Passera, ovviamente. Ma anche Fornero, Balduzzi, Riccardi, Profumo e altri ancora. Non si perdono una festa di partito, un talk show, un'occasione per andare in tivù. Per restare nei giochi anche dopo le elezioni

Nelle agognate ferie d'agosto, non sono stati fermi nemmeno un minuto. E non si sono sognati di perdersi una kermesse di partito, e quando è successo (al ministro del Welfare a digiuno della festa nazionale del Pd, al ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca orfano di quella dell'Udc) è stato perché non erano stati invitati o erano proprio lontani mille miglia. Eppure la premessa, nonché il refrain prediletto, è che sono solo ministri tecnici.

Francesco Profumo come Andrea Riccardi. Elsa Fornero o Renato Balduzzi, Corrado Passera (sempre più sul ciglio della trasformazione, in effetti) e pure Mario Catania si dichiarano proprio al di sopra di ogni sospetto. Cioè di essere una classe dirigente, docente e anche credente che di buona lena e cuor contento ha, temporaneamente s'intende, lasciato cattedre, presidenze, opere di bene per prestare il suo servizio al disastrato Paese. Nessun tarlo. Nessun vizio o dipendenza dal potere, nessuna tentazione di pensare ad altro, per esempio a un allungamento dell'età ministeriale, visto che l'uomo che li ha scelti e nominati potrebbe correre per un secondo premierato. Che maldicenza. E allora perché mai le ultime settimane invece di lasciarsi andare a un ritmo estivo, mezzo governo si è scatenato in una scansione incalzante da prova generale di campagna elettorale? Prove tecniche, ovvio.

In un Paese che sta scoprendo di essere europeo, con una politica in recessione e una vergognosa legge elettorale in fieri da anni ma identica a se stessa da ben sei, pezzi importanti del governo guardano al futuro e si allenano caso mai passasse un altro straordinario treno. Ecco allora Passera a reti unificate. Riccardi uno e trino sulla carta stampata. Profumo in pluri clonazione domestica e internazionale. Fornero persino al Gran premio di Formula Uno a Monza, tipica manifestazione da agenda del ministro del Lavoro, come è noto.

Interventi, interviste, dichiarazioni anomale, straordinarie partecipazioni che poi culminano con la stessa domanda un po' spiccia (i giornalisti, si sa, sono un po' rozzi): "Che fa ministro, si candida?". La risposta è più o meno negativa ma accompagnata: dall'attimo di silenzio con sorriso di Fornero, gli occhi al cielo di Riccardi, il travaglio di Passera (che ha già deciso ma non lo vuole dire) come se stesse sotto le doglie.

A onor del vero il ministro dello Sviluppo economico è l'unico ad aver fatto una scelta, lasciare un posto da gran papavero di Banca Intesa e uno stipendio sibaritico. Si capisce quindi come non molli uno scatto, in posa a piedi nudi sulla spiaggia, lui papà in costume patriottico, strisce tricolori, la bella moglie Giovanna Salza, esperta in comunicazione e anche suo spin doctor, i baby Passera con paletta d'ordinanza. Tutti pronti al reportage per l'intervista a "Oggi"a cuore aperto e in un frullato di confessioni: Monti - il governo - l'amore - la Costa Concordia... La famiglia da zucchero filato, sottotitolo virtuale, di un uomo che si fa in quattro per il Paese.

Ma anche per le feste di partito, però. È a "Vedrò" di Enrico Letta. È alla festa Pd con Franco Marini (non proprio una folla, cento persone a esser ottimisti). È al meeting di Rimini di Comunione e liberazione. A Chianciano per l'Udc, dove arriva quasi all'endorsement della discesa in campo. Dettaglio minore: ma con chi si candiderebbe, ci si domanda? Non era berlusconiano? Ma anche lib-lab tendenza Pd a un certo punto. Eppure si direbbe un centrista cattolico. Di sicuro un montiano. Poco importa, cosa conta? Non lesina ai giornali l'annuncio del Piano di crescita nazionale, non si sa bene ancora quando, non si sa bene come. Promulga la condanna a morte dell'Alcoa ma profila anche possibili compratori. È un notevole maratoneta di interviste: comincia il 5 agosto con "Il Sole24Ore" finisce il 30 con "La Stampa" lanciando questa volta il Grande patto per la produttività. «Io candidato? Sì, se per il rilancio dell'Italia». Per l'affossamento non è disponibile, ma si poteva intuire. A detta di tutti è un uomo generoso: non manca neppure al convegno "Insieme cambiamo l'Italia" organizzato dalla corrente di Giuseppe Fioroni. A Passera il premier ha ora affidato la grande trattativa con le parti sociali. Toccherà a lui gestire l'autunno caldo, quale migliore occasione per giocarsi la carta di un luminoso futuro in politica.

