Il comizio messo in scena a Porta a Porta mostra che il leader dei 5 Stelle è disposto a tutto per il successo elettorale. E di fronte alle sue tante contraddizioni, persino Vespa ha giganteggiato

Adesso è chiaro a tutti e nessuno - neanche per scherzo- potrà più dubitare del celeberrimo teorema di Jannacci, quello che diceva che la televisiun la g'ha na forza de leun.

Lo si è visto e imparato ieri sera, quando il rivoluzionario Grillo, il folgorante censore delle peggiori pratiche vespatorie, ha educatamente suonato al campanello proprio di Vespa per comiziare a "Porta a Porta".

Grillo, si sa, è quello che è: un monologatore convinto che la televisione sia come un tempo, quando i suoi show erano dinamite nel palinsesto italico. Peccato che da allora le cose siano cambiate, e che per trovare un fenomeno che (stra)parla a raffica basti sostare dalle parti de "La gabbia", o in qualche piazza insultante collegata con "Quinta colonna".
L'evento
Il comizio di Beppe Grillo da Bruno Vespa Uno show per convincere chi ha paura di lui
20/5/2014

Dunque zio Beppe, piazzista di nobili intenti, ha soltanto reiterato uno stereotipo decadente, fatto di lesti comiziatori a proprio uso e consumo.

In pieno spirito berlusconiano, tutto ciò che Grillo ha promesso da Vespa - l'onestà, la giustizia, una diversa gestione delle spese militari, il controllo della malapolitica e avanti così sul fronte della virtuosità - aveva il sapore di detersivo in offerta, smascherato paradossalmente dall'efficacia del conduttore, per una volta degno dei migliori applausi.

Puntale, esatto, essenziale, gigante nel sottolineare le contraddizioni cinquestellate, Vespa ha opposto all'invettiva tachicardica una lezione di videolinguaggio: ha ribadito, insomma, che in televisione conta prima di tutto il format, il come, il modo in cui parole e gesti danzano davanti al pubblico. E il format di "Porta a Porta", ieri sera, è resuscitato proprio grazie a Grillo, che nel tentativo di scardinarlo ne ha esaltato le difese immunitarie.

Perché l'Italia che non muore mai, caro mister Beppe, è proprio quella che la sera sonnecchia davanti ai talk show, e trova in Vespa e in altri sostituti i custodi del suo conformismo.

Dunque sedersi a "Porta a Porta" e monologare in poltrona bianca sui mali del Paese, non ha fatto che confermare ciò che tutti sospettavano; ossia che Grillo, pur di brillare al mercato dei voti, è disposto a qualunque cosa.

Anche a tornare negli studi Rai, sostare nel salotto tanto vituperato, e poi baciare la pantofola del trionfatore Vespa.

Che ha goduto - dio sa se ha goduto - accogliendo tra le sue braccia il Masaniello dei vaffadays.

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