Il governo nella notte vara undici decreti della riforma della pubblica amministrazione. C’è la stretta sui furbetti del bagde ma siccome la norma c’è già, è solo una sospensione. Forestale accorpata con i carabinieri. E sulla scuola il premier annunica un concorso per 63 mila insegnanti

Sono undici i decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione che il governo ha licenziato nella notte di mercoledì e che ora andranno in parlamento per raccogliere i pareri delle camere. Si va dalla Forestale accorpata con i Carabinieri alla creazione dei distratti territoriali per spingere verso la creazione di più grandi e uniche aziende dei servizi pubblici locali, ormai società per azioni.

Per il ministro Marianna Madia l’intero pacchetto è un successo, ovviamente, che si inserisce anche nella recente campagna del governo sul tema dei “fannulloni” nelle amministrazioni pubbliche. Tra i decreti licenziati dal governo, infatti, c’è anche un ulteriore stretta su chi si assenta dal luogo di lavoro, pur risultando presente.

Come spiegato anche da alcuni parlamentari del Pd ci sarebbe già la legge Brunetta, ed è ovviamente già licenziabile e sanzionabile chi truffa così la pubblica amministrazione. Anche il dirigente che non denuncia rischia già la sospensione. E alcuni casi di cronaca, come quello dei dipendenti di Sanremo, hanno dimostrato che i procedimenti non sono neanche poi tanto lunghi, con i primi quattro licenziamenti che nel caso sanremese sono arrivati in meno di tre mesi, con l’indagine aperta il 22 ottobre. Il governo ha voluto però dare corpo alla stretta annunciata da premier: e così già in 48 ore si dovrà e non più potrà procedere alla sospensione dall’incarico e della retribuzione.

Non è proprio il licenziamento di cui parlava Renzi ma il messaggio è quello rilanciato dal ministro Madia: «Chi timbra e poi esce dall’ufficio va a casa in 48 ore». Si ribadisce poi, nel decreto, il principio del danno di immagine, anche questo già previsto dalle norme, ma rafforzato. Il governo in questo caso stabilisce che l’eventuale danno richiesto non potrà «essere inferiore a sei mensilità dell'ultimo stipendio in godimento, oltre interessi e spese di giustizia» e delega la Corte dei conti a intervenire entro tre mesi.

«C’è una felice sintesi tra Brunetta e la Cgil», dice Matteo Renzi in conferenza stampa, specificando che «la differenza tra le norme che ci sono già e questa è l’efficacia». Come? I dettagli sono affidati all’intervento di Madia o meglio alla diffusione dei decreti, dovendo Renzi volare a Losanna per sostenere la candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024.

Prima di andarsene il premier ha però commentato la crisi di Mps: «Non minimizzo», ha detto, «ma quella che chiamate crisi può diventare un’opportunità». Ed è intervenuto nuovamente, rispondendo ad apposita domanda, sull’iter della legge sulle unioni civili. «Il governo in questa vicenda non interviene ma rispetta il dibattito parlamentare», ha detto confermando che questa volta il governo si rimetterà al lavoro dei senatori. Anche a quello dei senatori dem che hanno presentato un emendamento per prevedere fino a 12 anni di carcere per chi ricorre anche all’estero, dove consentita, alla gestazione per altri.

Il premier ha poi annunciato un concorso per 63mila insegnati. Il ministro Giannini ha specificato che dovrebbe essere indetto a febbraio, e che nella prova ci sarà una domanda in lingua inglese: «Saranno tre bandi entro la prima settimana di febbraio: infanzia primaria, scuola secondaria e sostegno, che per la prima volta ha un bando separato». «Speriamo che a settembre li si possa mettere in cattedra», ha detto invece il premier.

Molte, in generale le novità, che vanno a riempire quella che è «una legge molto ampia», dice il ministro Madia, la cui attuazione completa richiederà ancora molti mesi, forse l’intera legislatura. Nel decreto sulla forestale (sono 7mila gli agenti che passano sotto l’arma dei Carabinieri) c’è anche ad esempio l’istituzione del numero unico per le emergenze, il 112, e un riordino delle autorità portuali, che scenderanno da 24 a 15. Entro il 2017, ha poi ricordato Matteo Renzi, (con enfasi ma coprendo con la mano il logo del suo telefonino: «Non facciamo pubblicità»), si prevede l’attivazione del pin unico di accesso ai siti e ai servizi di tutte le pubbliche amministrazioni.

Delegata alla ricognizione dei comuni (che avranno un anno e mezzo di tempo) è invece la riduzione delle partecipate inutili, l’accorpamento di quelle con i fatturati troppo bassi, la chiusura di quelle con più dirigenti che dipendenti. Prevista poi la possibilità di un amministratore unico per le partecipate, pur mantenendo «la possibilità motivata» di mantenere un consiglio di amministrazione di 3 o 5 membri.

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