Intervista

Regionali Lombardia, Pierfrancesco Majorino all’attacco: «Fontana e Moratti sono stati un fallimento totale»

di Gianfrancesco Turano   9 febbraio 2023

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Il candidato Pd-M5s lancia la sfida a 28 anni di governo del centrodestra. Sovvertire le previsioni dei sondaggi rimane difficile, anche per qualche gaffe di troppo, ma l’europarlamentare ci crede

I sondaggi non danno grandi speranze a Pierfrancesco Majorino, candidato di un blocco Pd-M5S-Sinistra alle regionali lombarde del 12 e 13 febbraio. Il suo avversario, il presidente uscente Attilio Fontana, sembra ancora forte nella Lombardia profonda e la terza incomoda, la vicepresidente uscente Letizia Brichetto Moratti, ha stretto un’alleanza con Iv e Azione che, secondo alcuni, toglierà voti al centrodestra e invece minaccia proprio Majorino, per il solo fatto di essere animata da due scissionisti del Pd. Dopo la gaffe sulla Lombardia che non è la Calabria («un’espressione un po' infelice: ho vagliato e chiedo scusa», ha poi precisato), la speranza è nell’astensionismo, nei disastri del centrodestra in campo sanitario, nelle infrastrutture e nella progettualità inadeguate.

 

Iniziamo dalla sanità. Un budget colossale di 21 miliardi e i suoi due avversari che affrontano le disfunzioni del sistema come se non avessero mai governato. Come giudica la riforma del novembre 2021 e dove interverrebbe per correggerla? Come si riducono le liste d’attesa?
«Trovo a dir poco paradossale quello che Fontana e Moratti, che hanno governato insieme e che operano in linea continuativa con i ventotto anni di guida del centrodestra della Lombardia, sono riusciti a sostenere in questa campagna elettorale. Nella Regione per alcuni esami occorre attendere anche due anni. Fontana dice che è una situazione causata dal Covid e che anche nelle altre Regioni la situazione è analoga. Vero che le liste d’attesa ci sono anche nelle altre Regioni, ma non si è avuto l’aumento esponenziale che ha prodotto la Lombardia. Per questo come primo provvedimento intendo procedere con un intervento d’urgenza per tagliare le liste anche aprendo finalmente l’agenda unica degli appuntamenti che Fontana non ha mai voluto veramente introdurre. Si badi bene. Regione Lombardia ha strutture d’eccellenza pubbliche e private, ma in questi anni è mancata la guida. Si è avuto uno sbilanciamento di fondi a favore della sanità privata rispetto a quella pubblica. Una situazione assolutamente inaccettabile e che deve essere subito riequilibrata. Senza dimenticare il taglio e dimensionamento di presidi ospedalieri territoriali importanti: Sondalo, Menaggio, Esine, Desenzano, solo per citarne alcuni. La riforma Moratti- Fontana fa acqua da tutte le parti. Continua nella mortificazione del ruolo del medico di medicina generale e le case di comunità per ora sono state solo buone per tagli di nastro e cambi di targhe. Non sono per nulla quei presidi socio-sanitari innovativi per i quali avevamo chiesto i fondi Next Generation EU a Bruxelles con David Sassoli in testa. Quella riforma è stata scritta sulla testa degli operatori sanitari e infatti intendo rivederla in toto aprendo un tavolo con le associazioni dei medici, infermieri, personale sanitario, dei malati, dei parenti dei pazienti oltre del terzo settore. Bisogna finalmente superare la divisione tra politica sanitaria e sociale intendendo un intervento a 360 gradi a favore del paziente e della sua famiglia».

 

È ipotizzabile una politica di assunzioni più massiccia di quella vista nel post-pandemia? E come risponde a chi dice che un eventuale nomina di Pregliasco al welfare sarebbe un premio al comparto della sanità privata che in questi anni ha prosperato?
«È necessario favorire un inserimento di nuovo personale medico e sono favorevole all’eliminazione del numero chiuso per la facoltà di medicina anche se bisogna tener conto che gli effetti di questa eliminazione si avranno tra qualche anno. Fabrizio Pregliasco avrebbe potuto continuare a rimanere nella sua comfort zone e invece ha deciso di candidarsi e offrire la sua disponibilità. Vorrei ricordare che Pregliasco è anche un importante esponente del terzo settore. La sua candidatura non è un premio al comparto della sanità privata. È al contrario il riconoscimento a un grande professionista universalmente stimato e queste polemiche mi lasciano alquanto stupito. Detto ciò, il mio impegno è totale nella direzione del potenziamento della sanità pubblica e vorrei anche vedere».

