Stilare una lista nera delle organizzazioni finanziate dall’estero e limitarne le attività se ritenute una minaccia alla sovranità dell’Ungheria. Sono questi gli obiettivi del disegno di legge “Trasparenza nella vita pubblica”, depositato martedì 13 maggio da János Halász deputato del partito di governo Fidesz. Una volta inserite nell’elenco, le Ong potranno ricevere fondi esteri solo con l’autorizzazione dell’agenzia delle entrate. Nel caso in cui un'organizzazione ottenesse finanziamenti stranieri eludendo tali disposizioni, rischierebbe una multa pari a 25 volte l’importo ricevuto. In mancanza di pagamento, verrebbe sciolta e bandita. Il disegno di legge sarà sottoposto al voto nelle prossime settimane.
Molti osservatori lo hanno paragonato alla controversa legge sugli “agenti stranieri” adottata dalla Russia nel 2012 e ampliata negli anni successivi fino a colpire attivisti, giornalisti e blogger. Un modello consolidato, che è stato esportato anche in Georgia. Il partito filorusso Sogno Georgiano è riuscito a ottenerne l’approvazione in parlamento lo scorso anno, generando un'ondata di mobilitazioni di piazza tuttora in corso.
Orbàn aveva annunciato già a marzo l’intenzione di colpire i finanziamenti stranieri destinati a media indipendenti, politici dell’opposizione e Ong, in vista delle elezioni del 2026. Nel dicembre scorso, la Commissione europea ha deferito l’Ungheria alla Corte di giustizia dell’Ue per aver istituito l’Ufficio per la Protezione della Sovranità, incaricato di monitorare e contrastare quella che viene definita “interferenza politica straniera”. L'accusa è di aver violato norme europee fondamentali, tra cui la libertà di espressione, di associazione e la protezione dei dati personali. Le autorità ungheresi, su decisione dell’Ufficio, potranno infatti accedere agli uffici delle organizzazioni, esaminare documenti e dispositivi elettronici.
Il disegno di legge proposto da Fidesz considera come una "minaccia alla sovranità" anche “rappresentare l’Ungheria in modo negativo” o mettere in discussione “la centralità del matrimonio, della famiglia e dei sessi biologici”. Persino fondi provenienti da progetti europei potrebbero rientrare nella definizione di “finanziamenti stranieri pericolosi”.
"Questa legge segue il manuale russo", ha commentato il sindaco di Budapest Gergely Karácsony. Il parlamentare indipendente Ákos Hadházy ha definito la proposta "un altro passo verso la putinizzazione dell’Ungheria" e l'ha collegata al provvedimento che ha vietato eventi pubblici legati alla comunità Lgbtq+: "La ‘legge Pride’ era solo l’inizio. Questo è il primo passo verso la criminalizzazione della stampa indipendente e delle Ong, e potrebbe perfino rendere impossibile l’attività di partiti e politici d’opposizione. Se qualcuno pensa ancora che Fidesz non oserà spingersi oltre, è tempo di svegliarsi".