«A noi preferiscono slogan, social card e Gelmini». E ancora «Questa politica ha deciso di silenziare certi temi e quindi tagliarci totalmente fuori». Da i Giovani Democratici a Fridays For Futures, la rabbia dei ragazzi alla prova del voto di fronte alla coalizione Pd, Azione e + Europa

Com'è questa alleanza Pd, Azione e +Europa vista con gli occhi di chi dentro la crisi è nato. Crisi climatica, economica, sociale. Cosa pensa la generazione Z, quella a cui la politica – che dovrebbe governare i processi – sembra aver voltato le spalle ignorando temi vitali per questo futuro come i diritti civili, l'ambiente, il lavoro.

L'accordo ufficializzato tra il leader di Azione e il segretario del Partito democratico piomba alla Festa dell'Unità di Terme Caracalla, a Roma. E sono i Giovani Democratici riuniti intorno a uno dei tavolini di legno del parco a commentare con occhi confusi e disorientati: «La sinistra sta lasciando per strada una generazione» il giudizio di Claudio, 19 anni, è netto. «Un'alleanza prevista ma non per questo ben voluta», sottolinea b che di anni ne ha invece 18. A fare la sintesi di questo sentire è Giorgia Cirelli, segretaria dei Giovani Democratici di Ostia: «Siamo assolutamente contrari a questa alleanza che vede un campo largo orientato a destra. Con Maria Stella Gelmini c’è stato uno scontro nemmeno dieci anni fa sul tema della scuola, l’ingresso di Mara Carfagna poi è un ritorno al passato che non guarda alla nostra generazione».

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Cirelli incalza: «Qui ci troviamo di fronte a una chiara mancanza di valori comuni. Ci si allea con partiti personalistici e non di comunità ed è qualcosa che abbiamo sempre contestato, facciamoci caso: si parla di Calenda, mai di Azione. C’è poi una chiara differenza di carattere politico: si strizza l'occhiolino all'imprenditore di turno con Calenda e questo rende più difficile attuare una serie di riforme sul tema del lavoro che il PD ha sempre affermato, pensiamo al salario minimo. Una coalizione del genere è la resa a una serie di opportunità che il panorama del centro-sinistra e della sinistra poteva cogliere. Invece preferisce una campagna elettorale futile, fatta di card sui social che puntano su un solo argomento: la destra fa schifo. E non guardano ai nostri temi».

Delusa e lontana da questa decisione anche Marianna Campanardi, 24 anni, studentessa di politiche pubbliche a Milano, militante nel Pd da quando aveva 18 anni: «Sono molto amareggiata. Mi sembra che stiamo ricalcando lo schema stantio del 2018, e che non abbiamo mai il coraggio di portare avanti autonomamente e a testa alta valori di sinistra che per noi dovrebbero essere irrinunciabili. Secondo me il PD si è ancora una volta lasciato sedurre e abbindolare da Calenda (che vale molto meno di quanto dichiara, proprio come voti) e dalla promessa di un campo moderato che invece abbiamo visto progressivamente estinguersi negli anni. Le nostre priorità dovrebbero essere: giustizia sociale, transizione ecologica, sostegno ai giovani (che si troveranno senza Pianeta e senza futuro), Ius Soli, Matrimonio egualitario, salario minimo, legalizzazione della cannabis, riforma degli stage affinché non sia più legale sfruttare i giovani che entrano nel mercato del lavoro, patrimoniale, sostegno al reddito delle famiglie, congedo di paternità obbligatorio e potrei andare avanti per ore». C’erano alternative? «L'alleanza che avrei voluto? Non questa. Avrei voluto un PD orientato a sinistra, alleato con un campo socialista, ecologista e femminista. Dentro e fuori dai partiti».

