Il caso

Per la ministra Calderone conflitto d'interesse continuo: ora gli ispettori del Lavoro vanno alla corte dei Consulenti

di Gloria Riva   25 gennaio 2024

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Prima il capo dell'Ispettorato ha anticipato i dati dell'attività del 2024 alla conferenza dei Consulenti. Poi ha convocato gli ispettori in casa loro. Un cortocircuito che parte dalla titolare del Lavoro, ex presidente dell'Ordine dei Consulenti e moglie dell'attuale presidente

Per sapere come gli ispettori del Lavoro hanno intenzione di combattere lavoro nero e grigio, caporalato, morti bianche e sfruttamento chiedete ai consulenti del lavoro. È noto da tempo il cortocircuito fra gli ispettori del Lavoro, che sono dipendenti dell'Inl, Ispettorato Nazionale del Lavoro, un ente che dipende dal Ministero del Lavoro, ovvero dalla ministra Marina Calderone, e l'Ordine dei Consulenti del Lavoro, ovvero l'organo dei professionisti che si occupano di amministrazione del personale subordinato e parasubordinato per conto delle imprese ed enti, ed è presieduta da Rosario De Luca, cioè il marito della Ministra Calderone. In passato la stessa Marina Calderone è stata il capo dell'Ordine dei Consulenti, incarico poi ceduto al marito. Insomma, un Ordine tutto in famiglia. 

In teoria l'ispettore dovrebbe fare le pulci all'operato dei consulenti, che consigliano agli imprenditori come muoversi sul fronte del personale e quindi si occupano della gestione del lavoro per conto delle aziende. Ispettori e consulenti dovrebbero confrontarsi in duri faccia a faccia, gli uni per difendere le maestranze, gli altri facendosi portavoce delle imprese. In pratica da quando Calderone è capo del dicastero del Lavoro, tutto questo non si verifica più: è scoppiata la pace. E pazienza per il lavoro grigio, i soprusi e le morti banche.

Quello che si sta tentando di fare è sovrapporre le due figure - ispettori e consulenti - o comunque di piegare gli ispettori al cospetto dei consulenti. Almeno, è così che la pensano gli ispettori del lavoro che, ancora non hanno ricevuto le indicazioni tecniche dal capo dell'Inl, Paolo Pennesi, che però il 22 gennaio scorso le ha comunicate al 36esimo Forum dell'Ordine dei Consulenti svoltosi a Roma. Pennesi ha fornito cifre di dettaglio sulle ispezioni e sulle attività di vigilanza da effettuare nel 2024. È tutto pubblico, basta andarsi a leggere l'articolo pubblicato sul sito dei Consulenti del Lavoro. Dove Pennesi dichiara: «Nel 2024 le ispezioni passeranno da circa 70.000 del 2023 a 102.000. Circa 35.000 al Nord, 30.000 al Centro, 37.000 al Sud». E poi ancora: «Tra i settori che saranno particolarmente monitorati dall'Ispettorato: l'agricoltura e l’industria agroalimentare, il settore manifatturiero, con particolare attenzione alle realtà che producono abbigliamento e pelletteria, il settore della logistica e aeroportuale. Ma anche pubblici esercizi e commercio, dove saranno riattivati controlli nelle fasce orarie notturne, e l’edilizia. L'attività di contrasto al sommerso riguarderà tutti quei i fenomeni di destrutturazione del mercato del lavoro riconducibili a appalti e distacchi illeciti, alla somministrazione illecita e alle reti d'impresa». Salvo quindi il Turismo, settore in cui il lavoro nero fiocca, ma sembra non essere la priorità del 2024.  

