Il comizio di Beppe Grillo da Bruno Vespa Uno show per convincere chi ha paura di lui

Assegni giganti, selfie, un plastico delle prigione con dentro i politici, attacchi agli altri partiti. Nello studio di "Porta a Porta" l'ex comico porta tutto il suo repertorio e qualche effetto speciale. Per conquistare quell'elettorato che lo giudica troppo aggressivo

Bruno Vespa aspetta in piedi, nel piazzale, l’arrivo di Beppe Grillo negli studi Rai di via Teulada, a Roma. Questa è già una vittoria dell’ex comico, oggi leader. Grillo arriva in taxi, con un plastico, al seguito, regalo per il conduttore. È un carcere, col fossato e le finestre delle celle. In ogni finestra un leader politico. Monti, Napolitano, Berlusconi. E, ovviamente, Renzi. È il castello di Lerici: «l’ho scelto perché mi ricorda la mia infanzia», spiega Grillo. «Ci sono le segrete da cui spuntano dei signori: ci sono tutte le categorie, politici, imprenditori e giornalisti». «Noi vinceremo le europee e poi vinceremo anche le politiche. E faremo il politometro a tutti» e «un processo online lungo un anno».


Il blob dell'intervista di Bruno Vespa a Beppe Grillo

Anche se dall’attacco non si capisce bene, Grillo è andato da Vespa per rassicurare una fetta di elettorato che lui immagina «spaventato». È tornato in Rai per conquistare il pubblico di Raiuno: «vedo che avete anche foto di me normali» dice mentre passeggia per lo studio, guardando i maxischermi. «Sono stupefatto per le foto che mettete, urlo sempre, la gente si spaventa». Grillo per primo svela l’obiettivo della serata, cioè rassicurare: «Io vengo qua perché ho bisogno di far capire alla gente della mia età che ci sono pregiudizi su di me. Voglio dimostrare che non sono quello che i mezzi di informazione fanno vedere di me, che sono cattivissimo e dico parolacce. È una mossa politica, siamo sotto elezioni». Quando poi inevitabilmente si agita, «per la passione», durante l’ora di intervista - confusa più che serrata - Grillo chiede a Vespa: «vedi che sto gridando, fammi calmare!». «Rilassati» dice il conduttore. «Non riesco a rilassarmi con te davanti», risponde l’ex comico.
Il commento
E il rivoluzionario Grillo diventò educato per qualche voto
20/5/2014

Non si calma molto, ma forse rassicura comunque: «non ho detto neanche una parolaccia» dice alla fine, con una piccola bugia. Non si calma e col fiatone, bevendo numerosi bicchieri d’acqua, replica il copione dei suoi comizi. ««Grillo! È un’intervista e non un comizio» ricorda Vespa, in un guizzo, inutilmente. Certo che è un comizio, aveva dubbi? «Io non venivo qui a farmi intervistare» dice Grillo, «sono in comizio». D’altronde il titolo della puntata è “Adesso parlo io”. Poteva andare diversamente?
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Vespa prova a condurre sui temi, senza troppo successo. Sugli immigrati però ottiene risposte interessanti, e una certa esitazione di Grillo. «Meno cuore e più intelligenza» è la risposta, perché quello degli sbarchi «è un problema che non possiamo risolvere da soli e quindi l'Europa ci deve aiutare», usando ovviamente la tecnologia: «abbiamo i satelliti per vedere le file di chi si imbarca», e quindi perché non fermarli, pur chiedendosi «chi guadagna da quel traffico». Poi certo, «chi chiede asilo non si può rimandare a casa». «La pensi come Alfano» sintetizza Vespa. «Può essere» non può che ammettere Grillo, aggiungendo: «lui però è stato al governo».

Sul lavoro: «sono per il lavoro flessibile» dice Grillo che apprezza «la legge Biagi», dove «c’è una parte di flessibilità e una di sostegno al reddito». La seconda, evidentemente, disattesa: «per questo» continua il leader 5 stelle, «abbiamo proposto il reddito di cittadinanza». Forse contagiato dallo studio Grillo promette poi «un milione di posti di lavoro», investendo nelle rinnovabili, nelle «stampanti 3D», nel riciclo, nel valorizzare le risorse: «perché questa è l’economia e non un ministro della Jp Morgan che parla di spread».

L’Expo? «Va chiuso» dice Grillo, perché a Milano «nessuno viene a investire ma a prelevare». «C'è la mafia dappertutto in quel posto». Che è un posto brutto, così come l’Europa. Vespa è pronto a ricordargli che non si può fare, ma Grillo conferma: «Dobbiamo andare in Europa, fare vedere che ci siamo. Se non ci ascolteranno chiederemo un referendum: se uscire dall'euro o no lo decide il popolo italiano, non quattro coglionetti».

Spazio poi agli scenari politici. Conferma Grillo che, se vincitore, chiederà il voto anticipato: «la consulta ha detto che si può votare anche con il Porcellum come modificato dalla sentenza». Certo «proveranno a resistere», ma il Movimento chiederà a Napolitano di dimettersi: «andremo sotto il Quirinale a dirgli che non rappresenta più la repubblica». «Voglio vedere cosa faranno milioni di italiani». E poi? «Siamo al 94 per cento» scherza Grillo, al solito. «Come farai a fare un governo?» chiede Vespa. «Non faremo alleanze» è il punto fermo. «E quindi come farete? Un monocolore? E con quali voti? Serve il 51 per cento». «Chi se ne frega del 51 per cento». D’altronde il Movimento «è un sogno», «ha incanalato la rabbia», «evitato il fascismo». E gli altri, invece, sono «un’associazione a delinquere».

E se l’ex senatrice 5 stelle, Maria Mussini prima del fischio d’inizio si chiedeva retorica, «ma se Grillo va da Vespa poi Federica Salsi può chiedere la sua espulsione?», le immagini della serata che più le rispondono sono tre. Il selfie di Vespa con Grillo, sorridenti. Grillo che («basta con l’ipocrisia») impone a Vespa di darsi «del tu». “Il cinque” scambiato dai due alla fine del match. O del comizio.

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