo la sua provincia? Una follia".
Quanto pesa il sistema Cosentino?
"Il suo potere è grande. In Consiglio i suoi uomini spesso facevano cambiare parere e votazioni a tutto il Pdl. L'impressione è che tutta l'opposizione fosse eterodiretta da Cosentino".
Anche la sua maggioranza si muoveva in blocco.
"È vero. Ma le ragioni non erano di natura camorristica".
Sembra che lo tsunami De Magistris abbia spazzato tutti i vecchi potentati. Di ogni colore politico. È così?
"Io spero di sì. De Magistris mi ha fatto un'ottima impressione. Quando ci siamo incontrati per il passaggio di consegne, mi è sembrato molto meno barricadero di come appare in tv e sui giornali.
Com'è stato il suo rapporto con la stampa della città?
"Bè, il "Mattino" non mi ha mai amato: l'aver espropriato i terreni di Caltagirone a Bagnoli mi ha provocato l'odio atroce del giornale più importante".
Forse hanno fatto solo il loro mestiere, cioè fare le pulci a chi amministrava la città più invivibile d'Italia.
"L'ho comprato l'ultima volta il 2 giugno. Ora, mi dispiace dirlo, non lo comprerò più".
Anche con la borghesia cittadina il rapporto è sempre stato difficile. Le imputano di aver fatto troppo poco. In questi anni migliaia di giovani laureati sono stati costretti a partire.
"Questo mi spiace molto. Il Comune deve lavorare per lo sviluppo della città. E credo di aver contribuito a progetti che saranno importanti per il futuro: come quello per il rilancio industriale di Napoli orientale".
La cosa più cui è più fiera?
"Essere riuscita a organizzare il Forum delle Culture".
Si terrà nel 2013. Intendevo qualcosa che ha visto realizzato con i suoi occhi.
"L'Albergo dei Poveri finalmente restaurato. Almeno in parte"
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In questi anni si è sentita tradita?
"Tradita no. Quello che mi ha colpito di più è il disinteresse. Mi sono sentita appoggiata "senza se e senza ma" solo da Sel e Rifondazione".
Bassolino l'ha danneggiata?
"Lui è stato sempre molto corretto, in dieci anni non ho mai ricevuto pressioni per qualche nomina o consigli non richiesti. Molti hanno detto che ero una creatura nelle sue mani, un suo portaordini: "La pupa del governatore". Se permette la cosa mi ha offeso, perché ho una storia politica di qualche successo. Non sono la "pupa" di nessuno".
E il Partito democratico?
"Il Pd mi ha danneggiato moltissimo. Sa, da reggente del Partito popolare cacciai molti inquisiti. A Napoli Mario Condorelli, ex senatore Dc, mi aiutò nell'opera di pulizia. Da sindaco, mi sono ritrovata nel Pd la metà di quelli che avevo mandato via. Questo di certo non mi ha giovato".
Chi inviterebbe a casa sua?
"Ho invitato Sandro Fucito, un ragazzo testardo ma onesto come pochi".
E Cozzolino?
"Io invito solo persone umili".
I leader nazionali che le sono stati vicini in questi anni?
"Nessuno. Le dico che in dieci anni io sono andata in direzione del partito solo una volta, quando mi arrestarono quattro assessori per la storia della Global Service di Romeo. Offrii le mie dimissioni, Veltroni disse: "No, che c'entri tu?". Poi feci il giro di tutti i segretari politici, tutti mi dissero di andare avanti. Dopo cinque minuti Matteo Renzi cominciò a sputare insolenze da Firenze, Anna Finocchiaro lo seguì a ruota. Nessuno dei leader aprì bocca per spiegare che restare era stata una decisione del partito. Bene feci, comunque: se fossimo andati al voto la città sarebbe andata dritta dritta al centrodestra".
Davvero nessuno si interessò a Napoli?
"Maurizio Migliavacca, coordinatore del Pd, prometteva interessamenti che poi non ci sono mai stati. Enrico Letta ha detto a "Panorama" che in Campania abbiamo perso perché abbiamo governato male. Sarà pur vero, ma in città lui non s'è mai visto. Se stavamo sbagliando di sicuro nessuno ci ha chiamato per dircelo".
Nemmeno D'Alema?
"Mai visto in dieci anni"
Bersani?
"Fra tutti è quello che s'è impegnato di più. Il successo del centrosinistra alle amministrative si deve anche a lui".
Chiamparino e Fassino ripetono che la questione settentrionale va messa al centro della politica nazionale...
"Una follia. Una cosa profondamente ingiusta. Chi dice che bisogna occuparsi in primis dei problemi del Nord non hai mai visto come vive la gente delle campagne del Molise e della Campania".
Berlusconi ha fatto di Napoli un simbolo della sua legislatura. Che ricordi ha delle sue discese sotto il Vesuvio?
"In realtà non mi ha mai degnato di alcuna attenzione. Lui mi odia".
Perché la odierebbe?
"Nel 1994 voleva che il Ppi appoggiasse il suo governo. Al Senato gli mancava qualche senatore. Martinazzoli se l'era squagliata alle Eolie, così a parlare con lui andammo io, Mancino e Andreatta. Gli dissi che avremmo votato contro. S'arrabbiò molto".
Da domani che farà?
"Lavorerò con la Fondazione "Nilde Iotti". E tornerò a fare l'avvocato. Ho detto alla Cgil che posso aiutare gli immigrati. Gratis, ovviamente".
Non tornerà in Parlamento?
"Non credo che ai "rottamatori" interessi una bacucca di 74 anni come me! Tocca ai vari Renzi, ora. Vediamo cosa saranno capaci di fare".
Politica
13 giugno, 2011«Il partito mi ha lasciato sola, a iniziare dai leader nazionali. In più, mi ha riempito di gente poco raccomandabile. Ad appoggiarmi veramente sono stati soltanto Rifondazione e Sel». L'ex sindaco di Napoli si toglie qualche sassolino dalla scarpa
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