Nazitalia

Sovranisti e neofascisti: sgomberato il ritrovo romano del patto CasaPound-Lega

di Andrea Palladino   20 gennaio 2022

  • linkedintwitterfacebook

La polizia libera i locali Inps del Circolo futurista di Casalbertone. E i primi a insorgere sono gli uomini di Salvini. Grazie alla copertura politica, come documentato da L’Espresso due anni fa, gli attivisti hanno operato indisturbati senza pagare un euro di affitto

Era stato il cuore del progetto Sovranità, il patto tra CasaPound e la Lega di Matteo Salvini nel 2015. Aveva un nome pretenzioso, “Circolo futurista”, dove si organizzavano concerto d’area, grandi bevute di birra e incontri con gli ex di Terza posizione. La sede dei “fascisti del nuovo millennio” di Casalbertone, prima periferia romana, è stato alla fine sgomberato, su richiesta dell’autorità giudiziaria. Come la sede centrale del movimento a via Napoleone III era occupato abusivamente dal 2007. Locali commerciali dell’Inps - come ha ricostruito l’Espresso in un’inchiesta del luglio 2020 - per centinaia di metri quadrati, utilizzati senza pagare un solo euro di affitto.

Non era una sede qualunque, una delle centinaia gestite da Casapound in tutta Italia. Il circolo di Casalbertone - portato avanti per anni da Mauro Antonini - era un simbolo ed un importante punto di ritrovo del movimento. Era stato anche uno dei palchi dell’accordo con Matteo Salvini, tanto da ospitare all’epoca del referendum costituzionale i comizi dell’eurodeputato leghista Antonio Maria Rinaldi. E a sottolineare come quei rapporti non sono del tutto spariti è stato l’intervento del senatore William De Vecchis questa mattina davanti ai blindati della polizia impegnati nello sgombero: “Purtroppo l’ennesimo atto di arroganza di una amministrazione di centrosinistra - spiega il senatore leghista in un video pubblicato sul canale YouTube del Primato nazionale, l’house magazine di Casapound - i ragazzi del circolo futurista di Casalbertone sono stati sgomberati. Nessuno ha voluto aspettare ed accettare la mia presenza in una mediazione per finire tutta la vicenda in pace”. 

 

Futuristi. E fascisti
Nel manifesto del circolo il richiamo all’ideologia fascista è chiaro: “Siamo gli eredi del Legionario Romano… Degli Arditi di Fiume… Dei Futuristi Fascisti… Di Tyler Durden…”. Gli incontri, d’altra parte, presentavano l’intero ventaglio delle esperienze della destra radicale - e in alcuni casi eversiva - degli anni ’70. Alcuni anni venne chiamato a parlare di quel periodo Gabriele Adinolfi, ideologo legatissimo a CasaPound, condannato per reati eversivi nei primi anni ’80: “I temi fondamentali sono tre - spiegò l’ex latitante fuggito in Francia dopo il mandato di cattura - “La terza posizione”, il “Fascismo” e “l’Europa”. E a chi gli chiedeva se vi fosse il rischio di un ritorno della violenza degli anni ’70, Adinolfi ha risposto con il classico dell’identitarismo del terzo millennio: "Il rischio oggi è quello dello scontro etnico, e la colpa è della Chiesa, gli va tolto subito l’8 per mille”. Concetto che Casapound ha trasformato nello slogan “Bergoglio uguale Badoglio”.
 

“Facciamo solo sociale”. E tanti buffet
Quando il reparto mobile ha iniziato ad avvicinarsi alle serrande dei locali commerciali occupati per procedere allo sgombero, Luca Marsella, ex consigliere circoscrizionale di Ostia di Casapound, si è avvicinato ai funzionari di polizia: “Qui a Roma ci stanno centinaia di occupazioni degli immigrati dove gira la droga, dove gira tutto, e state a levare un posto che fa solo sociale”, ha provato a spiegare. Stesso leitmotiv delle dirette video successive, che all’alba hanno lanciato l’allarme nell’area dei neofascisti romani, attraverso il tam tam social. Il circolo futurista di Casalbertone però non si occupava solamente delle raccolte alimentari organizzate da CasaPound nelle periferie romane. Gli appuntamenti più seguiti erano le classiche apericena, con le “ricette del Littorio” e imperdibili crudi: “Carne trita cruda all’interno di un cilindro di gambi di sedano, condita con olio, sale e pepe” pubblicizzava un menù del circolo di CasaPound. E per quando l’ambiente si scaldava le locandine assicuravano un ricco bar: “Al bancone, shottini, birra e assenzio preparato e degustato secondo il suo specifico rituale”. Non mancavano i concerti delle bande legate al movimento, come i romani Bronson, andati in turné anche a Kiev nei concerti dell’organizzazione di estrema destra ucraina WBC, ovvero il “club dei ragazzi bianchi”

La musica alternativa della destra radicale era una delle colonne portanti del circolo. Non mancavano gli appuntamenti di “cinghia mattanza”, il rituale di CasaPound, che ha ispirato una canzone del gruppo del leader Gianluca Iannone. Seguendo le note rock, al via i militanti si sfilavano la cintura, dandosele di santa ragione   Cultura “maschia” e mito della violenza.