Il caso

Tele Meloni senza limiti: la Destra vuole eliminare la par condicio per i membri del governo

di Simone Alliva   8 aprile 2024

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Grazie agli emendamenti proposti dalla maggioranza, gli esponenti dell'esecutivo non saranno soggetti ad alcuna restrizione neanche in prossimità delle elezioni e i comizi dei leader potranno essere trasmessi interamente. «Ormai siamo a un passo dall’Eiar» protesta il sindacato dei giornalisti

La par condicio, la parità di trattamento tv, che dovrebbe essere riservata ai contendenti della campagna elettorale per le Europee si aggiorna allo spirito del tempo di TeleMeloni. Per capirlo basta scorrere una serie di emendamenti alla delibera in commissione di Vigilanza Rai, voto previsto per domani, che favorirebbe i partiti di governo. 

 

In sintesi: Fratelli d’Italia chiede che non sia utilizzato un criterio qualitativo andando a beneficio di Giorgia Meloni, la Lega chiede che gli esponenti di governo che parlano di questioni istituzionali non siano soggetti alle regole e i comizi dei leader potranno essere trasmessi da Rai News senza dover rispettare le norme. La sintesi più "gentile" è di Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi, il sindacato nazionale dei giornalisti: «Ormai siamo a un passo dall'Eiar: il passaggio definitivo dal servizio pubblico a quello di Stato e di governo. A questo esecutivo non basta aver occupato in Rai tutto l’occupabile, ora si lavora anche a norme per piegare la par condicio alla propaganda di governo».

 

Come? L’emendamento 4.13 prevede che i programmi di approfondimento siano tenuti a “garantire la più ampia possibilità di espressione” fatto salvo “il principio della notiziabilità giornalistica”, ma soprattutto “la necessità di garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative”. Quindi, per fare solo un esempio, non si applicheranno a Giorgia Meloni che nelle vesti di Presidente del Consiglio viene intervistata sulla riforma del premierato o a Matteo Salvini che commenta il nuovo codice della strada svestendo i panni da leader della Lega e presentandosi come ministro dell Infrastrutture. 

 

Mentre il 4.8, definito il “salva-Petrecca”, consente a Rai News di mandare in diretta comizi elettorali “considerati, con sigla apposita, distinti dalle edizioni dei tg della testata”. Proprio il direttore Paolo Petrecca era stato convocato in Vigilanza per aver trasmesso interi comizi di Fratelli d'Italia con la presidente del Consiglio a ruota libera. «Così la nostra testata diventerebbe il megafono dei leader di governo: quella che si era delineata come una preoccupante deriva diventerebbe una realtà istituzionalizzata», sottolinea il cdr di Rai News. «Se i comizi in diretta non li trasmette Rai News, chi mai dovrebbe trasmetterli? È chiaro che faremo finestre su tutti i leader», è stata la risposta di Francesco Palese, segretario del sindacato di destra Unirai e cronista di Rainews.

 

Chiaro ma indigeribile per i capigruppo d'opposizione in vigilanza Rai che, in una nota, commentano così alla vigilia del voto: «Il contenuto del pacchetto di modifiche alla delibera sulla par condicio proposto da Palazzo Chigi per mano dei deputati di Fdi è irricevibile perché distorce il senso stesso della par condicio a uso e consumo di Giorgia Meloni e della sua maggioranza e vuole dare una 'impunità' preventiva a chi la viola. La maggioranza vuole generare una bolla nel sistema dell'informazione dove poter mascherare come istituzionali le posizioni politiche degli esponenti di governo. È una proposta inaccettabile, un modo subdolo per ribaltare le normali regole democratiche e creare un forte sbilanciamento a favore dei partiti di governo. Invece di perdere tempo a cercare modi per dribblare le regole e irreggimentare l'informazione, il governo si attenga alla legge e non faccia proposte illiberali». La nota è firmata da Stefano Graziano (Pd), Dario Carotenuto (M5s), Maria Elena Boschi (Iv), Mariastella Gelmini (Azione), Angelo Bonelli e Peppe De Cristoforo (Avs).