Telemeloni

Il governo Meloni ha cancellato la par condicio: chi comanda potrà parlare quanto vuole

di Simone Alliva   10 aprile 2024

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Nnostante le polemiche della vigilia, la maggioranza vota in Commissione di Vigilanza il nuovo regolamento in vista delle Europee. «Si sancisce l’occupazione del governo e della stessa maggioranza degli spazi televisivi Rai»

Le nuove regole di Tele Meloni sulla par condicio vengono approvate nella notte. L'ok arriva quando manca poco alla mezzanotte. La commissione di Vigilanza Rai a maggioranza si vota da sola l’assalto alla propaganda in vista delle elezioni europee, con il voto contrario di tutte le opposizioni. 

 

A scatenare le polemiche è l'approvazione di un emendamento di maggioranza sull'informazione governativa, che viene riformulato e prevede che per "i programmi di approfondimento informativo" l'applicazione della par condicio "faccia in ogni caso salvo il principio e la necessità di garantire ai cittadini il diritto a una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative". Quindi, per fare solo un esempio, non si applicheranno a Giorgia Meloni che nelle vesti di Presidente del Consiglio viene intervistata sulla riforma del premierato o a Matteo Salvini che commenta il nuovo codice della strada svestendo i panni da leader della Lega e presentandosi come ministro delle Infrastrutture. La maggioranza ha anche approvato, con il no dell'opposizione, un emendamento secondo cui le dirette dei comizi elettorali devono essere preceduti da una sigla per distinguerli dalle edizioni dei tg.

 

"Un grave strappo" lo definisce il Pd, secondo il quale "non c'è stata nessuna volontà da parte della maggioranza di trovare una mediazione possibile" ma solo la volontà di comprimere la voce dell'opposizione e allargare quella della maggioranza utilizzando il governo evitandolo di conteggiare". «La maggioranza dilaga e la minoranza costretta al poco che rimane. La destra ha stracciato le regole della par condicio televisiva: ora potranno imperversare in tutte le reti vestendo una volta il ruolo di governo e una volta quello di maggioranza. Così solo in Ungheria». Scrive su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera sul voto di ieri sera in commissione parlamentare di vigilanza. Il centrodestra «sancisce l'occupazione del governo e della stessa maggioranza degli spazi televisivi Rai», rincara la dose il deputato Angelo Bonelli di Avs, mentre per il M5S la maggioranza «stravolge la delibera azzoppando i presidi della Par condicio». 

Un altro emendamento, viene invece approvato con il voto favorevole anche delle opposizioni, che riguarda "i programmi di informazione" (ovvero prevalentemente i telegiornali), dove "i rappresentanti delle istituzioni partecipano secondo le regole stabilite dalla legge n. 28 del 2000 e n. 515 del 1993 per tutti i candidati e gli esponenti politici, salvo intervengano su materie inerenti all'esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali svolte". Con una riformulazione che ricalca - viene spiegato - una delibera del 2019, approvata all'epoca del governo Conte.

 

Per quanto riguarda gli altri punti sensibili della delibera, rimane in piedi il criterio delle fasce orarie delle trasmissioni nel conteggio del tempo spettante alle forze politiche, mentre è stato bocciato l'emendamento della deputata di Iv Maria Elena Boschi per estendere le limitazioni della Par condicio anche a giornalisti e opinionisti. Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi, il sindacato nazionale dei giornalisti aveva così commentato alla vigilia del voto: «Ormai siamo a un passo dall'Eiar: il passaggio definitivo dal servizio pubblico a quello di Stato e di governo. A questo esecutivo non basta aver occupato in Rai tutto l’occupabile, ora si lavora anche a norme per piegare la par condicio alla propaganda di governo».