Comunque, gli ispettori non hanno preso benissimo questo intervento di Pennesi alla Conferenza dei Consulenti: primo perché a loro non è stato ancora comunicato nulla sull'attività ispettiva del 2024; secondo perché stavano ancora finendo di digerire un altro boccone piuttosto amaro. L'atteso ”Incontro con il Personale Dirigente e Capi processo vigilanza”, ovvero l'evento nel quale viene definita la strategia di controllo per il 2024 (già ampiamente spoilerata dal capo dell'Inl al convegno dei Consulenti e pubblicato poi sul sito web) si svolgerà a Verona tra il 29 e il 30 gennaio nella sede dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro. Davvero il ministero del Lavoro non possiede una sede sufficientemente ampia per ospitare i direttori dell'Inl del Nord Italia, ma deve affittare la sala dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro che, a quel punto, conosceranno nel dettaglio i punti di forza e di debolezza degli ispettori per il 2024? 

LA REPLICA DI PAOLO PENNESI E LA NOSTRA RISPOSTA

Gentile Direttore,
ritengo necessario smentire quanto riportato dal suo giornale. Con estremo stupore e amarezza sono costretto a evidenziare, dopo circa quarant’anni di servizio, che il sottoscritto non ha l’abitudine di andare “alla corte” di nessuno, né è in possesso di alcuna tessera di partito e tantomeno ha necessità di compiacere alcuna autorità politica.

L’intervento al Congresso dell’ordine dei consulenti del lavoro – che peraltro la maggioranza dello stesso personale ispettivo non considera un “nemico”, come sostenuto nell’articolo, ma un interlocutore professionalmente preparato – ho semplicemente voluto rappresentare l’impegno che l’Agenzia ha intenzione di porre in essere per l’anno in corso, fornendo indicazioni sui principali fenomeni di irregolarità che interessano il nostro mercato del lavoro (lavoro nero, appalti illeciti, disapplicazione dei contratti collettivi, caporalato violazioni in materia di salute e sicurezza ecc.); e ciò allo scopo di porre un “monito” – spesso utile in chiave preventiva – così come del resto fanno altri organi di vigilanza quando annunciano una “stretta” su determinate problematiche. Del resto, quelle che ho dato sono informazioni che qualsiasi giornalista specializzato potrebbe ritenere quasi scontate e ribadirei le stesse cose in ogni altra sede perché sono consapevole, anche in forza dell’esperienza acquisita, dell’utilità di rappresentare quanto l’Ispettorato sia e sarà presente in ogni luogo dove sono in pericolo i diritti dei lavoratori.

Quanto alla scelta di servirsi della sede dell’Ordine dei consulenti del lavoro per il prossimo incontro programmato a Verona, credo sia utile sapere, anzitutto, che questa Amministrazione, come mi auguro facciano altre amministrazioni pubbliche, impronta il proprio operato al massimo risparmio delle risorse economiche. In precedenti incontri l’Ispettorato si è infatti potuto servire, senza alcun onere per i cittadini, delle aule di proprietà di Ferrovie dello Stato, Ordine degli ingegneri, Prefetture, Associazione Nazionale costruttori edili ecc. Questo, evidentemente, non vuol dire – come superficialmente evidenziato nell’articolo in questione – che agli incontri possa assistere personale estraneo all’Amministrazione. Alla luce di quanto rappresentato, credo che l’affermazione secondo cui l’Ispettorato sarebbe alla “corte dei consulenti”, anziché rappresentare la realtà dei fatti, getta ingiustamente cattiva luce su questa Agenzia e su tutte le persone che ci lavorano.

Distinti saluti,
Paolo Pennesi, direttore generale Ispettorato nazionale del lavoro

LA NOSTRA RISPOSTA
Ringraziamo il dottor Pennesi per la replica. Ne approfittiamo però per segnalare ai lettori che, in seguito a nostro articolo e alle proteste che questo sottolineava, è stata spostata la sede dell'incontro con il personale dirigente e i capi del processo vigilanza del 29 e 30 gennaio. L'incontro non si terrà più nella sede dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, ma nell'Aula magna della Fondazione Ediscuola e all'Inail di Verona.