La Camera ha respinto la mozione di sfiducia al ministro del Turismo Daniela Santanché presentata da Francesco Silvestri (M5s) e altri e appoggiata da tutte le opposizioni, tranne Italia Viva. Presenti in Aula 337 deputati, di cui hanno espresso voto 334, i "sì" alla sfiducia raccolti sono stati 121, mentre i "no" 213. Voto prevedibile, come quello che il giorno prima ha salvato il ministro dei trasporti e Infrastrutture Matteo Salvini. E molti altri prima di lui. Nella storia del Parlamento solo Filippo Mancuso, nel 1995, cadde sotto i colpi di una sfiducia ad personam.
Non hanno risposto alla chiama per la mozione diversi esponenti del centrodestra tra cui Marta Fascina, che invece ieri era venuta per la mozione si sfiducia a Matteo Salvini, Antonio Angelucci, anche lui presente per il vicepremier e Giulio Tremonti, che invece è risultato assente in entrambe le votazioni. Gli esponenti di +Europa non hanno preso parte al voto nonostante uno di loro, Benedetto Della Vedova, fosse presente nell'emiciclo e svolgesse la funzione di segretario d'Aula chiamando uno ad uno i deputati a votare sotto lo scranno presidenziale. I parlamentari di Italia Viva, come Maria Elena Boschi, hanno invece votato contro la mozione di sfiducia presentata dal M5S. Enrico Costa di Azione è risultato assente in entrambe i voti.
La ministra Santanchè non era presente alla votazione. «Non sono andata alla Camera stamattina perché ho da fare. Perché per il turismo c'è da fare molto in Italia». ha risposto ai cronisti dal Museo di Pietrarsa (Napoli) presente per un evento sul turismo sostenibile. «Dovrebbero pensare loro quando potevano fare molto per il turismo, invece in questa nazione poco si è fatto - ha aggiunto il ministro -, questo governo sta lavorando e stiamo lavorando per il turismo che per quanto mi riguarda deve diventare la prima industria di questa nazione, il lavoro è da fare tanto e bisogna assolutamente lavorare. Poi se c'è chi vuole perdere tempo», ha concluso Santanchè.
«Meloni e soci votano per salvare la ministra Santanché dalla mozione di sfiducia nonostante pesanti contestazioni, fra cui quella per truffa sui fondi Covid che abbiamo stanziato per aiutare imprese e lavoratori in pandemia, mentre Meloni batteva i pugni in Aula. La ministra non si è nemmeno presentata in Parlamento durante la discussione. Poteva quantomeno presenziare, se mai nascondendo la testa sotto la giacca come fa Meloni» è stato il commento rilasciato su Facebook dal il leader del M5s Giuseppe Conte.