Politica
febbraio, 2013

Sui social il grillino è di sinistra

Una ricerca dell'istituto Demos traccia l'orientamento politico di chi segue il 5S su Facebook e Twitter. Il 23 per cento afferma di aver votato Di Pietro nel 2008 e ben il 22 per il Pd

Disoccupati e colti più della media, diffidenti e pieni di sfiducia nelle istituzioni, con unica vera certezza in cui credere: la Rete. L'istituto Demos, uno dei principali think tank britannici specializzato in analisi politiche e sociali ha dedicato il primo rapporto della serie "New political actors in Europe" a Beppe Grillo e al Movimento 5 Stelle, tracciando un identikit dei fan del comico-attivista genovese su Facebook.

L'indagine è stata realizzata nell'agosto dello scorso anno invitando, tramite un annuncio "sponsorizzato" sul social network, i partecipanti a gruppi di discussione legati in qualche modo ai pentastelle (come Beppe Grillo News, Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, Amici de beppe grillo roma e Movimento cinque stelle) a rispondere a un questionario in italiano, ospitato dalla piattaforma di sondaggi Survey Munkey. In tutto, hanno risposto all'appello in 2.245, e dopo la scrematura dei dati mal compilati o volutamente fuorvianti, i ricercatori hanno avuto a disposizione un totale di 1.865 risposte.

Ne emerge un quadro variegato, che in parte sembra confermare i risultati di altre ricerche condotte offline, in parte sembra contraddirle. Prendiamo per esempio l'area di appartenenza politica, cruciale anche per capire a da quale serbatoio di votanti andrà a pescare il movimento nelle imminenti elezioni. "Abbiamo chiesto agli interpellati – spiegano gli autori dello studio, Jamie Bartlett, Mark Littler, Duncan McDonnell e Caterina Froio – di collocarsi su una scala da 1 a 10, in cui a 1 corrisponde l'estrema sinistra e a 10 l'estrema destra. Il punteggio medio è risultato essere 3.88, il che suggerisce che i fan di Grillo su Facebook si considerano in generale di centro sinistra".

In particolare, il 23 % ha detto di aver votato per Di Pietro alle elezioni del 2008 e il 22 % per il Pd. Va detto però che una percentuale significativa (il 13 %) ha riferito di aver votato per il Pdl e il 5 % per la Lega Nord. Ed bene ricordare che si sta parlando di fan sui social media, non di votanti effettivi. E che alcune ricerche recenti, come quella di Fabio Bordignon e Luigi Ceccarini (citata nello studio Demos) sembrano confermare un'avanzata della componente destrorsa nell'elettorato grillino. Che, su Facebook, è in gran parte composto da maschi (63 %) sopra i 30 anni, con un buon grado di istruzione.

Il 54 % dei fan del comico che hanno risposto al sondaggio ha dichiarato di possedere il diploma di scuola secondaria, a fronte di una media italiana del 34,8 %. il titolo scolastico sembra però giocare a sfavore della carriera lavorativa, visto che la percentuale di disoccupati è molto alta: 19 %, contro una media del 7,9 (ad agosto scorso). Delle istituzioni non si salva nessuno: il grillino social mediatico le aborre in blocco; non sorprende il bassissimo grado di fiducia nei partiti (3%) e nei media (11%). Non parliamo delle banche (2%).

Ma nemmeno organizzazioni come la polizia (31%), l'esercito (27%) o l'Unione Europea (19%) ne escono granché bene. Su tutto svetta Internet su cui si appunta la fiducia di tre quarti del campione e in maniera abbastanza curiosa, tengono bene le piccole e medie imprese, forse viste come più vicine e affidabili delle grosse e "cattive" multinazionali.

Più dei simpatizzanti di altre forze politiche i grillini sembrano disposti ad azioni dimostrative per sostenere le proprie idee: solo il 17 % esclude categoricamente il ricorso all'occupazione di edifici e fabbriche (a fronte del 78% delle statistiche nazionali) il 10 % la partecipazione a scioperi non autorizzati e il 9 % l'adesione a un boicottaggio.

D'altra parte, le risposte in materia di immigrazione sembrano contraddire invece chi dipinge i Pentastelle come un movimento razzista e xenofobo, per molti versi affine alla Lega: più delle metà, il 56% degli intervistati, la vede come un'opportunità e non un pericolo, in misura doppia rispetto a quella (28%) che si riscontra esaminando la popolazione italiana nel suo complesso. L'approccio aperto e solidale caratterizza però maggiormente gli ultra-trentenni e tende a sbiadire con il diminuire dell'età del campione.

Nel rapporto i ricercatori sospendono volutamente il giudizio sugli aspetti più controversi del grillismo, - dalla stigmatizzazione dei dissidenti, vedi Giovanni Favia e Federica Salsi al ruolo di Gianroberto Casaleggio all'interno del movimento – e stanno molto attenti a non usare l'aggettivi connotativi come "populista", pur cercando di inquadrare la vicenda dei Pentastelle all'interno di un quadro europeo più ampio di emersione di nuovi soggetti politici che sfidano i partiti politici tradizionali.

Nell'insieme un ritratto composito, tanto più interessante in quanto difficilmente sospettabile di propagare visioni di parte.

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