Maturo il tempo per varare le unioni civili, maturo il tempo per il rimpasto di governo. Con una tempistica non casuale, proprio nel giorno in cui al Senato dopo mesi e mesi di attesa parte la discussione in Aula sul ddl Cirinnà - profondamente inviso agli alfaniani dell’Ncd - il Consiglio dei ministri vara dopo mesi e mesi di attesa una valanga di nomine per “integrare” e rimpinguare il governo, che tra traslochi e new entry passa da 56 a 64 componenti in totale. Svariati sottosegretari e viceministri: un bel bottino, guarda caso, soprattutto per l’Ncd, che arriva a un totale di cinque posti. Renzi, finalmente, sana anche il “vulnus” apertosi nella maggioranza da quando in marzo Maurizio Lupi diede le dimissioni da ministro dei Trasporti.
Quasi un anno dopo, l’Ndc vede riconosciuto il diritto ad avere una poltrona in cambio: Enrico Costa, finora viceministro della Giustizia, sarà il prossimo ministro degli Affari Regionali. Avrà anche la delega alla Famiglia, che in giorni di Family day non è un segnale da poco. Al suo posto, a via Arenula sale l’alfaniana Federica Chiavaroli, la cui collocazione è funzionale agli equilibri in Senato. Ma ce ne è anche per Dorina Bianchi, sempre Ncd, che diventa sottosegretaria alla Cultura (la poltrona vacante era quella della dem Francesca Barracciu, dimessasi in autunno), Torna al governo – come anticipato dall’Espresso – anche Tonino Gentile, che diviene sottosegretario allo Sviluppo al posto di Simona Vicari (anche lei, Ncd, passerà alle Infrastrutture).
Quasi un anno dopo, l’Ndc vede riconosciuto il diritto ad avere una poltrona in cambio: Enrico Costa, finora viceministro della Giustizia, sarà il prossimo ministro degli Affari Regionali. Avrà anche la delega alla Famiglia, che in giorni di Family day non è un segnale da poco. Al suo posto, a via Arenula sale l’alfaniana Federica Chiavaroli, la cui collocazione è funzionale agli equilibri in Senato. Ma ce ne è anche per Dorina Bianchi, sempre Ncd, che diventa sottosegretaria alla Cultura (la poltrona vacante era quella della dem Francesca Barracciu, dimessasi in autunno), Torna al governo – come anticipato dall’Espresso – anche Tonino Gentile, che diviene sottosegretario allo Sviluppo al posto di Simona Vicari (anche lei, Ncd, passerà alle Infrastrutture).
Insomma secondo il più prevedibile degli schemi, il partito di Alfano ottiene ragione di tanti rospi ingoiati nei mesi scorsi: e soprattutto del rospo prossimo venturo, le unioni civili appunto. Che da oggi sono, per Renzi che vuol portarle a casa, un po’ più al sicuro di ieri. Il principale alleato ufficiale di governo – a differenza di quello occulto, Verdini – ha infatti avuto rassicurazione ufficiale circa il proprio peso: il che era esattamente ciò che Alfano chiedeva, anche per evitare l’esplosione delle beghe dilaganti nel suo partito.
Ad ogni buon conto, viene premiata l’area centrista in genere. Il segretario di Scelta Civica Enrico Zanetti, commercialista, è promosso a viceministro all’Economia, mentre il deputato Antimo Cesaro diviene sottosegretario alla Cultura. L’ex montiano Giro, vicino alla Comunità di Sant’Egidio, diviene viceministro agli Esteri (era sottosegretario) con delega all’immigrazione.
A Palazzo Chigi si insedia invece Tommaso Nannicini: era consulente economico di Renzi, diviene sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai dossier Economici.Dopo mesi di attesa, il Consiglio dei ministri nomina una sfilza di sottosegretari e tre viceministri. L'Ncd ottiene quattro poltrone, compresa quella vacante dalle dimissioni di Lupi: è Enrico Costa, sarà ministro degli Affari regionali. Il tutto, in sincrono con l'approdo in Aula al Senato delle unioni civili, invise al partito di Alfano. Sarà mica un caso?
Maturo il tempo per varare le unioni civili, maturo il tempo per il rimpasto di governo. Con una tempistica non (del tutto) casuale, proprio nel giorno in cui al Senato dopo mesi e mesi di attesa parte la discussione in Aula sul ddl Cirinnà, profondamente inviso agli alfaniani dell’Ncd, il Consiglio dei ministri vara dopo mesi e mesi di attesa le nomine degli otto sottosegretari mancanti nella squadra di governo.
Renzi, finalmente, sana anche il “vulnus” apertosi nella maggioranza da quando in marzo Maurizio Lupi diede le dimissioni da ministro dei Trasporti. Quasi un anno dopo, l’Ndc vede riconosciuto il diritto ad avere una poltrona in cambio: Enrico Costa, finora viceministro della Giustizia, sarà il prossimo ministro degli Affari Regionali. Al suo posto sale l’alfaniana Federica Chiavaroli. Ma ce ne è anche per Dorina Bianchi, Ncd, che diventa sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento. E si registra persino il ritorno di Antonio Gentile, costretto alle dimissioni da uno scandalo, che torna al governo e diventa sottosegretario allo Sviluppo economico.
Insomma secondo il più prevedibile degli schemi, il partito di Angelino Alfano ottiene ragione di tanti rospi ingoiati nei mesi scorsi: e soprattutto del rospo prossimo venturo, le unioni civili appunto. Che da oggi sono, per Renzi che vuol portarle a casa, un po’ più al sicuro di ieri. Il principale alleato ufficiale di governo – quello occulto essendo Verdini – ha infatti avuto rassicurazione circa il proprio peso: il che era esattamente ciò che Alfano chiedeva.
Ad ogni buon conto, ce n’è anche per Scelta Civica: il segretario Enrico Zanetti viene promosso a viceministro all’Economia, mentre il deputato Antimo Cesaro diviene sottosegretario alla Cultura (la poltrona vacante era quella di Francesca Barraciu, Pd). Sempre nell’area centrista, l’ex Fi ed ex montiano Francesco Giro diviene viceministro agli Esteri (era sottosegretario) con delega all’immigrazione.
L’ex Sel Gennaro Migliore, ormai nel Pd da un anno e mezzo, è nominato sottosegretario alla Giustizia. Sempre per il Pd, Ivan Scalfarotto lascia i Rapporti col Parlamento e prende il posto di Carlo Calenda allo Sviluppo Economico; sempre al ministero della Guidi, approda come viceministra la dem Teresa Bellanova, finora sottosegretaria al Lavoro.