Parte il nuovo governo giallorosso e tutto cambia. Anche a Bruxelles dove i 5 Stelle non sono più considerati i paria d'Europa. La rottura del loro sodalizio con la Lega - considerata un pericoloso partito di estrema destra al pari dell'Afd tedesca e del Raggruppamento nazionale di Marine Le Pen - ha aperto loro le porte della politica europea. E l'ingresso nella famiglia dei Verdi europei potrebbe non essere così lontana.
«È ovvio che la fine della coalizione con l'estrema destra permette di sollevare un ostacolo fondamentale», conferma Philippe Lambert, co-presidente della gruppo parlamentare dei Verdi europei: «Oggi noi siamo aperti alla discussione».
I grillini, senza una famiglia parlamentare e dunque molto limitati nella possibilità di lavorare attivamente all'interno del parlamento, avevano chiesto all'inizio dell'estate ai Verdi di poter entrare a fare parte del Gruppo e avevano ricevuto un diniego netto. Ma il testacoda del governo italiano ha rivoluzionato la situazione.
«Sarebbe una soluzione perfetta sia per noi che per loro», spiega un esponente della cabina di regia del Gruppo che ha già discusso della questione mercoledì scorso. Con l'uscita degli 11 parlamentari verdi britannici, i Verdi rischiano di scivolare dal quarto al quinto posto, addirittura dopo l'estrema destra di Identità e Democrazia, nel parlamento europeo, perdendo rilevanza nell'approvare politiche decisive in questa legislatura. E l'eventualità non piace a nessuno. Soprattutto non a quei verdi tedeschi, la pattuglia più folta del Gruppo, che stentano a capire come sia possibile che dei populisti che hanno permesso a Matteo Salvini di formare un governo possano adesso essere talmente cambiati da volere addirittura perseguire delle politiche di sinistra. «I tedeschi e la loro mentalità sono l'unico vero ostacolo all'entrata dei 5Stelle nel nostro Gruppo. Ma è un ostacolo superabile».
I 5 Stelle, che, da quando è cambiato il governo italiano non hanno ancora ufficialmente chiesto di aderire al Gruppo, in attesa del rientro a Bruxelles dell'intera compagine, non nascondono però l'impazienza.
«Siamo pronti ad avviare un confronto serio, leale e costruttivo con il gruppo dei Verdi», fanno sapere: «Con loro abbiamo molti punti in comune, come dimostra il lavoro svolto durante la scorsa legislatura e abbiamo delle innegabili affinità politiche su svariati temi, dalla difesa all'ambiente, alle energie rinnovabili, alla lotta all'austerity, all'agricoltura biologica, all'acqua pubblica e alle infrastrutture utili ai cittadini. Siamo sicuri che vincerà la voglia di cambiare l'Europa in meglio e di rafforzarla con un Green new deal europeo».
Molti di loro tra l'altro temono la possibilità, che alcune fonti dicono essere caldeggiata da Ursula Von der Leyen, di essere costretti a entrare nella famiglia dei liberali di Renew Europe per rafforzere il gruppo di riferimento del presidente francese Emmanuel Macron e garantire alla nuova Commissione messa insieme dalla presidente (i cui nomi saranno annunciati martedì) il voto sicuro in Parlamento nella plenaria di ottobre.
«Per noi non sarebbe però la famiglia ideale e ci allontanerebbe dalle nostre origini e dai nostri obiettivi», sottolinea un esponente del Movimento.
«L'entrata dei 5 Stelle ci porterebbe finalmente ad essere presenti anche nel Sud Europa, specialmente in Italia, dove l'attuale partito dei Verdi stenta a emergere e non ha portato nemmeno un parlamentare europeo», fa eco un'altra fonte.
Non sono ovviamente d'accordo i Verdi italiani che considerano la possibilità dell'ingresso dei 5 Stelle nei Verdi europei «impensabile» perché i 5Stelle sono nati come movimento anti europeista. Interrogati dall'Espresso, i co-presidenti Elena Grandi e Matteo Badiali scrivono: «È un movimento politico che ha boicottato in ogni modo la Ue, che ha preso posizione a favore di Nigel Farage, leader politico del partito della Brexit, che ha preso più volte le parti del movimento dei Jilet Jaunes in Francia e che ha governato con la Lega di Matteo Salvini, votando e avallando tutte le leggi più gravi contro l'ambiente, dai fanghi tossici dell'Ilva al Tap. Come Verdi Italiani e cofondatori dei Verdi europei, dichiariamo fin d'ora la nostra assoluta contrarietà all'entrata del Movimento nei Verdi europei».