Sondaggi

Perché il governo Draghi può essere un affare sia per Matteo Salvini che per Giorgia Meloni

di Lorenzo Pregliasco - YouTrend   26 febbraio 2021

  • linkedintwitterfacebook

L’appoggio al nuovo esecutivo da parte della Lega gli farà perdere consensi euroscettici ma potrebbe fargliene guadagnare tra i conservatori oggi con FdI. In ogni caso per la coalizione di centrodestra è un win-win

C’è un vincitore nell’«operazione Draghi» tra Lega e Fratelli d’Italia? È ancora presto per dirlo. Sicuramente la linea di confine a destra tra maggioranza "di unità nazionale" e opposizione meloniana promette di essere una delle dinamiche politiche più rilevanti di questa fase.


Il primo elemento da considerare è che, benché il governo Draghi sia partito con livelli di gradimento popolare molto elevati, esiste comunque un settore non marginale dell’opinione pubblica che non ha fiducia nel nuovo esecutivo. I dati YouTrend per Sky TG24 parlano del 35%, un dato che consente a Fratelli d’Italia di guardare con fiducia alla possibilità di una crescita elettorale nel breve-medio termine. Non tutto quel 35% è, ad oggi, elettorato potenziale per Giorgia Meloni. Ma fornisce sicuramente un margine di crescita a un partito che oggi, secondo la Supermedia YouTrend/Agi, si colloca intorno al 16% dei consensi.


Dall’altra parte, per Matteo Salvini l’appoggio a Draghi si sposa con un orientamento generalmente molto positivo nei confronti del nuovo premier da parte dell’elettorato leghista. Oltre l’80 per cento esprime fiducia nel neonato governo – e ci sono segnali che la «svolta europeista» di Salvini possa aver reso meno euroscettico che in passato il popolo della Lega.


Se la Lega rischia di perdere qualcosa «a destra» in direzione Fdi (ma è anche il Movimento 5 Stelle a doversi guardare da questo rischio), è senz’altro possibile che accada anche l’opposto. Ovvero che Salvini recuperi consensi moderati e riconquisti elettori ‘istituzionali’, espressione del centrodestra mainstream, che dopo aver scelto la Lega nel 2018-2019 si sono rifugiati proprio in Giorgia Meloni nel corso dell’ultimo anno.


È vero, i dati ci dicono che oltre sei su dieci tra gli elettori in bilico passati da Lega a Fdi dopo il voto europeo del 2019 nutrono sentimenti euroscettici. Ma una quota non irrilevante del consenso raccolto da Fratelli d’Italia nell’ultimo biennio è semplicemente elettorato conservatore a trazione centro-meridionale, che ha visto in Giorgia Meloni la leadership più solida e credibile in questa fase. Il ritorno della Lega al governo può cambiare questa dinamica – e soprattutto, uno schema «a due punte» con il centrodestra che presidia sia l’area di governo sia l’opposizione potrebbe produrre per la coalizione un saldo elettorale decisamente positivo.