Rivoluzione Civile ci invia la sua carta fondativa dopo il nostro articolo sull'assenza di trasparenza. Restano dubbi su chi sono i soci e sulla democrazia interna

Ingroia, ecco lo Statuto

Chi volesse trovare la sede di Rivoluzione Civile, neonato soggetto politico presieduto dal magistrato Antonio Ingroia, può recarsi in via Montecatini, un vicoletto della Roma dei palazzi della politica, a due passi da Montecitorio. Due piani, vetrine al livello stradale: «Abbiamo ereditato l'organizzazione dello spazio, la disposizione dei tavoli e del materiale di cancelleria dallo staff di 'TuttixBersani', il comitato elettorale del Segretario del Partito Democratico, durante le primarie di novembre 2012», spiega a 'l'Espresso' uno dei più stretti collaboratori di Antonio Ingroia, il giornalista Rai Arcangelo Ferri.

Ma se trovare la sede di Rivoluzione Civile è facile, molto più difficile è stato trovarne lo Statuto, elemento fondativo di ogni associazione e di ogni movimento. Lo staff di Rivoluzione Civile infatti è stato a lungo molto vago e solo la pubblicazione su questo sito di una esplicita denuncia sulla scarsa trasparenza dell'associazione ha portato Ingroia a spedirci l'atto.

Rivoluzione Civile infatti esiste, con una sua personalità giuridica: Ingroia ne è il presidente e la sede legale è vicino a villa Borghese, in via Marche 72, Roma: un condominio - dove c'è anche un residence - che nulla ha a che fare con la sede fisica dove c'è il comitato elettorale.

Dopo molti giorni di insistenti telefonate, lo staff ha comunque accettato di lasciarci porre queste domande ad Antonio Ingroia.

Dottor Ingroia, è possibile visionare lo statuto della vostra formazione politica?

«Non è al momento possibile, poiché è ancora nelle mani del notaio che lo ha redatto. Lo pubblicheremo quanto prima e lo faremo avere alla vostra redazione».
(ndr: E' arrivato in redazione solo giovedì mattina, dopo la pubblicazione on line di questa intervista

La sede legale di Rivoluzione Civile, della quale lei è presidente, è in un civico di via Marche, a Roma, ma lì non ci sono vostri uffici. C'è un residence.
«Si tratta solo di un indirizzo di appoggio per la sede legale. Sa come vanno queste cose. Non c'è una sede operativa di Rivoluzione Civile al momento. C'è solo questo comitato elettorale».  

Quanto rimarrete in questi locali?
«Fino al 28 febbraio, stando ben attenti a riconsegnare le chiavi per tempo, altrimenti rischiamo una penale».  

E poi?
«Non è stato ancora deciso».

In via Marche c'è anche la sede di una delle associazioni che concorre a formare Rivoluzione Civile, e che si chiama Azione Civile. Risulta infatti da un atto notarile che la vostra lista nasce dal confluire di quattro partiti politici preesistenti - Italia dei Valori, il Partito dei Comunisti Italiani , Partito della Rifondazione Comunista e la Federazione dei Verdi di Angelo Bonelli – e di tre altri soggetti giuridici. Azione Civile, presiduta da lei, La rete 2018 di Leoluca Orlano e il Movimento Arancione di Luigi De Magistris. E' esatto?
«È vero, in via Marche c'è anche la sede legale di 'Azione Civile', che io presiedo. Sì, confermo che Rivoluzione Civile nasce dai sette soggetti che lei ha indicato».

Perché costituire una associazione quasi omonima e con la stessa sede di Rivoluzione Civile?
«Perché Rivoluzione Civile non è un partito e non diventerà un partito. È una lista, nata per concorrere a questa tornata elettorale e - forse - alle future elezioni regionali».

E cosa diventerà allora?
«Una associazione formata da altre associazioni, fra le quali appunto 'Azione Civile'».  

Chi sono i soci di 'Azione Civile'?
«Io stesso, Antonio Ingroia. Poi Arcangelo Ferri ed il nostro tesoriere Elio Costanza, per esempio».

Queste associazioni hanno potuto contribuire anche economicamente alla nascita della lista?
«No, non dispongono dei fondi necessari».

Come state affrontando le spese della campagna elettorale?
«In parte con fondi miei privati (ndr. nello staff circola la battuta che vengano utilizzati fondi derivanti da risarcimenti ottenuti per azioni legali vinte da Ingroia). In parte con un piccolo anticipo versato dai partiti che fanno parte della lista».

Dall'inchiesta realizzata dal quotidiano 'la Repubblica', risulta che l'Idv – secondo un patto siglato dalle forze componenti Rivoluzione Civile – debba versare l'importo più alto. È un caso che all'importo più alto corrisponda anche una maggior presenza di candidati provenienti dall'Idv, nella vostra lista?
«L'Idv per ora ha versato solo un piccolo anticipo, come gli altri partiti. È l'unico partito presente in Parlamento, fra i nostri fondatori, l'unico che ha potuto godere dei rimborsi elettorali. È casuale la coincidenza fra contributo e candidati, certo. Abbiamo composto le liste basandoci sul peso elettorale di ogni partito. Fra le forze fondatrici, l'Idv detiene la maggiore percentuale di voto, pertanto ha ottenuto più candidati in lista».

Così come avete stipulato un patto per le spese, avete anche stabilito come ripartirete i futuri rimborsi elettorali?
«Chi verserà un contributo verrà senz'altro rimborsato. Il resto si vedrà, non abbiamo ancora deciso».

Chiederete ai vostri parlamentari di versare un contributo mensile al partito?
«No. Ma sono cose che non abbiamo deciso, qui tutto è un work in progress».

È vero che intendete far ricorso ad una sottoscrizione popolare?
«Abbiamo appena attivato la sezione 'sostieni Rivoluzione Civile' sul nostro sito web».

E lo statuto quando lo pubblicate?
«Al più presto».

(Come si diceva, lo Statuto è infine pervenuto in redazione, anche se dopo la pubblicazione dell'intervista. Nel documento tuttavia non vengono indicati i nomi dei soci i quali – si apprende – possono essere tali solo per cooptazione di due terzi di quelli che sono già soci)

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