Elezioni
Europee, Ilaria Salis eletta con una valanga di voti. Ecco cosa succede adesso
La 39enne, ancora agli arresti domiciliari in Ungheria, traina Verdi Sinistra con 176 mila voti. Un risultato storico per l’alleanza rosso-verde che raggiunge il 6.68 per cento
Già si parla di «effetto Salis». I festeggiamenti nella sede del comitato elettorale di Avs, nel quartiere Ostiense di Roma, sono iniziati domenica sera. Perché scheda dopo scheda era sempre più evidente: Ilaria Salis è prima in entrambe le circoscrizioni in cui era candidata. Tra quella Nord-Occidentale e le Isole l’attivista - ancora ai domiciliari a Budapest - raccoglie 176 mila voti, trainando l’alleanza rosso-verde verso un risultato storico. Il gruppo sfiora il 7 per cento, arrivando oltre la soglia di sbarramento per accedere all’Europarlamento, fissata al 4 per cento. Salis potrebbe essere liberata nelle prossime settimane, quando sarà ufficialmente proclamata eletta.
«Ilaria bisogna portarla a casa. Mi ha chiamato 15 volte da stamattina. Freme», racconta il padre Roberto Salis. «Poteva fare un'altra scelta, ma ha preferito osare e combattere per un ideale. Ha preso 170 mila preferenze, 120 mila nel nord Ovest. E 50 mila in Sardegna e nelle Isole, più di Vannacci».
Dopo un anno di carcere, ora le cose per Ilaria Salis potrebbero cambiare. L'insegnante originaria di Monza in Ungheria è stata accusata di aver partecipato all’aggressione di alcuni militanti di estrema destra. E poi arrestata l’11 febbraio 2023. Dopo le foto diventate virali del processo, in cui è stata portata in aula in catene, e le diverse richieste negate per i domiciliari - poi concessi dopo quindici mesi - arriva la candidatura alle elezioni europee. Tanto contestata quanto - stando alle preferenze degli elettori - apprezzata.
Ora, secondo l’articolo 9 del Protocollo 7 sui privilegi e le immunità dell’Unione europea, Ilaria Salis potrebbe essere liberata. Secondo il protocollo infatti i membri dell’Europarlamento «beneficiano, sul territorio nazionale, delle immunità riconosciute ai membri del Parlamento del loro Stato» e «non possono, sul territorio di ogni altro Stato membro, essere detenuti né essere oggetto di procedimenti giudiziari». Questo però non annullerà le accuse nei confronti dell’attivista 39enne, che sono di lesioni personali e di appartenere all'organizzazione antifascista “Hammerbande”. A intralciare la liberazione di Ilaria Salis potrebbe essere il giudice ungherese. Infatti, c’è la possibilità che possa chiedere all’Europarlamento di avviare la procedura per la revoca dell’immunità. Aprendo così un contenzioso tra Budapest e l’istituzione.
«Mi ha detto che il suo avvocato ungherese ha parlato con il giudice, che è informato della conquista del seggio. E ha detto che in questo momento ha già contattato il ministero degli Esteri ungherese perché ha bisogno di un pezzo di carta che attesti questo risultato alle elezioni», spiega lunedì mattina Roberto Salis. «Con questo pezzo di carta il giudice emetterà una sentenza per la concessione dell'immunità e bloccherà il processo. Adesso è solo un processo burocratico. Spero che adesso le Istituzioni italiane mostrino l'autorevolezza che merita un Paese come l'Italia».
«Ma davvero? Sono emozionata, è una notizia straordinaria. Sono pronta a cominciare e a lottare», ha commentato a caldo la candidata domenica notte, mentre era al telefono con il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. «Si tratta di un risultato straordinario per noi, che si inserisce in un quadro dell’Europa molto preoccupante», ha aggiunto il leader.
Nel comitato elettorale c’era anche Roberto Salis: «Mi dicono che è fatta». Adesso, «sarà il momento di capire come le istituzioni italiane si adopereranno per far sì che finalmente la volontà dei cittadini italiani sia rispettata come si deve». E quando gli viene domandato se la neo europarlamentare tornerà in Italia, la risposta è che «bisogna chiederlo al ministro Tajani».
Nel frattempo in Ungheria lo strapotere del premier Viktor Orban ha una battuta d'arresto. Fidesz, il suo partito, si è piazzato primo con il 43.7 per cento dei voti, ma in calo di circa otto punti rispetto a cinque anni fa. E, secondo le proiezioni, perderà due seggi rispetto al 2019. Tisza invece, la compagine con a capo l’ex consigliere di Orban Peter Magyar, si è attestato al 31.07 per cento, ottenendo sette seggi al Parlamento. «Il risultato che abbiamo ottenuto mostra che Orban si può battere, che lo strapotere del Fidesz è finito», ha commentato lo sfidante di Orban. «Gli ungheresi sono stufi della corruzione, delle bugie e della sua propaganda».