Il personaggio

Anna Cisint, la sindaca di Monfalcone in guerra santa contro l'Islam è l'astro nascente della Lega

di Simone Alliva   6 novembre 2023

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La battaglia contro l'hijab in spiaggia, i professori di sinistra, i quotidiani sgraditi in biblioteca, i troppi bambini di origine non italiana nelle scuole. La prima cittadina del comune in provincia di Gorizia è stata la star dell'ultima manifestazione del Carroccio a Milano. E dopo due mandati potrebbe puntare alla scena nazionale

Lei, da sola, contro le donne in hijab in spiaggia. Lei contro “i professori di sinistra che fanno pressioni sugli studenti”. Lei che mette al bando “Il Manifesto e Avvenire nelle biblioteche” e istituisce un tetto ai bambini stranieri nelle scuole. La sindaca di Monfalcone, Anna Cisint, ci ha messo un po', due mandati, un rosario di annunci e ordinanze, ma alla fine è riuscita a conquistare la scena. Nata politicamente in Forza Italia, approdata alla Legae sindaca del comune in provincia di Gorizia dal novembre 2016.

 

Momento cruciale la manifestazione "Senza paura", organizzata dal Carroccio in largo Cairoli a Milano per "la difesa dell'Occidente e delle libertà". Anche se con poco successo di pubblico, è stata Cisint a brillare. La scena era così, per i molti che se la sono persa. La sindaca si è presentata come l’amministratrice della città "con più musulmani d’Italia” e ha illuminato il pericolo che incombe: «Da noi oggi l'Imam ti dice: "Non siamo interessati all'integrazione, perché noi vogliamo sostituirvi". Se non interveniamo subito, e noi siamo l'unica speranza per bloccare subito questo processo di islamizzazione in atto, il buonismo ci porterà alla sostituzione. Dobbiamo lavorare insieme affinché il processo di islamizzazione possa terminare. È intollerabile quanto successo a Monfalcone la scorsa settimana quando dietro al duomo il Pci con le bandiere e integralisti hanno iniziato a gridare "Allah akbar, morte a Israele"». E ancora le donne «insaccate» dagli «uomini in sottana», «Il buonismo che ci porterà alla sostituzione». 

 

«Un talento», raccontano orgogliosi da via Bellerio che su di lei punta moltissimo. Talento che ha generato per ordine diverse novità per i cittadini di Monfalcone e chissà che non ispiri anche la Lega nazionale. 

Primo atto dell'astro nascente del Carroccio l'eliminazione delle panchine di piazza della Repubblica accompagnata dall'installazione di una schiera di telecamere. Nel 2018 esclude più di 60 bambini dalla scuola dell’infanzia al grido di «prima gli italofoni». Per farlo sigla un accordo con due istituti comprensivi della città per fissare un tetto massimo di presenza non italiana al 45%. Se c’è posto bene, ma per chi rimane escluso non c’è nulla da fare. Nel documento, si cita tra gli obiettivi quello di “incentivare le iscrizioni a Monfalcone, in particolare da parte delle famiglie italofone residenti”. Risultato: 79 bambini, quasi tutti nati in Italia da genitori del Bangladesh, vengono esclusi. Sempre nello stesso anno si lancia in una battaglia contro “Il Manifesto” e “L’Avvenire”, bloccando gli abbonamenti ai due quotidiani che, per anni, erano stati disponibili nella sala di lettura della biblioteca comunale assieme ad altri giornali. «La spesa di un ente pubblico deve obbligatoriamente rispondere a un interesse generale, non può essere legittimata da un capriccio personale o da una desiderata di pochi intimi o per ragioni ideologiche di parte», spiega. A giugno dello stesso anno fa esplodere il “caso del cricket”: la Festa dello sport monfalconese elimina la disciplina più praticata dalla maggioranza bengalese, che ormai da diverse edizioni era una delle componenti più colorite dell'evento. Il Comune fa sapere che si tratta di una scelta tecnica, a causa della mancata iscrizione al Coni dell'associazione. Il Coni smentisce. Per il 25 Aprile decide di non invitare alla commemorazione le associazioni dei partigiani della vicina Nova Gorica, Slovenia. Per la città di frontiera, in cui nacquero alcuni dei primi nuclei della Resistenza, un'offesa. Si invitano soltanto “soggetti istituzionalmente riconosciuti”, fa sapere il Comune. 

 

Nel 2019 decide di aprire sportello per raccogliere le segnalazioni di studenti e insegnanti che «subiscono pressioni da parte di colleghi o professori di sinistra». Per farlo affida al Garante dei minori della sua città il compito di ascoltare mamme, papà, ragazzi o docenti che a loro avviso hanno avuto problemi a scuola perché «non sono schierati da una parte».   

 

Nel turbinio delle polemiche si inserisce anche il caso del suo assessore alla sicurezza e alla vivibilità di Monfalcone, Massimo Asquini, che sul proprio profilo Facebook aveva condiviso una filastrocca razzista: “Il migrante vien di notte con le scarpe tutte rotte; vien dall’Africa in barcone a rubarvi la pensione. Nell’hotel la vita è bella, nel frattempo ti accoltella. Poi verrà forse arrestato e l’indomani rilasciato“. Una «goliardata» per Anna Cisint «Non amo le offese in generale ma Asquini non aveva alcuna intenzione di insultare nessuno. Sta facendo molto bene per l’incarico che gli ho affidato rispetto al degrado e alla sicurezza in città. Siamo riusciti a risolvere problemi trascurati per vent’anni. Per me conta questo non certo quello che ha scritto su Facebook. Asquini ha solo sottovalutato le conseguenze del post».  

 

E proprio contro il “degrado” riesce a raggiungere le cronache nazionali, a luglio conquista le pagine nazionali con la sua lettera aperta alla comunità musulmana locale con cui definisce «inaccettabile il comportamento degli stranieri musulmani che entrano abitualmente in acqua con i loro vestiti: una pratica che sta determinando sconcerto e che crea insopportabili conseguenze alla salvaguardia del decoro“. Segue l’annuncio di “un apposito provvedimento a tutela dell’interesse generale della città e dei nostri concittadini».

 

Adesso per bloccare "l'islamizzazione" ritorna sulla questione scuola e la difesa dei bambini italiafoni. «Ridurre il sovraffollamento scolastico per evitare la preponderanza di studenti stranieri e per fare in modo che in ogni istituto comprensivo di Monfalcone la maggioranza dei bambini in ogni classe sia italofona» è il "punto fermo" del piano di dimensionamento scolastico approvato qualche giorno fa dalla giunta comunale di Monfalcone per il triennio 2024-2027. Il Comune, in una nota, chiede che a "farsene carico" siano la Regione e l'Ufficio scolastico regionale "sulla base delle linee di indirizzo regionali che stabiliscono, tra le altre cose, in 1.200 i limiti numerici massimi di studenti iscritti consentiti per gli istituti comprensivi".  Secondo Cisint, «la prevalenza della componente non italofona genera una condizione paradossale: gli alunni italiani sono costretti a vivere uno stato di isolamento». «Non possiamo più tollerare tutto questo».

 

Il Comune riferisce che all'istituto comprensivo Giacich nell'anno scolastico 2023/2024 il numero di iscritti è pari a 1.407, di cui il 78,56% stranieri. All'istituto comprensivo Randaccio gli iscritti sono 1.156, di cui il 68,96% stranieri. La Lega nazionale prende appunti: a respingere i giovani migranti all'ingresso della scuola non ci aveva ancora pensato nessuno.