«Vogliamo un lago vivo e vivibile». È l'appello dei promotori della Camminata per il Garda, una passeggiata per l'ambiente che unisce più di 40 associazioni e comitati civici delle tre regioni, Veneto, Lombardia e Trentino, bagnate dalle acque del più grande lago italiano. Una pacifica marcia nel verde, aperta a tutti cittadini, per difendere un territorio meraviglioso, assediato dalla cementificazione, dal degrado ambientale e dall'eccessivo sfruttamento turistico.

Questa manifestazione nella natura di sabato 7 giugno, con tre percorsi che convergono sulla piana panoramica della splendida Rocca di Garda, può segnare una svolta e diventare un modello per i movimenti per la tutela dell'ambiente e del paesaggio in tutta Italia: l'unione fa la forza. Per sperare di fermare le speculazioni edilizie e i disastri ecologici bisogna fare fronte comune, coinvolgere i cittadini, allargare gli orizzonti anche geografici della mobilitazione. «Camminiamo insieme per dire no alla distruzione del territorio del Garda, sì alla salvaguardia di un paesaggio unico», si legge nel manifesto firmato dai promotori: Italia Nostra, Legambiente, Wwf, Coordinamento interregionale Lago di Garda, associazione Il Carpino, Garda Futura, Garda Terra Nostra Madre. All'iniziativa hanno aderito decine di gruppi, comitati e personalità di tutto il bacino del lago, tra le province di Brescia, Verona e Trento.
«Il Garda non è solo una destinazione turistica», scrivono i promotori. «È un paesaggio che ci parla, un ambiente in cui natura, storia e comunità si sono intrecciate per secoli. È un bene comune che vogliamo preservare. Il territorio del Garda e il suo entroterra stanno vivendo una trasformazione rapida e non sostenibile, che rischia di compromettere ciò che rende questo luogo speciale: la sua autenticità e la sua bellezza naturale. Cementificazione e consumo di suolo stanno sostituendo rive, oliveti, prati e boschi con residence e infrastrutture turistiche invasive. La biodiversità si sta sempre più riducendo, il paesaggio perde ogni giorno un pezzo. Sono in gioco la bellezza e l’equilibrio ecologico di un territorio delicato. L’eccessivo flusso turistico sta trasformando il lago in un grande luna park che produce enormi profitti per pochi e numerosi disagi per tutti gli altri».
L'Espresso in questi anni ha pubblicato numerosi articoli di inchiesta e denuncia sui problemi dell'area del Garda: edilizia selvaggia, fognature al collasso, speculazioni edilizie perfino in zone ad alto rischio di frane e alluvioni, degrado dell'ambiente, aggravato da opere folli come la costosissima ciclovia ammazza-coste.

Un nostro reportage del 2008 riassumeva il saccheggio del territorio con questo titolo: «Lago di Garda e di cemento». Da allora la speculazione edilizia non si è mai fermata, anzi si è aggravata, fino a minacciare il futuro di un territorio che continua ad attrarre oltre 25 milioni di presenze turistiche all'anno: una ricchezza per tutti, un tesoro naturale che andrebbe preservato per le generazioni future.
«In questi anni ci siamo resi conto che è assai difficile contrastare la devastazione del territorio», spiega Marisa Velardita, vicepresidente della sezione di Verona di Italia Nostra. «Una distruzione del paesaggio voluta da imprenditori, che qui negli ultimi tempi sono per lo più altoatesini, che calano sulle sponde venete per fare affari nell'edilizia con l'assenso compiacente delle amministrazioni locali. Noi ci abbiamo provato con esposti alla Procura e sollecitazioni ai Soprintendenti affinché vigilassero, ma con pochi risultati e tanto avvilimento. A nostro giudizio, occorre una conversione delle coscienze, dei cittadini e degli amministratori. Non so se questo avverrà, ma noi raccontiamo la verità nella speranza che ci ascoltino, prima che la bellezza del Garda scompaia sotto una coltre di cemento».

Mario Spezia, fondatore dell'associazione ecologista Il Carpino, evidenzia i limiti e i danni della divisione in tre regioni e in decine di comuni: «È assolutamente necessario gestire le problematiche del Lago di Garda in modo unitario e coordinato. Le sue acque e le sue criticità non possono avere confini amministrativi. Proponiamo quindi l'istituzione di un'Autorità di bacino, più volte invocata, ma di fatto mai realizzata. Un'Autorità che rappresenti i comuni delle tre sponde, per gestire in modo unitario la circolazione e i collegamenti, sia stradali che lacustri, e opere come lo scolmatore Adige-Garda, ma anche per varare (finalmente) un bando di concorso europeo per lo studio e la progettazione di un sistema di collettamento e depurazione dei reflui fognari nell'intero bacino. È necessario affrontare i problemi del lago con una visione organica e con una struttura capace di offrire un quadro di professionalità e di competenza, in linea con la gravità e la complessità delle questioni aperte».
«La biodiversità del Lago di Garda è sempre stata bellissima e preziosa, alcune specie di pesci o di piante, su tutta quanta la Terra, si trovano solo qua», sottolinea Michele Dall'O', presidente del Wwf veronese. «Fino ad un certo momento la mano dell'uomo aveva modellato sapientemente l'ambiente, creando ad esempio i paesaggi degli uliveti, dove crescevano rigogliose orchidee selvatiche. Poi questa mano ha preso a vorticare vertiginosamente e sempre più ampie porzioni di territorio sono state sottratte alla natura. Stanno scomparendo dalle sponde del Garda i canneti, importantissimi per la loro funzione di depurazione, di protezione delle rive e di luogo di riproduzione per molte specie. Sta scomparendo la vegetazione di piante sommerse. La bellezza che si percepisce dalla Rocca di Garda vuole essere un richiamo prepotente: fermiamoci! Coordiniamoci, abbandoniamo i localismi ed agiamo: possiamo e dobbiamo ricostituire la natura che abbiamo dimenticato e degradato».

Lorenza Ragnolini, che è proprio di Garda, dove ha creato una lista civica che si batte in sede amministrativa contro la cementificazione, segnala gli stretti legami tra problemi in apparenza diversi: «Sedendo dal 2016 nei banchi dell'opposizione, ho avuto modo di osservare l’aggravarsi del degrado del nostro territorio. Oltre al gigantesco e insostenibile carico antropico che vi si riversa nei mesi caldi, noto come over-tourism, con tutto il suo impatto sulle infrastrutture, viabilità, approvvigionamento idrico ed elettrico, emergenza casa e aumento del costo della vita, c'è dell'altro. Siamo in preda ad una fortissima speculazione edilizia, inarrestabile data l’assenza di un vero contrasto normativo al consumo di suolo, che porta con se un elevatissimo rischio di riciclaggio di denaro sporco e infiltrazione mafiosa».
«Non siamo contro il turismo, né contro lo sviluppo. Siamo a favore di un nuovo equilibrio, che metta le persone e l’ambiente al primo posto, che crei un benessere duraturo, non solo una rendita immediata», scrivono le associazioni che promuovono la Camminata per il Garda. «Le nostre priorità per il territorio sono: fermare il consumo di suolo, basta nuove colate di cemento; difendere i paesaggi agrari, i prati, gli oliveti e i boschi che ci restano; prima di costruire ancora, recuperare gli spazi vuoti, abbandonati o sottoutilizzati; promuovere un turismo lento, che rispetti l’identità del territorio e generi valore per chi ci vive».
Tutte le notizie utili e le avvertenze pratiche sulla manifestazione di sabato 7 giugno sono pubblicate sul sito dei promotori: