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Elly Schlein candida Antonio Decaro alle Europee. Ma non scioglie il suo nodo

di Simone Alliva   27 marzo 2024

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Il Governo taglia i superbonus. La Russia accusa Ucraina e Occidente per l'attentato di Mosca. Mattarella in difesa della scuola di Pioltello. Le notizie del giorno

Decaro candidato alle europee, più vicina anche Schlein
La riunione della segreteria Pd ha fatto fare un passo in avanti alla candidatura di Elly Schlein alle Europee. Il tema del voto per Bruxelles ha dominato l'incontro. D'altronde la sfida è alle porte - urne l'8 e il 9 giugno - e i termini per la presentazione delle liste si fanno sempre più stretti. E infatti Schlein ha ufficializzato qualche nome. Il primo è quello di Antonio Decaro, "uno dei più bravi sindaci d'Italia", ha detto la segretaria a DiMartedì. Una difesa nitida, quella di Schlein, dopo le polemiche di questi giorni su Bari, per la commissione che dovrà valutare lo scioglimento del Comune (dopo un'inchiesta per mafia che non ha coinvolto il primo cittadino) e le affermazioni del governatore pugliese Michele Emiliano su un loro incontro con la sorella di un boss, che Decaro ha smentito.

Capolista del Pd al Sud sarà Lucia Annunziata, «non solo perché è una figura di grande valore come giornalista - ha spiegato Schlein - ma soprattutto per la sua grande conoscenza di politica estera e internazionale». Fra gli altri, circola anche il nome di Cecilia Strada. La definizione dello schema di gioco - chi dovrà correre, in quale circoscrizione e in quale casella - è tema caldo, in un incrocio di equilibri, ambizioni, rapporti di forza. 

«Il Pd ha gestito la questione delle alleanze alle amministrative e alle regionali con una linea unitaria - hanno fatto sapere dal partito - Con lo stesso spirito verrà affrontato il tema delle europee». Perché "l'avversario è la destra", è stato ribadito. Alle Europee non ci sono alleanze: ognuno corre per sé. Così, quando il Pd parla di unità parla di Pd. «Con varie sfumature - è stata la sintesi della segreteria fornita dal Pd - tutti hanno chiesto a Schlein di candidarsi», anche se «le formule proposte sono diverse». Lei ha ammesso: «Ci sto riflettendo, ma prima voglio vedere la squadra».

Nel Pd, quel "varie sfumature" e "tutti hanno chiesto" sono stati raccontati in vari modi. Con un minimo comun denominatore: il tema della corsa di Schlein non poteva che essere sul tavolo e nessuno lo ha messo in discussione. Lo schema generale dovrebbe partire dalla previsione di capolista civici nelle cinque circoscrizioni. Ma "il confronto è ancora aperto - hanno fatto sapere fonti di minoranza Pd - Sono state espresse delle preoccupazioni in merito alle candidature civiche come capolista che penalizzerebbero la classe dirigente del partito. Riguardo la candidatura di Elly Schlein, sono state espresse perplessità in merito alla posizione che occuperebbe in lista, che rischierebbe di penalizzare le candidature femminili". Fuori dal Pd, in tema europee altre forze hanno fatto passi avanti. Italia Viva e Più Europa sono sempre più vicine a un'intesa per una lista di scopo anche con Radicali, Psi, Volt e Libdem, mentre Azione per ora ha detto "No". Un incontro era atteso a breve: era stato annunciato come vertice risolutivo fra i leader. Col passare delle ore è stato un po' ridimensionato: ci sarà ma probabilmente sarà interlocutorio e fra seconde linee. Ma la direzione pare tracciata. Mentre in casa M5s si glissa sulla corsa di Virginia Raggi, che per candidarsi dovrebbe ottenere una deroga ad hoc. «Nel caso avessimo voluto introdurre una deroga - è stato spiegato da Campo Marzio - lo avremmo fatto in maniera trasparente, non nascondendola in un cavillo burocratico, ma passando dal trasparente giudizio della nostra comunità».

 

Mattarella si schiera con la scuola di Pioltello: «Apprezzo il vostro lavoro» 
Difendono la decisione presa ieri di confermare la chiusura il prossimo 10 aprile, giorno della festa di fine Ramadan, i membri del consiglio d'istituto dell'istituto comprensivo statale Iqbal Masih di Pioltello, nel Milanese, e chiedono di rispettarla e di poter "tornare a vivere con tranquillità la scuola". Parole che arrivano assieme alla risposta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla lettera della vicepreside Maria Rendani, che a lui si era rivolta invitandolo a visitare la scuola: «Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla - sottolinea il capo dello Stato - desidero dirle che l'ho molto apprezzata, così come - al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo - apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell'adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo».

Non si placano però le polemiche e anzi raggiungono il Parlamento, dove FdI ha annunciato una interrogazione al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara per sapere cosa intenda fare ora. Nella visita ispettiva del 18 marzo, ha spiegato il Consiglio di istituto in una lunga nota, sono state trovate alcune irregolarità nella delibera sul calendario scolastico, ovvero il fatto che erano previsti "quattro giorni di sospensione delle lezioni a fronte del massimo di tre giorni" che potevano essere decisi dalla scuola, che la delibera della Regione non preveda la possibilità di anticipare l'inizio delle lezioni per compensare (cosa che avevano scelto di fare a Pioltello) e inoltre "l'assenza di espresse motivazioni di carattere didattico nella delibera del Consiglio di Istituto per i giorni di sospensione".

Da qui la decisione ieri di "rinunciare" a due dei giorni di vacanza previsti (lunedì 29 e martedì 30 aprile) confermando invece la chiusura del 10 per Eid al Fitr e di venerdì 26 aprile, il giorno dopo la festa della Liberazione. Date scelte considerando l'alto tasso di assenze nei due giorni "che compromette l'efficace svolgimento delle attività didattiche ed educative programmate, anche in coerenza con le scelte educative". Si è trattato di una decisione "nata spontaneamente al nostro interno, sulla base di motivazioni che riteniamo coerenti con il diritto all'educazione e all'istruzione, con la Costituzione Italiana e che origina dalla considerazione operata dal Collegio Docenti" hanno spiegato dal Consiglio d'istituto annunciando che il 21 maggio per la Giornata mondiale della Diversità Culturale la scuola organizzerà un dialogo "sui temi dell'inclusione, dell'interazione tra culture e del confronto tra religioni".

Per il presidente della Lombardia Attilio Fontana chiudere per la fine del Ramadan però è una scelta "assolutamente fuori luogo". "Non è detto che per rispettare" le feste religiose "si debba chiudere una scuola. Si possono rispettare anche in un altro modo mi sembra" ha osservato. È una "scelta scandalosa" di "integrazione al contrario" secondo l'eurodeputata leghista Silvia Sardone, prima a sollevare la polemica mentre ha parlato di "qualcosa di inverosimile" il parlamentare di FdI Riccardo De Corato annunciando l'interrogazione a Valditara. «La nostra abilità di raggiungere l'unità nella diversità - hanno concluso dal Consiglio d'Istituto citando il Mahatma Gandhi - sarà la bellezza e il test per la nostra civiltà». 

 

Il Governo taglia i superbonus 
Con un colpo di mano il governo taglia i superbonus e i bonus fiscali ed energetici. "Norme nate in modo scriteriato e che hanno prodotto risultati devastanti per la finanza pubblica", dice senza giri di parole il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. "Qualcuno sorrideva sul mal di pancia - aggiunge - Confermo che fa malissimo a me a tutti gli italiani". Così il Consiglio dei ministri approva a sorpresa un nuovo decreto sui bonus edilizi, portato fuorisacco. Scompare lo sconto in fattura, arriva la dichiarazione preventiva, vengono bloccate le compensazioni con l'agevolazione Ace (che riguarda le imprese), i crediti vengono prima compensati con le eventuali 'cartelle' degli accertamenti fiscali.

La misure - dice con chiarezza Giorgetti - «sono tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità» della misura. Di fatto una pietra tombale sui rischi futuri e i cui effetti attuali "potremo definitivamente contabilizzare tra pochi giorni quando si caricherà la finestra per tutte le fatture e i lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023". La decisione arriva guardando alle nuove previsioni che il governo farà a breve con il Def, in aprile, e per le quali si attende anche la valutazione da parte di Eurostat dei criteri di contabilizzazione dei bonus. Le indiscrezioni parlano di ulteriori sforamenti per 10 miliardi. 

