"Nessuna pressione", dice la ministra ai pm venuti a Palazzo Chigi per ascoltarla: "Quell'emendamento rappresentava la volontà politica del governo". In settimana i magistrati dovrebbero sentire anche la ex capa dello Sviluppo economico: dovrà chiarire il suo ruolo, rispetto al compagno-marito. In una intercettazione gli dice: "mi stai utilizzando"

Maria Elena Boschi si tira fuori dall'inchiesta, adesso toccherà alla Guidi

“Non ho subito alcuna pressione”, “quell’emendamento rappresentava la volontà politica del governo”. Così, davanti ai magistrati venuti da Potenza a Palazzo Chigi per interrogarla, la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi si è scrollata di dosso ieri pomeriggio le polveri dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata. Un passaggio “necessario”, ha chiarito il procuratore capo di Potenza Luigi Gay, al quale la ministra si è prestata con piena “tranquillità”. Spiegando ai pm che dietro quel “anche Mariaelena è d’accordo”, pronunciato dalla allora ministra Guidi al telefono intercettato del marito, Gianluca Gemelli, oggi accusato di corruzione e traffico di influenze, non v’era per lei null’altro che una scelta politica.
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Quella, appunto, di sbloccare velocemente il progetto Tempa Rossa in quanto opera strategica, come del resto rivendicato nei giorni scorsi sia da lei che dal premier. Una decisione libera, però, da pressioni: anche da quelle eventuali “della Total” o “da parte di altre compagnie petrolifere”, ha spiegato ai magistrati Boschi, scansando l’accusa di vicinanza con i “comitati d’affari” proveniente dai Cinque stelle (che la chiamano “Petrolia”). Quindi, ha chiarito Boschi, con la Guidi si è parlato sì dell’emendamento, ma solo perché questo rientra nei compiti di ministra per i Rapporti con il Parlamento. Insomma, una procedura normale, una norma “giusta”.
 
Toccherà adesso all’altra ministra della vicenda, la Guidi, parlare con i magistrati. Sarà ascoltata nei prossimi giorni, probabilmente a Potenza, sempre come persona informata sui fatti: avrà la facoltà di non rispondere, in quanto convivente di un indagato. Al centro del colloquio non vi sarà solo l’emendamento pro-Tempa Rossa e le eventuali pressioni, ma anche incontri con i dirigenti Total e alcune decisioni prese come ministra. Insomma dovrà fatta piena luce sul suo ruolo, rispetto alle mosse e all’agire del marito-compagno. E la sua posizione diventa ancora più delicata, adesso che in mezzo alle telefonate intercettate ne spunta una in cui la ministra si lamenta con il compagno, piange e gli dice: “Mi stai utilizzando”.

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