L'alleanza tra Pd e 5 Stelle doveva, tra le altre cose, portare alla cancellazione delle leggi sull'immigrazione volute dal leghista. Ma i dem hanno deciso che se ne parlerà solo dopo le regionali

Ignazio Marino
Fare ciò che è giusto, non ciò che conviene. Può sembrare un’affermazione scontata, almeno dal punto di vista etico. E certamente è sempre stato un principio di riferimento nella mia vita da chirurgo. Ma nei pochi anni in cui mi sono dedicato alla politica attiva mi sono immediatamente scontrato con un principio assai diverso: la strada da seguire è quella che conviene al partito, o a se stessi.

Ricordo il momento in cui me ne resi conto per la prima volta. Avevo appena depositato al Senato una proposta di legge sul testamento biologico e volevo discuterne con i senatori della maggioranza di centro-sinistra. Una senatrice del Pd, guardandomi dritto negli occhi, affermò che era inutile incontrarsi perché la decisione era “politica”. Tradotto: la legge non si votava. Compresi in quel momento, con sgomento, la differenza tra una decisione presa sul merito e una presa sull’opportunità politica. Passo dopo passo capii quanto l’affermazione di quella senatrice era la regola nella vita dei palazzi.

E da sindaco di Roma mi capitò di condividere con un altro sindaco un momento di commiserazione reciproca. Il mio interlocutore durante una riunione mi disse: «Ignazio, devo abbellire il lungomare e sostituire la pavimentazione. Ho chiesto di selezionare materiali diversi sia di natura che di colore e la mia maggioranza mi ha fermato perché la decisione, mi hanno detto, è politica. Ma se io devo scegliere tra pietra, calcestruzzo o altro sulla base di criteri funzionali ed estetici, perché devo convocare una riunione di maggioranza?». Il perché è chiaro. La politica non è interessata all’eleganza o alla solidità della pavimentazione ma a chi verranno assegnati i lavori.

Questi pensieri mi sono tornati in mente in questi giorni. Ho già scritto su queste pagine quanto io ritenga innaturale e sbagliato presentarsi alle elezioni indicando i propri valori, affermando che mai esisterà, ad esempio, un’alleanza con il M5S e poi percorrere la strada opposta, pur invocando scenari devastanti come il pericolo di un ritorno del fascismo in Italia.

Quindi, ci è stato spiegato lo scorso agosto, l’alleanza si giustifica per il bene del Paese, e non per mantenere le poltrone in Parlamento. E, infatti, promisero solennemente che nella prima settimana la “santa alleanza” contro il fascismo avrebbe abolito gli odiosi decreti votati dalla Lega e dal Movimento Cinque Stelle che prevedono multe fino a un milione di euro per le navi che soccorrono migranti in mare evitando che affoghino e consentono l’arresto del comandante che porti in acque territoriali quelle vite salvate. Di settimane però ne sono trascorse venti, e in questi giorni il Pd ha deciso che non se ne parla proprio di abolire adesso quei decreti, ci sono le elezioni in Emilia-Romagna quindi è meglio aspettare.

Conosco l’Emilia e moltissimi elettori sono giustamente e orgogliosamente legati ai valori della Resistenza e dell’antifascismo. Siete davvero convinti, signori del Pd, che con la vostra decisione di convenienza politica decideranno di sostenervi?