Le città più grandi chiamate al voto restano o passano al centrosinistra. Il centrodestra vicino a conquistare Lecce e Rovigo. Male i dati sul numero di persone andate a votare

La segretaria del Pd, Elly Schlein, festeggia. Il centrosinistra va verso la vittoria in tutti i sei comuni capoluogo di regione al voto in questa tornata amministrativa. Al primo turno c'è stata la vittoria a Cagliari strappata al centrodestra con Massimo Zedda. Nei ballottaggi il centrosinistra conferma Bari con Vito Leccese e Firenze con Sara Funaro. Vengono strappate al centrodestra Potenza con Vincenzo Telesca, quasi una 'rivincita' dopo le regionali in Basilicata, e Perugia con Vittoria Ferdinandi. Un risultato, quest'ultimo, ritenuto decisivo dal Pd in vista delle regionali in Umbria in autunno dove i dem corrono per riconquistare la regione attualmente guidata da una presidente leghista. Si conferma anche Cremona dove Andrea Virgilio diventa il nuovo sindaco. Al termine dello scrutinio di 76 sezioni su 76 al secondo turno, il candidato del centrosinistra si è imposto per appena 191 voti, con il 50,37% su Alessandro Portesani del centrodestra al 49,63%. Strappa inoltre al M5s il sindaco di Campobasso. Maria Luisa Forte (centrosinistra) ha ottenuto il 50,97%; Aldo De Benedittis (centrodestra) il 49,03%. Mentre, tra gli altri capoluoghi al voto, Lecce e Rovigo passano al centrodestra. Adriana Poli Bortone del centrodestra è la nuova sindaca di Lecce. Ha battuto di misura il sindaco uscente del centrosinistra Carlo Salvemini con una percentuale non ancora definitiva (93 sezioni su 102) del 50,52%. A Rovigo vince  la candidata di centrodestra, Valeria Cittadin.

 

La prima donna sindaca di Firenze 
Funaro ha dovuto spendere alcuni minuti per riuscire a frenare le grida di esultanza dei suoi collaboratori e sostenitori, per potersi collegare in diretta con siti e televisioni per quello che è stato il suo primo discorso da sindaca, da prima sindaca donna, di Firenze. Oltre a "sindaca! sindaca! E al rituale "popopopopopo", cantato a pieni polmoni anche dal sindaco uscente Dario Nardella, i supporter hanno lanciato questo coro all'indirizzo di Eike Schmidt, il candidato del centrodestra sconfitto al ballottaggio "tornatene a Capodimonte", riferendosi al suo ruolo di direttore del museo di Napoli. 

 

Sara Funaro. Classe 1976, nipote 'd'arte' di Piero Bargellini, il 'sindaco dell'alluvione': era alla guida di Palazzo Vecchio quando le acque dell'Arno invasero la città il 4 novembre 1966. Sara Funaro vanta una lunga esperienza in Comune, avendo fatto parte delle giunte di Dario Nardella in entrambi i mandati del primo cittadino uscente. In quella appena passata ha ricoperto il ruolo di assessora a educazione, welfare e immigrazione. Nel primo mandato Nardella aveva le deleghe a welfare e sanità, casa, pari opportunità, accoglienza e integrazione. Laureata in psicologia a Firenze, si è specializzata in psicoterapia con un corso quadriennale in psicologia clinica. Funaro ha svolto un corso di perfezionamento in psicoterapia fenomenologica all'Università di Urbino e ha frequentato un master di etnopsichiatria con docenti del Centre Devereux di Parigi. Negli anni ha lavorato come psicoterapeuta clinica, come formatrice del personale e come supervisore di realtà che lavoravano con persone provenienti da situazioni traumatiche, in particolar modo situazioni migratorie. Per Funaro una delle priorità è sempre stata l'attenzione al sociale: ha iniziato a fare la volontaria da adolescente con ragazze e ragazzi disabili, ha continuato lavorando come operatrice con i minori, nella salute mentale e nelle dipendenze. Nel suo percorso anche un'esperienza in Brasile, a Salvador Bahia, dove la neo sindaca lavorò con i bambini di strada e presso le comunità psichiatriche. Indicata come candidata dal Pd, senza passare dalle primarie, alle comunali di quest'anno è stata appoggiata oltre che dai Dem, da Avs, Azione, Più Europa, Centro, Anima Firenze e dalla lista 'Sara Funaro sindaca'.

 

L'affluenza crolla ovunque
Secondo i dati del Viminale l'affluenza è arrivata al 47,71 per cento. Le elezioni hanno riguardato 3.586 sezioni presenti nei 102 comuni italiani. Al primo turno l'affluenza era stata del 62,92 per cento. Nel sistema non è però compresa la Sicilia. Un dato inferiore rispetto al primo turno, quando era stata del 62,83 per cento. Firenze raggiunge lo stesso dato nazionale, 47,75 per cento. A Bari, invece, 40,20 per cento. A Perugia uno dei più alti in Italia, 58,28 di affluenza. A Campobasso 49,64 e Potenza 54,51. Oltre ai capoluoghi regionali si è votato in altri grandi centri. Ad Avellino il dato dell'affluenza nel ballottaggio è stato il 55,17 per cento; a Caserta invece è stato del 40,17. affluenza in calo a Caltanissetta, dove si fatto registrare il 36,64 per cento. La città è l'unico capoluogo di provincia al voto in Sicilia. A Cremona c'è stata una affluenza del 46,54 per cento. Con un calo considerevole rispetto al primo turno quando erano andati alle urne il 58,74 per cento degli aventi diritto. A Lecce affluenza al 59,26; Rovigo, 47,54; a Vercelli, 42,05; Vibo Valentia, 45,71.