“Una doccia fredda per i leader dell'Unione Europea”. Con queste parole Bill Emmot, opinionista del Financial Times, ha commentato i risultati delle elezioni regionali. Ex direttore di The Economist e coautore del documentario sull'Italia “Girlfriend in a Coma” e di quello sull'Europa "The Great European Disaster Movie" Emmot non ha usato mezzi termini per descrivere la battuta d'arresto di Renzi. La sua opinione a proposito, apparsa questa mattina sul Financial Times, è che gli italiani abbiano voluto “lanciare un messaggio agli altri governi dell'Unione Europea” dicendo loro: “non dateci per scontati”.
Che una tale richiesta provenga dall'Italia è, secondo Emmott, particolarmente significativo e preoccupante. Nonostante i leader europei siano abituati alla crescita delle forze anti-establishment, il Belpaese era considerato fino a pochi giorni fa una terra non a rischio grazie al consenso di cui godeva Matteo Renzi, ossia colui che era riuscito a incanalare la richiesta popolare di “rottura col passato” in un progetto liberale, europeista e di centro-sinistra. Sicurezza che è venuta a meno con l'espansione territoriale degli “anti-europeisti e anti-immigrati della Lega Nord” e con la conferma del Movimento Cinque Stelle, i cui elettori “pensano ancora di avere molte questioni per cui dovere protestare”.
“Perché questa ingratitudine verso Renzi?” Nonostante il mancato successo elettorale Emmot lascia trasparire fiducia verso il percorso di riforme iniziato dal premier, che però molti italiani non hanno compreso e, soprattutto, di cui non ne vedono gli effetti. La riforma del lavoro che faciliterebbe le assunzioni a tempo indeterminato darebbe i suoi frutti quando le imprese saranno nelle condizioni di assumere, quindi non ora. Inoltre il grande handicap di Renzi è stato, fino ad oggi, l'assenza di una forte maggioranza parlamentare, che lo ha costretto a dipendere dalle richieste del “vecchio stallone Silvio Berlusconi”.
Renzi deve adesso prestare attenzione al messaggio che gli italiani gli hanno mandato. Ciò significa, per Emmott, andare dritto e convinto per la sua strada promuovendo leggi che rimuovano gli ostacoli alla crescita economica e alla competitività. L'Italia dovrebbe inoltre “seguire l'esempio della Francia estendendo ulteriormente le regole fiscali sull'euro per incentivare le richieste di aiuto economico”. Uno degli obiettivi principali deve essere dunque quello di attrarre gli investitori stranieri, facendo sì che essi abbiano “fiducia” nel paese.
Nonostante la speranza verso Renzi che Emmott lascia intendere, egli riconosce che le elezioni regionali mettono in dubbio la stabilità italiana all'interno degli equilibri europei e che per il premier è arrivato il momento della prova del nove. Se andrà avanti nel suo percorso di riforme in senso liberista confermerà la fiducia che i leader europei ripongono in lui e questo è il momento di dimostrarlo. E' ora, secondo Emmott, che Renzi risponda alla domanda che lui stesso gli pone: sei davvero dalla parte del cambiamento e di un futuro migliore per l'Italia o sei tutto chiacchiere e nessun fatto?