Superlavoro, orari impossibili, vessazioni, pagamenti in nero. A volte il difficile rapporto tra parlamentari e portaborse finisce in liti fragorose sbarcando anche in tribunale. È il caso di Liliana, addetta stampa di Francesco Barbato, il deputato-anticasta dell'Idv, famoso per avere registrato in aula le confessioni del collega Antonio Razzi.
Liliana, licenziata la scorsa estate per "carenza di attività politica", è riuscita alla fine a chiudere la questione con una transazione privata prima che l'intera faccenda finisse davanti al giudice del lavoro.
Anche Vincenzo Pirillo, collaboratore di Domenico Scilipoti (ex Idv, ora nei Responsabili), "stufo di essere sfruttato", ha minacciato di recente di trascinare il suo parlamentare in tribunale. "Per un anno ho lavorato dalle nove del mattino alle undici di sera, sabato compreso", ha raccontato. "E la domenica c'erano i convegni e i comizi in Sicilia, senza pernottamento né rimborso spese. Prendevo 600 euro al mese, versati quasi sempre con assegno bancario firmato dal deputato e motivati come pagamento di contratti a progetto".
Altro parlamentare balzato agli onori della cronaca, Antonio Razzi: anche lui ex Idv, anche lui come il suo amico Scilipoti pesantemente accusato dal proprio ex assistente. Massimo Pillera, ora giornalista a Trani, ha infatti chiesto al suo ex assistito Razzi (che respinge gli addebiti) la bella somma di centomila euro. A motivare la richiesta di rimborso e indennizzo, Pillera ha portato oltre 2 anni di lavoro in nero (dal 2006 al 2008), pagato in contanti sotto forma di rimborsi spese forfettari bimestrali: "Ho girato in lungo e in largo con Razzi", rivela, "ho lavorato sette giorni su sette, sempre con la promessa che nel 2008, dopo la sua rielezione nel partito di Di Pietro, sarebbe arrivato anche il contratto regolare". Invece, niente.
A trionfare in tribunale è stata invece l'ex assistente di Gabriella Carlucci, deputata del Pdl da poco transitata nell'Udc, che dalla parlamentare ha ottenuto circa 10 mila euro a titolo di indennizzo. Lezione servita: la Carlucci ha adesso alle sue dipendenze due collaboratori in piena regola, con contratto a orario e paga concordati.
Ancora peggio potrebbe andare a Giuseppe Lumia, senatore del partito democratico, che si è visto citato da un suo ex collaboratore, Davide Romano, al tribunale del lavoro di Palermo. Astronomica la richiesta di indennizzo chiesta all'ex presidente della commissione antimafia: 368 mila euro per 8 anni di mancate retribuzioni, per i danni morali e materiali e per i contributi non versati. G.C.