E' in corso una vera partita a scacchi tra Berlusconi e i suoi colonnelli. Nessuno dei contendenti è pronto a fare la prima mossa e generare strappi dall'incerto esito.
Gli incontri a Roma per discutere di election day e governo Monti non hanno sortito, almeno per i destini del Pdl, alcun esito significativo. Ma intanto i colonnelli preparano una serie di mosse e contromosse per evitare che Berlusconi li metta in scacco.
Da quanto 'L'Espresso' è potuto venire a conoscenza, alcuni ex An ed ex berlusconiani avrebbero chiesto un'interpretazione dello Statuto del partito per valutare due differenti ipotesi. La prima nel caso che Berlusconi si rifiutasse di convocare l'ufficio di presidenza, la seconda relativa alla possibilità che il segretario Alfano possa direttamente presentare le liste elettorali bypassando gli organi collegiali.
Nella prima ipotesi l'autoconvocazione dell'ufficio di presidenza potrebbe essere richiesto da almeno il 15 per cento dei suoi componenti. Angelino Alfano può contare al momento sul consenso di La Russa, Carfagna, Cicchitto, Fitto, Formigoni, Frattini, Iorio, Mantovano, Martinelli, Meloni, Sacconi e Scajola. Insomma i numeri ci sono.
Se questa ipotesi dovesse diventare realtà il secondo passo potrebbe essere la convocazione del consiglio nazionale per considerare Silvio Berlusconi decaduto dal suo incarico di presidente.
Per quanto concerne il potere di presentare e depositare le liste elettorali spetterebbe comunque al segretario nazionale (Alfano). In entrambi i casi Berlusconi sarebbe costretto ad abdicare o ad essere estromesso dal Pdl. Il Cavaliere lo sa e prende tempo.
Nel frattempo l'ipotesi di far coesistere nello stesso schieramento di centrodestra due entità distinte, il Popolo della Libertà e una resuscitata Forza Italia, che sembrerebbe accontentare tutti, spaventa Ignazio La Russa & friends. Perché il Cavaliere avrebbe in mente altro. Ai suoi fedelissimi avrebbe confidato che l'obiettivo è di risucchiare progressivamente l'elettorato del Pdl e lasciare ai suoi ex accoliti una scatola vuota. Per lo più senza sedi e soldi per pagare gli stipendi e le fatture.
Il che vuol dire una serie di contenziosi legali dai quali sarebbe difficile uscirne illesi. Meglio allora sbarazzarsi di Berlusconi. Anche tenendoselo come presidente nel partito per un po'.
Ma ne avranno mai il coraggio?