In compagnia di Andrea Riccardi, pio ministro per la Cooperazione e dell'integrazione, nonché fondatore della potente Comunità di Sant'Egidio anche lui un filo Fioroni e dunque relatore di " L'Italia torna protagonista in Europa e nel mondo". Dopo aver dichiarato che non si presenterà alle elezioni ma che non ci sarebbe nulla di male se i tecnici si impegnassero in politica, si è lanciato in un grand tour ecclettico, dalla festa dei Sikh al convegno su Alcide De Gasperi, dall'immancabile tappa del meeting di Cl a quella della festa del Pd e dell'Udc. Ha detto la sua sul Centro che deve governare (innervosendo Palazzo Chigi e il Pd), ma ha dovuto correggere il tiro. A metà agosto si è messo a esternare sulla lista Monti sì, la lista Monti no, sull'eredità di Monti, sulla candidatura di Monti, su Monti minuto per minuto. Tra il 31 e il primo settembre il ministro della Cooperazione ha lasciato la specializzazione ed è passato al commento sull'uso delle intercettazioni ("Prima di tutto" di Rai Radio 1) sul cardinal Martini ("Corriere della Sera"), sulla dipendenza dal gioco ("La Stampa"). Non si può dire che non cooperi.

Per carità, un novellino rispetto a Francesco Profumo, già sull'orlo della carriera politica essendo stato un ipotetico candidato Pd al comune di Torino (sorpassato da Piero Fassino) e ora ministro dell'Istruzione etc etc, felice di esserlo come una pasqua. In quanto a presenze a feste di partito ha battuto tutti: è stato anche a Maratea alla festa dell'Api. Ha detto "ci sarò" alla festa Pdl di Atreju e alla Summer school di Gaetano Quagliariello. Su scuola e università, un diluvio senza sosta di comunicati stampa, saluti agli studenti che vanno, agli studenti che tornano. A Firenze è andato in piazza Santa Croce per vedere il "TuttoDante" di Roberto Benigni che lo ha presentato insieme a Fabio Fazio. Era anche al fianco di Annamaria Tarantola al Prix Italia della Rai. Ha timbrato il cartellino a tutte le feste Pd possibili e immaginabili, Torino, ça vans sans dire, ma anche Reggio Emilia e Modena dove però non è andata benissimo, sommerso com'è stato dai "buuu" dei precari che hanno mimato il coro della tragedia greca. A furia di affabilità giornalistica è incappato anche in una pesante gaffe rivelando che il governo aveva a lungo discusso la possibilità di chiedere l'aiuto del fondo di stabilità. Così Profumo ha dovuto smentire Profumo, prima di rinfrancarsi con una lunga intervista sulle sue letture estive.

Non si può dire che i sabaudi non siano in campo (Profumo è di Savona, ma lavora da sempre a Torino). Ecco un altro piemontese: il ministro della Salute Renato Balduzzi, ex consigliere giuridico di Rosy Bindi, nato a Voghera, ma cresciuto ad Alessandria, città che cura in particolar modo tanto che tra i comunicati del sito del suo dicastero compare anche il telegramma di cordoglio per la scomparsa del prefetto di Alessandria Amelio. Il ministro "delle mille bolle blu" alla guerra delle bollicine gasate (e delle slot machine) come Michelle Obama e anche il sindaco di New York Bloomberg nel mezzo della bagarre sul decreto sanità, ha intervallato le interviste sulla materia scottante con spumeggianti, è il caso di dire, dichiarazioni sull'Ilva e sul presidente Giorgio Napolitano. Anche lui non si è perso una festa del Pd, a Torino, a Vercelli, a Reggio Emilia, a Roma. Proprio come il collega delle Politiche agricole Mario Catania anche lui in sobrio sospetto di futura candidatura.

Naturalmente la primadonna dell'estate è stata lei Elsa Fornero. Tranne qualche foto balneare, il ministro del Welfare non si è sottratta ai suoi doveri. È andata al meeting di Cl accolta come una dea al punto di sbuffare per l'oppressione dei fotoreporter che le impedivano di salutare con affetto una «bella bambina» che sonnecchiava in un passeggino, «proprio come faceva papa Giovanni XXIII», ha scritto perfida l'agenzia Italpress. A Rimini ha affermato di non avere intenzione di candidarsi alle elezioni. Poi alla radio ha detto che sì, rifarebbe il ministro. Si è fatta vedere al Cortona Mix Festival. Ha detto sì al Festival francescano. Non si è negata a "Radio anch'io"(due volte), a "Prima di tutto", a Radio Montecarlo. A Monza ha premiato i piloti Hamilton, Perez e Alonso confessando che: «Assistere al mio primo gran premio è stata una grande emozione». Ha infastidito non poco il ministro dell'Economia parlando di abbassare il cuneo fiscale contributivo. Tanto da far dire a Pier Ferdinando Casini che prima di lanciarsi su progetti per la crescita sarebbe meglio che i ministri si confrontassero con Grilli per evitare «una fiera della vanità delle proposte».

Vista l'ansia da campagna elettorale dei tecnici in via di metempsicosi, non sarebbe il caso di prevedere per i cittadini una qualche forma di ammortizzatore verbale?