La Lega salva i falò storici dalla stretta antismog. Le priorità del governo si vedono in certi emendamenti inseriti nel decreto milleproroghe e approvati nella notte. Come questo del Carroccio, ad esempio, che consente per legge l’organizzazione dei falò tradizionali. «Un’usanza diffusa su tutto il territorio nazionale, dai falò di Sant’Antonio a gennaio, ai pan e vin veneti, ai tanti organizzati in occasione del passaggio tra l’inverno e la primavera. Una tutela per tradizioni antiche che la Lega vuole siamo tramandate, rispetto alle esasperazioni ambientaliste che ne hanno spesso intralciato l’organizzazione. Un sano patrimonio culturale e di identità del territorio che viene preservato con l’approvazione di questo emendamento, entrando in legge» spiegano i deputati della Lega Stefano Candiani, Fabrizio Cecchetti, Luca Toccalini, Rebecca Frassini, Simona Bordonali, Silvana Comaroli, Erik Pretto, Gianangelo Bof.
Un'urgenza del Carroccio che nel Veneto festeggia: «Brusar la vecia, una tradizione secolare padovana e veneta che non deve andare dispersa con la scusa dell'inquinamento e dello smog» applaude così il consigliere regionale padovano Giulio Centenaro (Lega-Liga veneta) pensando appunto alla tradizione locale.
Non è convinta Legambiente Veneto che esprime preoccupazione in merito. L'emendamento consente l'accensione di maxi-fuochi all'aperto, indipendentemente dalla concentrazione e dai valori di Pm10 e Pm2.5 e «rappresenta un grave passo indietro nella tutela dell'ambiente e della salute pubblica. Presentato come un atto di tutela delle tradizioni culturali venete - secondo Legambiente - non si tiene conto degli impatti negativi sull' ambiente e sulla salute dei cittadini. In un periodo, quello invernale, in cui l' inquinamento atmosferico rappresenta una delle principali emergenze ambientali come dimostrano anche i dati delle centraline di rilevamento di Arpav, concedere la possibilità di accendere falò senza considerare i livelli di inquinamento dell'aria è un gesto irresponsabile e miope. Con questo emendamento il Parlamento di fatto sconfessa il lavoro e gli indirizzi delle Regioni ed espone il Paese alla mancata ottemperanza degli obblighi a tutela della salute e per il superamento continuativo dei limiti di PM10 tra il 2008 al 2017 la Corte di Giustizia europea ha condannato l'Italia a pagare una multa stimata da 1.5 a 2.3 miliardi di euro, oppure ad agire efficacemente e con urgenza per ridurre l'inquinamento».
Per Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto «è molto importante mantenere le tradizioni culturali, ma non a discapito dell'ambiente e della salute delle persone. Invitiamo le istituzioni a riconsiderare questa decisione intrisa di ideologia e a promuovere piuttosto politiche attive con adeguate risorse per soluzioni sostenibili che rispettino sia le tradizioni che l'ambiente».