Senato
Mentre il premier incassa l’ennesima scontata fiducia sulle mozioni di 5 stelle e Forza Italia, continua il dibattito sul prossimo referendum costituzionale. «Non sia un solo quesito» propongono i Radicali, per evitare l’effetto plebiscito. Ma la proposta cadrà nel vuoto
di Luca Sappino
Grillo scrive sul blog, i parlamentari scrivono sui social e intervengono in aula. «Sfiduciamoli» dicono i 5 stelle, distanti solo nel garantismo sulle indagini di Potenza dalle parole dei forzisti, che in aula, con l’intervento di Lucio Malan, e nella mozione, hanno puntato più sui dati dell’economia che non sulle inchieste o sul caso Guidi. Tolta la ripetitività del dibattito, per Renzi la giornata è però positiva, e dopo aver incassato il fallimento del referendum sulle trivelle può alzarsi e parlare, sereno, già prima che i senatori votino: «Di Maio e Salvini avevano detto che queste mozioni sarebbero passate, che sarebbe stata la volta buona. Centinaio ha spento ogni mia speranza. Aspetteremo pazientemente». «L’accusa mossa all’esecutivo», dice, «è sostanzialmente quella di totale inadeguatezza. Può essere una valutazione soggettiva, per carità, ma noi in questi due anni abbiamo fatto quello che c’era da fare». E il Senato, si intende, lo sa#SfiduciamoliPer perché se lo chiedono i petrolieri sbloccano Tempa Rossa immediatamente ma le pensioni minime non le sbloccano mai!
— AlessandroDiBattista (@ale_dibattista) 19 aprile 2016
Si potrà dimenticare presto, dunque, questo ennesimo voto di fiducia. Quello che invece ci accompagnerà per mesi è il dibattito sul referendum costituzionale su cui saremo chiamati a votare in autunno, ultimo di una serie di appuntamenti elettorali certo più scivolosi, per Renzi, dei voti parlamentari.Chiacchiere, distintivo e propaganda. Ovvero le mozioni di sfiducia delle opposizioni ora in discussione in aula. #opensenato
— Andrea Marcucci (@AndreaMarcucci) 19 aprile 2016
Due, sul tema, sono le notizie di giornata. La prima è che sono state raccolte alla Camera le firme necessarie per la richiesta di convocazione del referendum, che è quindi chiesto dalle opposizioni, tutte insieme, da Forza Italia ai 5 stelle, anche se arriverà una seconda richiesta con la proposta di un quesito firmata dai sostenitori della riforma e quindi dal Pd, che ha fatto sapere di aver aspettato la mossa delle opposizioni «per evitare polemiche».Ascolto le opposizioni che presentano le mozioni di sfiducia. Mosci e abbattuti, si vede che si stanno ancora leccando le ferite da domenica
— Francesco Nicodemo (@fnicodemo) 19 aprile 2016
La seconda notizia è invece che i Radicali sono tornati a sollevare il problema del quesito unico, troppo variegato, affrontato anche da altre forze politiche di opposizione, nelle scorse settimane, e spiegato all’Espresso da Michele Prospero, commentando il risultato della consultazione sulle trivelle. «Sul referendum costituzionale di ottobre», notano i Radicali per bocca del segretario Riccardo Magi, «si sta preparando una nuova "guerra santa" tra il governo in cerca di plebisciti e le opposizioni che preparano la spallata a Renzi».Ho depositato questa mattina 166 firme deputati necessarie per richiedere #referendum su #riformecostituzionali #iovotono
— Stefano Quaranta (@stefanoquaranta) 19 aprile 2016