Maroni galvanizzato dal referendum in Scozia "Se vince il sì, votiamo anche in Lombardia"

Il governatore leghista intervistato dal quotidiano spagnolo El Pais riscopre la sua vena indipendentista: "Non si capisce perché in Europa non dovrebbe poter esistere uno Stato con dieci milioni di abitanti e invece ne esiste uno come Malta"

Non c'è contraddizione tra l'essere leghista, indipendentista e l'esser stato «nientemeno» che ministro dell'Interno? «Assolutamente no» risponde l'ex ministro, oggi presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni. Come vi viene in mente: «io sono per l'Europa dei popoli e delle regioni. Gli Stati sono superati, non controllano le frontiere, la moneta è l'Euro, la banca centrale italiana non conta nulla». E poi ci sono i vincoli economici, ormai decisi altrove. Ha fatto il ministro, insomma, Maroni, ma non ci credeva molto. O almeno così sembrerebbe stando a quando dice a El Pais, quotidiano spagnolo.

In questa Europa dei popoli e delle regioni, dove gli Stati non contano più, il voto della Scozia (il 18 settembre), per l'indipendenza dal Regno Unito, può rappresentare il liberi tutti. «Non vedo differenza tra Scozia e Lombardia, tra gli uni e gli altri», dice Maroni: «Se vincerà il sì, si metterà in funzione un processo che nessuno governo potrà fermare».

«Anche noi potremo fare un referendum». «E il Veneto, e la Catalogna», dove una data per il referendum c'è già, il 9 novembre, chiesta a gran voce da piazze stracolme, l'ultima l'11 settembre, nonostante il governo centrale dica che la consultazione non si può fare perché «illegale». D'altronde, è il semplice ragionamento del presidente, «non si capisce perché in Europa non dovrebbe poter esistere uno Stato come la Lombardia con dieci milioni di abitanti e invece ne esiste uno da un milione di abitanti, come Malta».

Insomma, sulla scia della Scozia, la Lega ritorna indipendentista, almeno nelle parole di Roberto Maroni. E se avete avuto l'impressione che fino a ieri ci si concentrasse più sugli immigrati, sbagliate: «questo è perché voi giornalisti scrivete stupidaggini sulla Lega» replica Maroni al collega che fa la domanda impertinente. «Si tratta solo di applicare la legge» dice Maroni spiegando la differenza tra clandestini e rifugiati. La Lega, insomma, non è razzista, ma semplicemente contrasta «il buonismo che prevale oggi e fa aumentare i reati». 

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