L’inchiesta per tangenti nella sanità lombarda scatena la difesa d’ufficio di Matteo Salvini per l’assessore Massimo Garavaglia (indagato), mentre Silvio Berlusconi si dice «stupito». Un’altra grana giudiziaria che rischia di far cadere il Pirellone a guida leghista. Il Pd chiede di tornare al voto dopo il fallimento politico

L’arresto del vicepresidente lombardo Mario Mantovani fa tremare il Pirellone a guida del leghista Roberto Maroni.

Dopo i suoi guai personali con la richiesta di rinvio a giudizio per l’affaire delle collaboratici Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio (presunte pressioni per far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo), ora le opposizioni chiedono la “testa politica” di Maroni invocando le sue dimissioni.

Le accuse per il numero due di Regione Lombardia Mario Mantovani sono pesanti: appalti pubblici in cambio di lavori nelle sue case e strutture per anziani, una fitta rete di cooperative e di società controllate che ricevono finanziamenti regionali, gare truccate, pressioni e appalti pilotati e invalidati su input del collega di giunta Massimo Garavaglia.

Per il gip Stefania Pepe che ha firmato l’ordinanza, i tre arrestati (Giacomo Di Capua, collaboratore di Mantovani e dipendente regionale, e Angelo Bianchi, ingegnere del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria) hanno dimostrato «una spiccata capacità criminale» e una «propensione alla violazione delle regole».

Parole di circostanza quelle pronunciate da Maroni dopo la notizia diffusa ieri mattina:«Sono rimasto stupito dell'arresto di Mantovani e mi auguro che sarà in grado di dimostrare la sua correttezza. Da quanto si apprende, la gran parte delle contestazioni che gli vengono rivolte sono estranee al suo incarico in Regione».

Le indagine sono partite quando Mantovani era sindaco di Arconate (comune alle porte Milano), senatore e sottosegretario alle infrastrutture con il governo Berlusconi, ma il suo trasloco nel 2013 da Roma a Milano non ha cambiato la carte in tavola.
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IL LEGHISTA ONESTO E CONCRETO
E mentre il leghista Garavaglia invoca “l’errore giudiziario”, è il frontman del Carroccio Matteo Salvini a difenderlo a spada tratta: «L'assessore al bilancio di Regione Lombardia, leghista onesto e concreto, è indagato (e sputtanato da stamattina) perché la sua colpa sarebbe di aver aiutato una associazione di volontariato del suo territorio, che trasporta malati e dializzati. Avrebbe quindi "truccato" un appalto, poi vinto da altri!!! Se aiutare (senza peraltro riuscirci) una associazione di volontariato è un reato, mi auto-denuncio anche io: arrestatemi!».

Una semplificazione che basta giusto per i suoi seguaci di Facebook.

Sarebbe stato proprio il “leghista onesto” a chiedere a Mantovani di intervenire sull’Asl Milano 1 per invalidare una gara per il trasporto di malati che soffrono di insufficienza renale.

Queste gare “prevedevano un importo complessivo posto a base d’asta pari a 11.369.079 euro. Dopo la pubblicazione del bando, si registrava l’interessamento, da parte dell’assessore all’Economia di Regione Lombardia, Massimo Garavaglia, affinché dal servizio in questione non fossero escluse le associazioni di volontariato locali, gestori sino a quel momento del trasporto in argomento” si legge nell’ordinanza.

Garavaglia si rivolgeva così a Mantovani (assessore alla Salute) “affinché provvedesse a far annullare la gara alla quale, in virtù di stringenti norme e requisiti, non hanno potuto partecipare alcune associazioni locali. Atteso ciò, emergeva un diretto e deciso interessamento di Mantovani in tale questione, con chiare e determinanti disposizioni impartite al suo collaboratore Giacomo Di Capua e al direttore generale di Asl Milano 1, Giorgio Scivoletto”.

Quest’ultimo, senza batter ciglio, eseguiva i desiderata dei due politici.

Per Garavaglia e Mantovani c’è l’aggravante di “di aver commesso il fatto con abuso dei poteri pubblici” scrive il gip Stefania Pepe.

LA DIFESA DI BERLUSCONI E TOTI
Silvio Berlusconi ha difeso il suo fedelissimo che ha scalato tutte le gerarchie del partito: dall’iscrizione nel 1994 a Forza Italia fino a diventare nel 2011 coordinatore regionale del Popolo della Libertà.

Un ruolo di primo piano all'interno degli azzurri lombardi, che rende Mantovani una figura chiave dal punto di vista politico durante l'ultimo mandato dell’ex governatore Roberto Formigoni, con cui trattava direttamente per conto del cavaliere. Dalle liste elettorali alle nomine di direttori e manager pubblici, la parola di Mantovani non mancava mai. Fino alla scelta di indicarlo come braccio destro di Maroni e responsabile di tutta la sanità regionale.

«Ci ha stupito molto questa inchiesta di cui non sapevamo nulla» dice Silvio Berlusconi:«Francamente conosciamo Mantovani come persona corretta e siamo in attesa di notizie». Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, si limita a commentare:«Non saprei cosa dire, resto garantista; spero che possa provare la propria innocenza. Le misure prese sono molto gravi, spero giustificabili fino in fondo. La detenzione in carcere è una misura che i magistrati non dovrebbero usare a cuor leggero».

Per Roberto Formigoni che ha governato per 17 anni ininterrotti sulla Lombardia è l’occasione invece per auto-celebrarsi:«Quelle verso Mantovani sono accuse gravi, ma credo che sia necessario essere garantisti. In ogni caso, il metodo di governo inventato da me in Lombardia continua a dare i risultati migliori».

LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEL PD
È invece l’opposizione di centrosinistra che va all’accatto. «Quel che più impressiona è che l'indagine con accusa di concussione e corruzione aggravata si riferisce ad episodi tra il 6 giugno 2012 e il 30 giugno 2014: la prova provata che nessuna discontinuità c'è stata nel passaggio dalla vecchia amministrazione, crollata proprio per indagini giudiziarie, alla giunta attuale» afferma Umberto Ambrosoli, coordinatore del centrosinistra nel parlamentino lombardo, che insieme ai consiglieri di opposizione già nei mesi scorsi aveva chiesto in aula le dimissioni di Mantovani.

«Alla luce di questa indagine - osserva Ambrosoli - si possono capire anche tutti gli impantanamenti, le difficoltà e curve pericolose di quella evoluzione della legge sanitaria contro cui, come opposizione, abbiamo opposto un ostruzionismo forte e compatto. Fa sorridere l'ironia della sorte: questi arresti avvengano proprio nel giorno in cui Consiglio regionale e Giunta celebrano la trasparenza amministrativa».

Mentre per i vendoliani «sembra di rivivere l’era Formigoni», è il Partito democratico a chiedere una mozione di sfiducia per il governatore Maroni.

«Il presidente si era candidato alla guida della Lombardia agitando le scope e promettendo di riportare trasparenza e legalità – spiega il segretario del Pd Alessandro Alfieri – ma il suo progetto politico è fallito. È sotto gli occhi di tutti: l’andazzo è sempre lo stesso con Regione Lombardia, ancora una volta, coperta dall’onta degli scandali. Maroni di questo ha la responsabilità politica e deve trarne le conseguenze. Noi metteremo in campo tutti gli strumenti per far sì che questa legislatura termini prima del tempo e si possa definitivamente voltare pagina rispetto alla pessima gestione della Lega e del centrodestra».

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