Diritti
In Abruzzo sono state elette solo 3 donne su 31 consiglieri. La parità di genere è un miraggio
L'ultima tornata elettorale ha visto un numero dimezzato rispetto all'assemblea legislativa uscente, che comunque non brillava per parità (le consigliere erano sei). Forse la politica dovrebbe riflettere su questo e non solo su chi vince e chi perde
Solo tre le donne su 31 eletti. Dopo i risultati delle elezioni in Abruzzo il nuovo consiglio regionale prende forma ed è a misura d'uomo. Si contano diciotto, compreso Marsilio, gli esponenti di centrodestra e tredici, incluso D'Amico, quelli di centrosinistra. Ma tra tutti i nuovi consiglieri in pectore solo tre sono donne: Tiziana Magnacca (FdI), Marianna Scoccia (Noi Moderati) ed Erika Alessandrini (M5s).
Dovrà esserci l'investitura ufficiale e in ogni caso potranno esserci assestamenti legati anche alla prossima formazione della giunta, ma un riequilibrio appare lontano. E si tratta di un numero dimezzato rispetto alla precedente composizione dell'assemblea legislativa uscente, che comunque non brillava per parità e dove su 31 membri le donne erano sei.
La mancanza di parità di genere regionale riflette in qualche modo il Parlamento italiano. Analizzando i dati dell’Ufficio studi della Camera, nella XIX legislatura, la prima con la riduzione del numero dei parlamentari e con una donna premier, la rappresentanza femminile è in lieve flessione, con un calo che si registra in entrambe le Camere: le donne elette in Parlamento sono circa il 33% del totale (di cui 129 alla Camera e 69 al Senato). Nel 2018 (la XIX legislatura) si toccò il record del 35% delle elette anche perché per la prima volta si votò con una legge elettorale alle politiche che conteneva l’obbligo dell’alternanza di genere in lista. Questo risultato ci pone appena sopra la media dei Paesi UE-27, che risulta pari al 32,4 per cento.
Quanto ai governi, il primato della rappresentanza femminile fu della squadra di Renzi. Il maggior numero di donne al governo si è registrato a partire dal 2006, coi governi Prodi II, Berlusconi IV, Letta, Renzi e Gentiloni. Delle 8 ministre (su 16 titolari di dicasteri: la metà esatta) presenti all’avvio del governo Renzi, tre hanno presentato le dimissioni e sono state sostituite da uomini. Nell'esecutivo Meloni le donne ministro sono 6, il 25% sul totale. Ma se si contano anche le posizioni di viceministro e sottosegretario la cifra sale a 19 donne su 63 componenti totali.
Nella storia della Repubblica, prima del governo Meloni, su oltre 1.500 incarichi di ministro assegnati nei 64 governi della Repubblica, le donne ne hanno ottenuti solo 78 più 2 interim. Di questi, 38 incarichi sono stati di ministeri senza portafoglio. Alle donne sono stati affidati incarichi prevalentemente nei settori sociali, della sanità e dell’istruzione: ben 48 dicasteri su 80 (inclusi i 2 interim). Nessuna donna, dalla I legislatura a oggi, ha rivestito l’incarico di ministro dell’Economia e delle finanze o delle infrastrutture e dei trasporti, dicasteri di vero "peso".