Fuori dai partiti, invece, si posizionano le ragazze e ragazzi di Fridays for Future e Ultima Generazione, molti di loro per la prima volta potranno tradurre anni di marce e proteste in un voto. Michele Giuli è portavoce di “Ultima Generazione”, il collettivo noto alle cronache per aver bloccato il 16 giugno il traffico del Grande Raccordo Anulare di Roma esponendo degli striscioni che recitavano “NoGasNoCarbone” e per quelle mani incollate al vetro che protegge il dipinto de “La Primavera” di Botticelli agli Uffizi di Firenze. «È difficile esprimere fiducia, per ora, sul politico» riflette Giuli riferendosi a Carlo Calenda: «Fino a poco tempo fa, ha dichiarato a più riprese che l'istruzione fosse il centro del suo programma. Dopodiché, ha accolto l'ex ministro Gelmini nelle fila del suo partito, le cui politiche sono riconosciute come un disastro per l'istruzione pubblica. Inoltre, ha posto veti e blocchi alla partecipazione dei verdi e Sinistra Italiana che hanno proposte riguardo la crisi climatica che, seppure insufficienti, sono più complete di quelle di Azione. Infine, come Ministro e politico, si è sempre battuto ed esposto a favore dell'espansione di progetti in combustibili fossili e più recentemente dei rigassificatori. Queste posizioni sono irrazionali e antiscientifiche. Mi riferisco ora a Calenda, e anche a Letta, come uomini e non come politici. Secondo il grande climatologo, Sir David King, abbiamo tre anni per tagliare drasticamente le emissioni. Potete ancora cambiare idea e prendervi le vostre responsabilità morali ed essere dei veri leader per le future generazioni e per i vostri stessi figli. Qualsiasi cosa che non sia tagliare i combustili fossili è complicità in un programma criminale che porterà alla fame milioni di italiani».

Filippo Sotgiu ha 21 anni, portavoce di Fridays For Future, il movimento di manifestazioni oceaniche che ha cercato di portare in agenda il cambiamento climatico, grande tema di questa generazione: «Il PD ci cita spesso. Abbiamo fatto il Climate Social Camp a Torino di recente e abbiamo notato che il segretario Enrico Letta ha fatto riferimento a noi, hanno detto per mesi che eravamo un punto di riferimento. Un bene? Sarebbe stato bello se prima di fare queste azioni elettorali si fossero informati su cosa chiediamo. Questa alleanza non ha niente a che fare con la lotta al cambiamento climatico. È un’alleanza molto lontana dalle nostre piazze».

Sotgiu si concentra sul programma degli alleati, quello di Azione propone di militarizzare i rigassificatori e le ipotetiche centrali nucleari del futuro: «Un programma che è un disastro. Totalmente incentrato sul gas naturale che è un combustibile fossile che dovremmo dismettere al più presto. Le autorità internazionali ci dicono che entro il 2035 i Paesi sviluppati dovrebbero smettere di generare energia con i combustibili fossili; il programma di Calenda parla di questi rigassificatori che dovremmo installare a Piombino e Ravenna. È un partito fuori dal tempo e dal paese reale».

Ma il problema riguarda l’intera classe politica: «Tutti i partiti non stanno centrando i temi di cui si dovrebbe parlare e che interesserebbero di più alle nuove generazioni. Non ci sono proposte di fronte a una povertà energetica in costante aumento e persone che non riescono a pagare la benzina per caro carburanti. Si potrebbe parlare di trasporto pubblico gratuito, una realtà per altri paesi. Si potrebbero tassare gli extraprofitti delle aziende inquinanti e utilizzare quei soldi per alleviare il caro bollette, puntare sulle rinnovabili. ;anca totalmente un'idea di tassare le persone che sono più responsabili della crisi climatica, cioè i super-ricchi. Le disuguaglianze economiche - che sono ancora più scandalose essendoci così tanta gente in povertà - si riflettono anche in disuguaglianze delle emissioni (nel mondo, l'1% più ricco causa il doppio delle emissioni di tutto il 50% più povero messo insieme, secondo Oxfam) e non è possibile che non si parli di una misura per affrontare assieme questi due problemi (che tra l'altro potrebbe andare insieme a redistribuire la ricchezza e finanziare la transizione ecologica). Invece questa politica ha deciso di silenziare certi temi e quindi tagliarci totalmente fuori».