I trentenni milanesi premiano in massa Giuliano Pisapia, i ventenni napoletani riservano quasi un plebiscito a Luigi De Magistris. I giovani si sono rivelati un elettorato prezioso per il centrosinistra e lo si è capito anche dalla straordinaria partecipazione sia alla campagna elettorale sia alle manifestazioni di piazza.
A Milano, secondo le stime di Swg, Pisapia ha ottenuto il 65 per cento dei consensi nell'elettorato compreso tra i 25 e i 34 anni di età. Sono 10 punti in più rispetto al risultato complessivo (55,1 per cento contro il 44,9 della Moratti). Più in linea la risposta dei 18-24enni (54 per cento), ma bisogna considerare che "in passato i giovani milanesi mostravano un netto orientamento verso il centrodestra", commenta Rado Fonda, direttore di ricerca di Swg. Nel 2006, infatti, il voto dei ventenni premiò la Moratti con un paio di punti percentuali sopra la media.
A Napoli l'exploit del candidato dipietrista (65,4 per cento, contro il 34,6 del pidiellino Lettieri) è ancora più sorprendente nell'elettorato compreso tra i 18 e i 24 anni, dove arriva al 71 per cento. De Magistris va bene anche tra i 25-34enni, con il 67 per cento. In quella che doveva essere la battaglia finale tra il Pd piegato dal caso rifiuti e il Pdl certo di una facile vittoria, i giovani napoletani hanno scelto a sorpresa una terza via: "Si sono dimostrati molto critici verso la politica tradizionale, più che nel resto d'Italia, meno legati agli schieramenti, pronti a votare con la pancia più che con la testa", spiega ancora Fonda. "In De Magistris hanno cercato la novità, la rottura con il passato. Qualcosa di simile è successo con Pisapia a Milano, percepito come un candidato al di fuori dei blocchi".
Così una generazione dipinta come prona all'etica ed estetica del "Grande Fratello" dà la scossa ai governi della città, e il tremore giunge ai palazzi romani. "È una tendenza di lungo periodo", afferma Alessandro Amadori di Coesis Research: "Negli anni Novanta e fino al 2005 circa, il voto giovanile è andato a destra. Ora si vede una netta inversione di rotta". Non conta solo il declino del berlusconismo. Questa è la generazione più colpita dal precariato, dall'incertezza del futuro, osserva Amadori: "In condizioni di vita destrutturate, i giovani votano a sinistra perché cercano tutela. In un certo senso, sono l'unica vera classe nella società di oggi".