La decisione del presidente per evitare la melina del Senato. Critiche e accuse dal centrodestra, imbarazzo nel Pd che non ne era al corrente
L'annuncio arriva in apertura di seduta: "Colleghi, com'è noto l'ordine del giorno di oggi prevede l'esame di un documento il cui esito potrebbe incidere sia sulla libertà personale di un senatore e ritengo che tale argomento debba avere la priorità sugli altri". Con un "colpo di scena" Piero Grasso inverte l'ordine del giorno e anticipa il voto sull'arresto di Antonio Caridi, accusato di 'ndrangheta e per il quale il gip di Reggio Calabria ha disposto il carcere. Un voto che, per come si erano messe ieri le cose,
rischiava di non arrivare prima della pausa estiva, fra cavilli e ostruzionismo del centrodestra. Oggi è infatti l'ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze e il calendario prevedeva la conclusione della riforma dell'editoria. Grasso ha però deciso diversamente.
La decisione suscita le polemiche di Forza Italia e dei verdiniani ("Lei qui sta intaccando la democrazia"), mentre nel Pd l'imbarazzo è palpabile, visto che nessuno era informato della decisione di Grasso. "Prendo atto della sua decisione, avendola appresa nel momento in cui l'ha comunicata all'Assemblea" il laconico commento del capogruppo democratico Luigi Zanda.
Malgrado la determinazione di Grasso (che qualcuno nel Pd ritiene "una forzatura controproducente") non è detto che il voto sull'arresto alla fine arrivi davvero. Non solo per i tempi, che si prevedono lunghi, con una seduta che si protrarrà verosimilmente per tutta la giornata. Ma anche perché i senatori "contro" hanno in mano un'arma invincibile: il numero legale. Tanto che di prima mattina qualcuno inizia già a far circolare la voce di un possibile allontanamento da Palazzo Madama per protesta.