Il caso

Paolo Corsini, direttore Rai tra nazi-rock e Mussolini. E l'uomo ombra dietro il caso Scurati ora rischia il posto

di Simone Alliva   22 aprile 2024

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Dall'attacco a Elly Schlein mentre si definisce "noi" quando parla della dirigenza di Fratelli d'Italia ai post che inneggiano al Ventennio. La sua passione per l'estrema destra non è una novità. Ma l'eccesso di zelo nel censurare il vincitore dello Strega potrebbe costargli caro

L'ombra dietro lo stop al monologo dello scrittore Antonio Scurati sul 25 aprile è quella di Paolo Corsini, responsabile Approfondimenti della Rai, una passione dichiarata per il Ventennio e per il partito di Giorgia Meloni. Sul caso finito al centro del dibattito politico, tra le accuse di censura lanciate dall'opposizione e le richieste di chiarimento sul presunto compenso da 1.800 euro chiesto dall'autore premio Strega, Corsini ha provato a metterci un pezza: «Nessuna censura», ha scritto in una nota. Sarebbe stata solo una questione di soldi, per l'esattezza «di cifre più elevate di quelle previste» e di altri incagli burocratici. Tentativo maldestro e prontamente smentito da Repubblica che ha pubblicato la lettera con cui è stato annullato il contratto: «motivi editoriali», si legge nella comunicazione interna, e non economici. Fonti interne all'azienda confermano: Corsini ha letto il contenuto del monologo che sarebbe dovuto andare in onda sul programma Rai3 "Che sarà" di Serena Bortone e ha cercato la strategia per evitare la messa in onda. Il taglio del compenso è stato solo un pretesto.

 

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Nato il 29 giugno 1968 a Rimini ma smaccatamente romano nella cadenza e nei modi, Corsini lavora in Rai da quasi una vita (per l'esattezza dal 1996), dove ha ricoperto diversi incarichi: responsabile della Redazione Telegiornali di Rai Parlamento e Segretario di Redazione di Gr Parlamento. Una passione per la radio che lo ha portato anche a insegnare “Tecniche di giornalismo Radiofonico” al master in giornalismo dell’Università Lumsa. Ma non l'unica: il ventennio, Mussolini, il nazirock. Sedotto da fasci romani e dal duce, il direttore e professore riempie i propri social di citazioni e riferimenti. Nel 2016, come riporta Alekos Prete su Twitter, partecipa al concerto dei 270 bis, tra croci celtiche, saluti romani e tricolori.

Proprio in questa occasione un ancora poco conosciuto Marcello De Angelis (ex terrorista nero, cognato dell'ex Nar Luigi Ciavardini e portavoce dimissionario della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca), cantò Claretta e Ben, brano dedicato a Benito Mussolini e Claretta Petacci.  «Io ho il cuore nero, e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero» recita il ritornello. «Grazie per le emozioni» scrive Corsini. 

 

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Alla Rai, già una polveriera di malumori per essere diventata Telemeloni, tra servizi tg da Istituto Luce e talk da reggimicrofono, negli ultimi mesi il direttore degli Approfondimenti era già riuscito a distinguersi con una performance inequivocabile. Chiamato ad Atreju, la festa di Fratelli d'Italia, per moderare un dibattito, nel corso del suo intervento Corsini ha attaccato la segretaria del Pd, Elly Schlein, senza nominarla ma dicendo: «Nelle edizioni passate abbiamo visto Bertinotti, Veltroni, D'Alema, Conte... Quest'anno il confronto ce l'abbiamo ma qualcuno ha preferito rifiutare, forse perché nell'era dei social è più facile cercare un po' di like, ma a dibattere nel merito hanno preferito occuparsi di come vestirsi o di che colore utilizzare piuttosto che confrontarsi». Corsini ha anche usato più volte il pronome "noi" riferendosi ai dirigenti di Fdi, il partito della premier Giorgia Meloni che organizza la convention. Saldo al suo posto, al militante giornalista non era stato chiesto alcun passo indietro. Fino a oggi. Secondo quanto riporta il sito Dagospia, Paolo Corsini, verrà sostituito prima del 25 aprile, su pressione di Giorgia Meloni. Un cambio, non di rotta, il posto potrebbe essere affidato alla leghista Angela Mariella.