Resta altissima la polemica su unioni civili, adozioni e utero in affitto: scuote la maggioranza e arriva a coinvolgere anche il referendum sulla riforma costituzionale, che apparentemente non c’entra, e invece c’entra. Lontane dal placarsi le grida attorno alla nascita del figlio di Nichi Vendola, venuto alla luce in California attraverso la surrogacy, appena cominciato il tira e molla tra Pd e Ncd sulla riforma delle “adozioni per tutti” (compresi single e gay) che il Pd vuole e Ap assolutamente no, è lo stesso Renzi a riattizzare il tema. Con la sua consueta e-news, nella quale rivendica il risultato raggiunto con l’approvazione in Senato del ddl Cirinnà (“potrà avere dei limiti”, ma “segna oggettivamente un grande passo in avanti per i diritti”) e spiega che anche su questo tema “è finito il tempo in cui in Italia qualcuno aveva un diritto di veto” sulle riforme, pure a costo di andare avanti “anche a colpi di fiducia, quando è necessario”. Renzi arriva a polemizzare con il patron del Family Day, Massimo Gandolfini. Che giovedì, quando il Senato ha approvato il ddl sulle unioni civili ha detto che il popolo che lui rappresenta “farà di tutto perché al referendum sulla Costituzione passi il no”.
Ma, si chiede Renzi, “che c’entra la difesa della famiglia con la riforma del Senato? Che c’entrano le coppie omosessuali con la cancellazione del Cnel? Che c’entrano i movimenti religiosi con le competenze regionali su energia e turismo? Nulla”. Ma, aggiunge, è un modo per “farla pagare a Renzi”, per “mandarmi a casa”. Una “sfida” che il premier dice di voler accettare: “Se mi inviteranno andrò nelle parrocchie, come nelle realtà del volontariato, a dire il perché a mio giudizio è giusto che la riforma passi”.
Cosa c’entri il referendum con la difesa della famiglia, è lo stesso Gandolfini a spiegarlo, a stretto giro: con l’approvazione del ddl sulle unioni civili “è stato violato il dibattito democratico”, si è avuto un atteggiamento “quasi dittatoriale” spiega il professore: “Se questo è stato possibile in presenza del bicameralismo perfetto, cosa accadrà domani quando di Camera ce ne sarà una sola”, con “maggioranza bulgara”? “Vorrà dire sostanzialmente che qualsiasi legge pensata il giorno prima, verrà votata il giorno dopo”, è la conclusione. Per questo, “votare contro” il nuovo Senato, “potrebbe diventare un mezzo di precauzione politica importante”.
Un argomento che di tutta evidenza tenta di intercettare anche altre perplessità che – pur lontano dagli ambienti del Family day – avvolgono la riforma costituzionale, che andrà a referendum in autunno.
E’ chiaro dunque che i toni, intrecciando anche quelle sulla riforma delle adozioni – sulla quale il Pd già a metà settimana muoverà i primi passi – sono destinati a non abbassarsi.