Surreali video autoprodotti e caricati su YouTube, improbabili jingle con karaoke, testimonial senza nessun senso del ridicolo, riferimenti sessuali come se piovesse. Mentre al Governo ci sono i tecnici, nelle piccole liste ci si inventa di tutto per un po' di visibilità (FpS Media)
Che sarà, che ne sarà dei partiti dopo Monti chi lo sa. Di sicuro la convalescenza della nomenklatura italiana post governo tecnico sarà lunga e faticosa. Anche perché la fiducia degli elettori nei confronti dei partiti tradizionali è ai minimi storici. In attesa delle elezioni politiche dopo i professori, il prossimo 6 e 7 maggio oltre mille comuni andranno al voto per l'appuntamento con le amministrative. E qui è tutta un'altra storia: lontano da Montecitorio, nei municipi italiani è un fiorire di micro partiti, liste civiche e autopromozioni fantasiose, tra lotte all'ultimo manifesto elettorale, confronti a luci rosse, sindaci senza veli, indipendentisti di ritorno e immigrati 2.0. Ed è sul
web che si nascondono le migliori performance dei candidati fai da te.
Come quella di
Alfonso Restivo, meglio conosciuto in città come Fonziu Purtusu, il "Paladino per Agrigento" che ha annunciato la sua candidatura a sindaco, poi sfumata, con un'improbabile
presentazione su YouTube. Venticinque punti in programma, tra cui sostituire i templi con i grattacieli e far sgorgare "vinu e gazzusa" da una fontana del centro storico. Il tutto declamato con tanto di fascia tricolore e toni apocalittici. In quanto a megalomania elettorale, prima di lui fece
Claudio Piras, candidato per le comunali di Porto Torres del 2010, tra inni personali in versione karaoke e fotomontaggi con Obama e Ghandi a sostegno della sua candidatura.
Memorabili performance multimediali anche quelle di
Claudio Moro, esponente di Razza Piave, in versione
Chuck Norris su YouTube. Ma la chicca di queste amministrative è la micro lista civica di
Mario Cipolat Mis, 30enne candidato sindaco di Aviano (Pordenone). Online ha presentato la sua discesa in campo (durata del video: 1:00:06), su YouTube ha dato le sue "risposte agli avianesi" e con un
promo artigianale ha formato la sua squadra di governo: "Ehi tu, dico a te", esordisce il candidato con un primo piano alla I want you for Us Army, "lo so che sei in gamba". Ed ecco comparire l'arto di un manichino in braccio al sindaco, che poi passa alle presentazioni: "Lei si chiama Vittoria", indicando una donnina ammiccante, e di cognome "alle elezioni". Per qualche secondo si potrà anche godere dello spettacolo del candidato in déshabillé di fronte alle telecamere.
Ma gli elettori delle amministrative 2012 hanno rischiato di trovare ben altri aspiranti sindaci senza veli. Prima
Ilona Staller, la fu Cicciolina già parlamentare radicale negli anni '80 e habitué della candidatura a prima cittadina, che per un pelo non ha sfidato la Lega a Monza con la sua lista "Democrazia, Natura, Amore". Poi la collega Emilia Cucciniello, in arte
Milly D'Abbraccio, candidata per Torre del Greco. Peccato per i cultori della porno politica, entrambe hanno dato forfait all'ultimo. Restano a bocca asciutta anche gli oltre 2mila fan di
Rocco Siffredi sindaco di Palermo: il gruppo Facebook dove l'attore hard metteva a disposizione i suoi "mezzi" si è rivelato una bufala. Si sono concluse in un nulla di fatto pure le candidature a luci rosse di Taranto, con ben due pornodive a caccia di poltrone,
Luana Borgia e
Amandha Fox. È calato il gelo su una corsa che si preannunciava bollente.
Dici Puglia e non puoi non pensare alla lotta a colpi di manifesto elettorale di Lecce. "Ciao Casalinga, sono
Paolo Perrone. Alto, brizzolato, slanciato, tennista. Cucino, lavo, stiro…Se vuoi conoscermi sono sempre in Comune. Astenersi perditempo. Si accettano anche comuniste". Lui è l'attuale sindaco della città salentina, candidato al secondo mandato ed eletto con una lista civica sostenuta dal centrodestra. Una sorta di Silvio al cubo, che già nella precedente campagna aveva dato sfogo al suo estro da affissione, comparendo in mutande nei manifesti elettorali. Le reazioni non si sono fatte attendere, prima fra tutte quella della sua principale avversaria,
Loredana Capone: "Paolo Perrone è sicuramente un bell'uomo, usciteci pure a cena, corteggiatelo, fatelo sentire speciale. Saprà stirare e cucinare, ma non è molto bravo con la gestione della cassa: i conti del Comune li conoscete tutti, sono disastrosi". Touché.
Ma mister affissione 2012, già vincitore 2011, è
Armando Siri. Il leader del Pin, Partito Italia Nuova, ha tappezzato con il suo volto autobus, pensiline e palazzi di Genova, città dove si presenta come sindaco. Il candidato itinerante ha fatto il bis: l'anno scorso aveva riempito di manifesti elettorali Milano, dove aveva tentato di sfidare Giuliano Pisapia. Sempre nella città della Lanterna, menzione speciale per la lista civica degli immigrati "Fratelli e Fratellastri" e il
videomessaggio elettorale del candidato sindaco Simohamed Kaabour, che inizia così: "Caro concittadino leghista e cara concittadina leghista". Una specie di Maurizio Crozza (stessa parlata) in versione musulmana. Da queste parti i genovesi rimpiangono ancora il top of the pops dell'autopromozione via web:
Sandro Biasotti, candidato governatore nel 2010, e il suo testimonial d'eccezione
Marino D'Angelantonio, volto noto delle tv locali per la pubblicità di una ditta d'arredamento, berretto di lana con pon pon e jingle agghiacciante.
Frontiera trash del video elettorale autoprodotto.
Lungo la Penisola prossima al voto si incontrano altre originalità elettorali, come quella dell'associazione Il Grembiule, pronta a presentarsi alle amministrative di Maniago (Pn) con il candidato sindaco
Valerio Zago, dopo aver riunito i tartassati di Equitalia e aver tentato di fare un falò del fantoccio della società di riscossione tributi. Obiettivo comune ai colleghi indipendentisti sardi dell'iRS -
indipendèntzia Repùbrica de Sardigna, che ci vanno giù più pesante, dalle occupazioni alle sedi di Equitalia fino agli scioperi della fame contro le ingiustizie fiscali. Infine un chiaro messaggio alla vecchia politica arriva dal rinnovato fronte autonomista friulano
Front Furlan, con il suo slogan "vonde monadis!". Un appunto che suona più o meno così: "Basta ca..ate!".
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