Beppe Sala si arrende sulle famiglie arcobaleno: «Ora mi faccio carico di portare avanti questa battaglia»

Come anticipato da l’Espresso, il sindaco di Milano costretto dal ministero dell’Interno allo stop delle registrazioni. Sconforto delle famiglie: «Questo Governo si sta adoperando per togliere ogni minimo diritto di cittadinanza alle coppie omogenitoriali in Italia»

Da Beppe Sala arriva lo stop alle famiglie arcobaleno, come anticipato da L’Espresso. Il sindaco di Milano lo conferma nel suo podcast quotidiano “Buongiorno Milano”: «La registrazione non dipende solo dalla volontà politica, è un atto che ha a che fare con l'apparato amministrativo del Comune e io, vista la presa di posizione della Procura non posso esporre un funzionario pubblico a rischi personali ma è un passo indietro evidente, dal punto di vista politico e sociale e mi metto nei panni di quei genitori che pensavano che a Milano di poter contare su questa possibilità» e ha aggiunto: «Da oggi, ancora più di prima, mi faccio carico di portare avanti politicamente questa battaglia e di seguire con la massima attenzione ogni sviluppo, normativo e giudiziario di questa complessa vicenda».

 

Sul fermo pesa la mano del governo Meloni che, come ricostruito su queste pagine, ha richiamato all’ordine l’amministrazione: prima con una circolare datata 19 gennaio 2023, in cui il Ministero dell’Interno ha richiamato i Prefetti ad «assicurare una puntuale ed uniforme osservanza degli indirizzi giurisprudenziali espressi dalle Sezioni Unite» della Corte di Cassazione «negli adempimenti dei competenti uffici», invitando gli stessi a «fare analoga comunicazione ai Sig.ri Sindaci». Successivamente, il 10 marzo è stata una circolare del prefetto Renato Saccone, visionata da L’Espresso, con oggetto coppie “omogenitoriali – atti di stato civile” per precisare che non è consentita in Italia la registrazione nell’atto di nascita dei bambini nati da coppie dello stesso sesso. Anche dei bambini nati all'estero da coppie formate da due mamme. Precisazione, quest'ultima, che fa a pugni con le sentenze della Cassazione del 2016 che invece lo consente (Sentenza 19599/16 e 14878/17).

 

Prima di questa decisione, martedì verso le quattro di pomeriggio, il sindaco del capoluogo lombardo ha incontrato i suoi assessori e l’associazione di genitori omosessuali, Famiglie Arcobaleno. Arrabbiatissimo, amareggiato da una battaglia che avrebbe voluto e a un certo punto potuto vincere, e che invece ha perso. Ha dovuto spiegare alle famiglie che il comune doveva arrendersi. «Abbiamo appreso con profondo sconforto la notizia – racconta Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno - consapevoli di quanto questo Governo si stia adoperando per togliere ogni minimo diritto di cittadinanza alle famiglie omogenitoriali in Italia. Questa notizia fa tristemente coppia con la decisione del Governo italiano di bocciare anche la possibilità di un Certificato europeo di filiazione, quello che permetterebbe ai figli delle coppie dello stesso sesso il riconoscimento dei propri diritti in tutta Europa. I bambini e le bambine con due mamme e due papà esistono già in Italia, i ministri Piantedosi e la premier Meloni se ne facciano una ragione. Ogni giorno vanno a scuola, entrano negli studi pediatrici, giocano nei parchi e nei campi sportivi, frequentano corsi di musica, come tutti i loro coetanei, senza avere i diritti di tutti i loro coetanei».

L'esibizione muscolare del governo sulle famiglie omogenitoriali ha avuto comunque il pregio di illuminare il vuoto legislativo come spiega il sindaco Sala: «La strada indicata dalla Cassazione per assicurare i diritti del bambino» di coppie omogenitoriali «ossia l'adozione in casi particolari, diciamo la verità, appare oggi in Italia assai complessa e farraginosa. Dovrà dunque essere resa molto più rapida ed efficace per dare una risposta a problemi giuridici che tornano a essere irrisolti e per garantire, come chiede la Corte Europea dell'uomo, pieni diritti al bambino, oltre che alla famiglia che lo ha voluto e in cui vive. Dovrebbe essere il legislatore a consentire con legge, come avviene in altri Paesi europei come Spagna e Danimarca, la registrazione di figli di coppie dello stesso sesso a prescindere dal più oneroso e travagliato procedimento dell'adozione».

 

Sul tema si è espresso anche Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico e attivista per i diritti delle persone Lgbt: «Nei giorni in cui in Commissione Politiche Europee del Senato si discute il Regolamento UE che chiede che in tutti gli Stati membri siano riconosciuti i diritti delle famiglie omogenitoriali, il Ministero dell'Interno intima al Sindaco di Milano Beppe Sala di fermare le registrazioni all'anagrafe delle famiglie con due padri o due madri. Sono pressioni inqualificabili che confermano l'ostilità del governo Meloni contro i diritti della comunità lgbtqia+. L'Unione Europea chiede anche all'Italia di fare passi in avanti verso la piena uguaglianza di tutti i cittadini e il governo risponde con azioni degne dell'Ungheria di Orban».

 

Sulla questione il tratto più eloquente è il silenzio della Presidente del Consiglio che in campagna elettorale prometteva: «Non toccheremo le unioni civili». Segnala in maniera drastica il futuro dei diritti civili nel paese. 

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