«Già il conto è salatissimo - ammette Giorgetti, ribadendo gli allarmi già lanciati nel passato - Anche se qualcuno ne è entusiasta, il prezzo per la finanza pubblica e sul debito graverà per diversi anni a venire. L'obiettivo di questo decreto è mettere un punto finale rispetto all'impatto sul 2023, fatto salvo le valutazioni definitive di Eurostat». Giorgetti ha snocciolato le misure: è stato eliminato ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano, non solo per il superbonus. Salta anche la regolarizzazione 'in bonis', con mini sanzioni, previste per mancate comunicazioni fino al 15 ottobre. C'è poi la comunicazione preventiva «per avere un monitoraggio anticipato del fenomeno e non solo quando le fattura vengono caricate». I crediti, poi, verranno sottratti prima dai 'debiti', cioè dai ruoli iscritti nelle cartelle esattoriali in via definitiva. E poi arriva una nuova limitazione che blocca un meccanismo di frode appena individuato: «C'è la limitazione della cessione del credito Ace (Aiuto alla crescita economica riconosciuto alle imprese, ndr) perché abbiamo iniziato a notare un utilizzo fraudolento su questa agevolazione che peraltro è eliminata dalla riforma fiscale».
 

Strage di Mosca. La Russia: sono stati Ucraina e Occidente 
La Russia ha accusato l'Ucraina e i suoi alleati occidentali di aver facilitato l'attentato contro una sala da concerto a Mosca in cui sono morte 139 persone, nonostante il gruppo jihadista dello Stato islamico abbia rivendicato il massacro. Alexander Bortnikov, capo dell'FSB, il servizio di sicurezza russo, ha dichiarato che sebbene non sia ancora chiaro chi abbia ordinato l'attacco, gli assalitori stavano pianificando di andare in Ucraina e lì sarebbero stati "accolti come eroi". 

«Pensiamo che l'azione sia stata preparata da islamisti radicali e che, naturalmente, sia stata facilitata da servizi speciali occidentali e che i servizi speciali ucraini siano direttamente coinvolti», ha dichiarato Bortnikov, citato dall'agenzia di stampa Ria Novosti. «Certo, è stata l'Ucraina», ha dichiarato Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, ai media locali, consultato sul fatto che il responsabile dell'attacco di venerdì fosse Kiev o i jihadisti dello Stato islamico. Il Presidente bielorusso, alleato del Cremlino, ha contraddetto la versione di Mosca dicendo che gli assalitori hanno cercato per primi di fuggire nel loro paese, ma non hanno potuto farlo perché scoraggiati dai controlli alle frontiere. «Ecco perché non potevano entrare in Bielorussia. L'hanno visto. Ecco perché si sono girati e sono andati alla sezione del confine russo-ucraino», ha detto Alexander Lukashenko. Il Cremlino ha espresso la sua fiducia nelle agenzie di sicurezza russe, anche se nel Paese sono sorti dubbi su come non siano riusciti a sventare l'attentato nonostante gli avvertimenti pubblici e privati degli Stati Uniti. Bortnikov in particolare ha puntato il dito contro Usa e Gran Bretagna. Alla domanda se fossero coinvolti gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Ucraina, ha risposto: «Penso che sia così». Anche se, ha aggiunto, «lo sponsor non è stato ancora identificato». Un'ipotesi contraddetta dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko, stretto alleato della Russia, che ha affermato che gli aggressori avevano inizialmente tentato di fuggire nel suo paese. «Non sono riusciti a entrare in Bielorussia. Hanno visto questo e quindi hanno cambiato rotta e si sono diretti verso il confine russo-ucraino», ha detto.

 

Baltimora: sei operai ancora dispersi, per l'azienda sono "presumibilmente morti"
Le sei persone ancora disperse dopo il crollo del ponte Francis Scott Key a Baltimora, sei operai dell'azienda Brawner Builders, sarebbero presumibilmente morte. Lo ha detto Jeffrey Pritzker, vicepresidente esecutivo della società, all'emittente Nbc News. Le dichiarazioni sono arrivate mentre sono ancora in corso le operazioni di ricerca e soccorso dei dispersi, dopo che il ponte è crollato a seguito della collisione con una nave portacontainer che ha perso il controllo mentre lasciava il porto della città. La Guardia costiera al momento non ha pubblicato un annuncio sullo stato delle ricerche.