 

Anche nel campo delle infrastrutture la regione locomotiva d’Italia sembra essersi mossa male abbandonando al suo destino il trasporto su ferro di Fnm-Trenord e favorendo un progetto costosissimo, di dubbia utilità e oggi ridimensionato come la Pedemontana. Su che cosa deve puntare una giunta di centrosinistra, anche considerando che Rfi non punta granché dei fondi del Pnrr sulla Lombardia?

«Siamo di fronte a un autentico scandalo. Fontana ha parlato di continuo e nulla ha fatto. Sono reduce dalla chiusura della campagna elettorale a Mantova, terre che non hanno avuto neanche il piacere di una sua visita in questi mesi di campagna. Chissà come mai. Il livello di infrastrutture nel sud della Lombardia – e cito solo questo come esempio - è insufficiente e imbarazzante. La rete ferroviaria è fragile e Fontana nel corso del suo mandato non ha ottenuto nulla. Con me Rfi dovrà impegnarsi molto ma molto di più a reperire nuovi fondi e a utilizzare quelli in essere rispetto a quanto fatto sino ad ora. Penso al PNRR, risorse da utilizzare al meglio e io lo farò attraverso un superassessorato per il Pnrr e per intercettare i finanziamenti europei che ci sono e che per ora colpevolmente Fontana non ha utilizzato. Trenord è completamente da ribaltare. Ritardi, soppressioni e cancellazioni sono l’abitudine dei pendolari. Gente costretta ad arrivare in ritardo in ufficio, a un esame. Malati che perdono la visita prenotata da mesi. Il tutto senza che Fontana avesse la minima disponibilità ad ascoltare i pendolari. La qualità delle vetture è scandalosa e ancora più scandaloso è che il livello di sicurezza di alcune tratte porti le donne a non prendere il treno. Il servizio pubblico su ferro, ma anche su gomma sarà rilanciato e potenziato. Lo si farà anche giungendo all’introduzione della gratuità per gli under 25 e per le persone che si spostano per motivi sanitari. E ancora: basta consumo di suolo. Opere inutili come l’estensione di Pedemontana non avranno più futuro. Si procederà con il rammendo dei territori andando a estendere, ove possibile come nel caso della Brianza, le linee metropolitane».

 

Da milanese che distanza avverte tra la sua città, che ha una giunta di centrosinistra, e la Lombardia profonda? E dove pensa che la sua candidatura possa andare meglio al di fuori del capoluogo?
«Più che altro ho colto la distanza che la gente vive rispetto al trentanovesimo piano di Palazzo Lombardia. Molti non sanno neanche quali reali poteri ha la Regione. Altri l’hanno scoperta solo durante il Covid. E questo perché? Perché si viene da anni di mancanza di visione e di pensiero. Un trantran che ha abituato i lombardi a considerare un ente che esiste ma che non si capisce a cosa serva. Al contrario io voglio che Regione sia una realtà propulsiva per la crescita economica e sociale dei nostri territori. Una Regione che ascolta i sindaci e che non decide sulle loro teste senza consultarli. Una Regione che gira per la Lombardia non solo per tagliare nastri o per momenti di photo opportunity. Questa brevissima campagna elettorale dovuta alla scelta di Fontana di tagliarla al minimo indispensabile mi ha portato a girare la Lombardia in lungo e in largo. Abbiamo la fortuna di avere ottimi sindaci come Emilio Del Bono, che avrò al mio fianco nella squadra di governo, Giorgio Gori, Mattia Palazzi solo per citarne alcuni. Con loro ho avuto modo di girare i nostri territori e penso che avremo ottimi risultati in tutte le Province. Sento un clima veramente buono».

 

Una domanda relativa al suo mandato di europarlamentare. Come ha vissuto lo scandalo Qatargate-Panzeri? Era davvero inaspettato e quali conseguenze potrà avere sulle Europee 2024 per le forze progressiste?
«Quanto avvenuto è uno scandalo assoluto. Mai mi sarei aspettato una situazione di questo tipo. Un autentico tradimento politico e ideale oltre che criminale e mi auguro che la giustizia proceda con severità. Riguardo le interferenze straniere sono stato il coordinatore del gruppo dei socialisti democratici e nel documento finale i rischi legati al Qatar (oltre che di altri stati da aggiungere a Russia e Cina) sono stati evidenziati proprio grazie a una mia iniziativa e questo un anno prima che lo scandalo prendesse piede».