Anche Orellana e Casaletto lasciano la componente del gruppo misto fondata dagli ex parlamentari del Movimento. La rottura è sul rapporto con il governo, che, pensando ai ristretti numeri in Senato, ringrazia. Orellana propone “una nuova componente che valuti voto per voto”

Senato, gli ex 5 Stelle litigano e si scindono

“Con lettera pervenuta in data 30 ottobre 2014, la Presidente del Gruppo Misto ha comunicato che la senatrice Casaletto e il senatore Orellana cessano di far parte della componente Italia Lavori in Corso”. Il Senato prende così atto e registra l’implosione della componente del gruppo Misto che, nonostante al Senato non abbia valore regolamentale, avevano fondato alcuni ex 5 stelle, espulsi a vario titolo dal Movimento di Beppe Grillo. Motivo scatenante, il voto favorevole al governo espresso da Luis Orellana relativamente alla variazione della Nota di aggiornamento del Def.

I “Lavori in Corso”, insomma, rimangono uno dei tanti cantieri incompiuti d’Italia, e si allontana il sogno di un gruppo autonomo, perché dopo l’addio di Lorenzo Battista (finito direttamente in maggioranza, nel gruppo Per le Autonomie, con i socialisti di Riccardo Nencini), di Paola De Pin e Adele Gambaro, ora arrivano quelli di Monica Casaletto e Luis Orellana, e nella componente rimangono così solo Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella, da tempo vicini alla sinistra della lista Tsipras (“abbiamo sostenuto le liste in Emilia e in Calabria”, ricorda Campanella), e Alessandra Bencini, che politicamente è meno esposta.

Laura Bignami, Bartolomeo Pepe, Maria Mussini e Maurizio Romani, altri ex 5 stelle, sono quelli con più nostalgia del Movimento, e si sono infatti riuniti nella componente “Movimento X”. Il motivo della rottura tra i senatori di Lavori in corso è soprattutto il rapporto con il governo Renzi: se Fabiola Anitori, che non è mai entrata nella componente, vota già da un po’ i provvedimenti del governo, così come Lorenzo Battista, anche Luis Orellana, con quello sul Def, ha speso il suo voto per far proseguire l’opera del premier.

Orellana, sentito dall’Espresso, ha confermato che la ragione della crisi della componente è il rapporto con il governo Renzi, “o meglio l’incapacità di confrontarsi sul merito dei provvedimenti”, perché guai a dargli del venduto, come fanno i suoi vecchi colleghi: lui è sicuro di portare così avanti lo spirito del Movimento, “valutando i singoli interventi”. A questo poi, si aggiunge proprio la scelta di Bocchino e Campanella di sostenere la lista Tsipras alle ultime europee e alle regionali: “Non è possibile che due persone condizionino un gruppo più ampio e con diverse idee”.

Insomma, tra gli ex 5 stelle si ripetono le stesse dinamiche che esistono nel Movimento, che riunisce deputati e senatori con diverse sensibilità politiche. Cosa c’è nel futuro degli ex 5 stelle senza più corrente? Orellana parla “ovviamente a titolo personale”, ma vedrebbe bene una nuova componente, “a patto che nasca sull’idea di valutare voto per voto i provvedimenti del premier”. “Senza questa condizione” dice ancora Orellana, “non ha senso”: Renzi ringrazia, e Orellana precisa: “Se non è così, tanto vale restare ognuno per fatti suoi, nel gruppo misto”. Andare con Lorenzo Battista nel gruppo con i socialisti, direttamente in maggioranza, è invece ancora fuori discussione: “Quella di Battista è una scelta molto seria”.

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