La risposta alle domande sulla scelta del presidente Sergio Mattarella di nominare un tecnico alla guida del nuovo esecutivo. Dagli obiettivi a breve termine, alla data delle prossime elezioni

Il presidente della Repubbica Sergio Mattarella ha incaricato Carlo Cottarelli di formare un nuovo governo. Ma quali saranno i prossimi sviluppi? Cosa potrà fare un esecutivo nato senza l'appoggio delle forze politiche elette in Parlamento? Vediamo quali possono essere gli scenari nelle settimane che verranno. 

Cosa è accaduto e cosa succederà?
Nella serata di domenica Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio incaricato, ha rimesso il proprio mandato nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo che quest'ultimo ha rifiutato di nominare Paolo Savona, noto per le sue posizioni critiche nei confronti dell'euro, come nuovo ministro dell'Economia. Il capo dello Stato ha quindi incaricato Carlo Cottarelli, economista del Fondo Monetario Internazionale ed ex commissario alla spending review, di formare un “governo tecnico”, composto cioè da personalità senza un'appartenenza politica dichiarata e competenti nelle materie nelle quali andranno a ricoprire la carica di ministro. Il nuovo governo, una volta nominato dal presidente della Repubblica, dovrà recarsi entro dieci giorni in Parlamento per ricevere la fiducia delle due Camere.

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Cosa accadrà se il governo Cottarelli non otterrà la fiducia del Parlamento?
La certezza è che questo nuovo governo avrà durata breve. Lo stesso Carlo Cottarelli, dopo aver ricevuto l'incarico da Mattarella, ha dichiarato: «Andrò in Parlamento con un programma che presenti la legge di bilancio e porti il Paese alle elezioni all'inizio del 2019, in caso di fiducia». Nel caso in cui le Camere non concedessero la fiducia, il governo si dimetterebbe immediatamente e verrebbero indette nuove elezioni. La prima data utile sembra essere il 9 settembre.

Perché il presidente della Repubblica ha optato per un “governo tecnico” invece di proseguire con l'attuale fino a nuove elezioni?
Ci sono due motivi differenti, uno di tipo istituzionale, l'altro di natura politica. Innanzitutto, come da prassi istituzionale, Paolo Gentiloni si è dimesso da presidente del Consiglio lo scorso 24 marzo, dopo l'elezione dei nuovi presidenti di Camera e Senato. Da quel momento, Gentiloni è rimasto in carica solamente per il disbrigo degli affari correnti, in attesa della nascita di un nuovo governo. Va inoltre aggiunto che nella storia repubblicana non è mai accaduto che a un'elezione ne seguisse immediatamente un'altra, senza che nel mezzo venisse nominato un nuovo esecutivo. Il presidente Mattarella, dopo le consultazioni, ha lasciato intendere che avrebbe gradito proseguire sul solco della tradizione. C'è poi la seconda ragione: Paolo Gentiloni è una delle figure di spicco del Partito democratico e meno di un mese fa l'ex segretario Matteo Renzi ha dichiarato che sarà lui «il candidato del Pd alle prossime elezioni, specialmente se si voterà presto». La nomina di un nuovo governo consentirebbe a Gentiloni di liberarsi degli impegni istituzionali e concentrarsi interamente sulla campagna elettorale.

Cosa potrà fare il governo Cottarelli?
Nel caso in cui dovesse ottenere la fiducia in Parlamento, l'obiettivo principale dell'esecutivo tecnico sarebbe quello di far approvare la legge di bilancio, lo strumento costituzionale con il quale il governo comunica al Parlamento le spese e le entrate previste per l'anno successivo. In caso contrario l'esecutivo Cottarelli si dimetterebbe, in attesa di nuove elezioni e svolgerebbe l'ordinaria amministrazione che, per prassi, non prevede la proposizione di nuove leggi. Potrà ovviamente intervenire in caso di situazioni straordinarie, come possono essere una calamità naturale o lo scoppio di una guerra.

I membri del nuovo governo ripercorreranno le orme dell'esecutivo Monti, candidandosi alle prossime elezioni?
Una delle prime affermazioni fatte da Carlo Cottarelli, terminato il colloquio con il presidente Mattarella, è stata: «Mi impegno a non candidarmi alle prossime elezioni e chiederò lo stesso impegno ai membri del governo». Sembra sia stato lo stesso capo dello Stato a richiedere questo requisito a Cottarelli.