Il personaggio
Rossano Sasso, il leghista pugliese per cui l'educazione sessuale è "una porcheria". Che confonde Dante con Topolino
Alla Camera si è reso protagonista dell'ultima sceneggiata. Ma l'onorevole ha una lunga storia di gaffe e prese di posizione sopra le righe. Da quando ha scambiato il personaggio Disney con il sommo Poeta fino ai flash mob contro innocenti
Un talento innaturale alla polemica purchessia, alla ribalta che per quanto melmosa, sempre di ribalta si tratta. È quello di Rossano Sasso, deputato leghista. Pugliese, ex Ugl, ex sottosegretario all’istruzione sotto il governo Draghi. Dalle spiagge tarantine in cui organizzava flash mob per una violenza sessuale in spiaggia urlando: «bastardo irregolare» (che si è poi rivelato innocente), è arrivato a Montecitorio, dove oggi in occasione della proposta di legge che introduce misure di contrasto alla violenza sulle donne, si scaglia contro l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole. «Una porcheria». «Una nefandezza». Un'idea «degradante» perché il rischio, denuncia il deputato, è «invitare i bambini di 6 anni a masturbarsi, come vorrebbe l'Oms». Un intervento incendiario dalla quale si è dissociato anche il parlamentare di Fratelli d'Italia e presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, Ciro Maschio «Fuori luogo, fuori contesto, nel merito, oltre che nello stile».
Carriera fulminante sotto il segno del salvinismo. Nel 2018 assurge alle cronache nazionali per un fotoritocco che fece arrabbiare perfino Bobo Maroni. Immortalato mentre sfilava verso piazza Duomo a Milano per il comizio di Matteo Salvini, circondato da manifestanti e bandiere, Sasso pensò bene di postare la foto sui propri social. Tutto fa campagna elettorale e lui era candidato nei collegi del mezzogiorno. Peccato che dietro di lui, inconfondibile, appariva una bandiera: “Prima il Nord”. Non un bel messaggio elettorale per la sua candidatura. La scritta verde su sfondo bianco, simbolo del leghismo che fu, doveva sparire. Così eliminò il post per poi riproporlo dopo una mano di Photoshop. Un trucchetto che non è passato inosservato alla rete che tutto osserva e nulla perdona. La mossa aveva fatto arrabbiare anche Roberto Maroni, all'epoca presidente della Regione Lombardia e storico esponente del Carroccio, che aveva così commentato: “La gloriosa storia della Lega Nord non può finire così. E non finirà”.
Di certo è iniziata da qui la storia politica di Sasso. Anima in pena, guerrigliero sempre pronto a dare stilettate eppure a sbagliare tempi, modi, bersagli. Nell’estate 2018 organizza un flashmob tra i lidi di Castellaneta Marina, in provincia di Taranto, dopo l’arresto di un migrante marocchino di 31 anni, accusato di aver violentato una ragazza di diciassette anni. Sasso, circondato da un gruppo di leghisti del Sud (non proprio una legione, una decina e insultati anche dai bagnanti) definì pubblicamente l’uomo un «bastardo irregolare sul nostro territorio». Cinque mesi dopo il tribunale di Taranto fece luce sulla vicenda: Mohamed Chajar non aveva commesso alcuna violenza nei confronti della 17enne. Le dichiarazioni della minorenne e del suo fidanzato rischiarono anche l’incriminazione per calunnia e falsa testimonianza. Il giovane migrante aveva solo aiutato la ragazza perché in difficoltà dopo una sbronza, cercando di farla rinvenire con dell’acqua di mare gettata sul viso, sollevandole le gambe. Processo concluso, scuse da Sasso mai pervenute.
Nel 2021 pochi giorni prima di essere nominato sottosegretario all'Istruzione nel governo guidato da Mario Draghi, il deputato barese pubblica un selfie sulla propria pagina Facebook, accompagnandola a una citazione di Dante Alighieri: "Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto". Citazione colta in occasione dei 700 anni del Sommo Poeta. Peccato che sia stato un altro Dante a pronunciarla, il Topo-Dante in un albo risalente a più di settant'anni fa: "L'Inferno di Topolino" serie di fumetti pubblicati fra il 1949 e il 1950 in cui Mickey Mouse rileggeva il poeta della Divina Commedia.
Da sottosegretario all’istruzione si è più volte scagliato contro la fantomatica teoria gender. Commentando il caso, divenuto nazionale, di Geremia, lo studente transgender di 17 anni di un liceo scientifico di Pisa al quale è stata rifiutata l’attivazione di una carriera alias che consentirebbe di registrare il suo nome maschile al posto dell’identità femminile, Sasso si era schiera in difesa della preside: «Che non si è piegata a ideologie oltranziste che vorrebbero imporre l'arbitrio e il capriccio del singolo». Non sempre dalla parte dei dirigenti scolastici. Quest’anno, nel mese febbraio, ha criticato aspramente la dirigente Annalisa Savino del liceo scientifico Da Vinci di Firenze, colpevole, dopo il pestaggio fascista avvenuto davanti alla scuola, di avere inviato una circolare ai suoi studenti sulla storia del fascismo. «Non si può fare politica a scuola, se volete fare politica fatela nelle vostre sedi di partito» ha ruggito Sasso.
Un refrain molto simile a quello pronunciato qualche settimana fa alla Camera, e replicato ancora oggi. Settimane fa, scomposto, con tono quasi urlato ha detto no alla mozione del Movimento 5 stelle che chiedeva di introdurre “l’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale”. «Se la facciano nelle loro sedi di partito e non approfittino della scuola, senza il consenso dei genitori, obbligando dei bambini alle loro porcherie». Ripreso dalla vice Presidente Anna Ascani: «Collega Sasso, l'espressione 'le loro porcherie' non è consentita ed è offensiva nei confronti dei colleghi». E l'inizio di un duetto. La Camera divisa da applausi e fischi. Ascani che precisa: «Sono offese nei confronti dei colleghi». Sasso che ribatte ironico: «Presidente, accolgo il suo invito e mi diletterò nell'individuare dei sinonimi di porcherie, nefandezze, oscenità, turpiloquio, perché questo è quello che prevede l'educazione sessuale». Il duetto non termina: Sasso precisa poi di essere «rispettoso del Regolamento, però lei deve rispettare la libertà di opinione di un parlamentare che ritiene l'educazione sessuale a bambini di 6 anni una nefandezza». La telecamera di Montecitorio inquadra una classe di ragazzini seduti in tribuna stampa: giorno di visita d'istruzione alla Camera. Risate soffocate tra gli studenti. Lo spettacolo offerto dalla Lega può continuare.