Fascismi
Ancora una volta un giornalista è stato aggredito dai neofascisti di CasaPound
Le violenze, immortalate anche da un video, contro il cronista della Stampa Andrea Joly trascinato a terra e poi preso a calci. Già identificati due dei presunti autori del pestaggio. E intanto il gruppo di estrema destra provoca e lo invita a un dibattito "sulla violenza politica"
Un'aggressione in piena regola, in mezzo alla strada, a Torino, con tanto di calci e pugni. Ad averla subita è il giornalista de La Stampa, Andrea Joly, davanti al locale chiamato 'L'Asso di Bastoni'. Un circolo solitamente frequentato da esponenti di estrema destra, in cui si stavano festeggiando i 16 anni dall'apertura. I video diffusi sui social e che sono poi arrivati agli inquirenti consentendo di identificare subito due affiliati di Casa Pound, sono piuttosto eloquenti.
Prima, si vede un gruppo di persone che fuori dal locale intona inni al Duce e si abbandona a foto di gruppo tra saluti romani, fumogeni e fuochi d'artificio. Poi, un gruppo più piccolo che attacca un giovane in bermuda e sneaker al quale si tenta di strappare il cellulare, dopo averlo preso a pugni e a calci. "Sono tutti contro uno!" grida una bambina dalla finestra dove evidentemente c'è qualcuno che riprende la scena. E l'aggressione dura un bel po'. C'è chi tiene il giovane per i capelli e lo stringe al collo e chi lo strattona e lo butta a terra. Alla fine, Andrea Joly riesce a liberarsi e ad andare in ospedale a farsi medicare. Voleva documentare la festa che durava da ore e che aveva già attirato l'attenzione dei vicini per la musica, i bengala, le luci e i fuochi d'artificio. Ma quando si è avvicinato, è il suo racconto, gli hanno subito chiesto: "Sei dei nostri?". E al rifiuto di consegnare il telefonino, sono partiti calci e pugni. Quando la notizia è finita sui siti di quasi tutti i media italiani, i responsabili del circolo 'Asso di Bastoni' sulle prime hanno provato a dire che era stato Joly ad "averli spintonati". Ma i video poi hanno inchiodato tutti alla verità. La polizia ha identificato due volti noti di CasaPound Torino. Si tratta di un 45enne e un 53enne, riconosciuti nel pomeriggio di ieri anche dalla vittima dell'aggressione. Sono stati denunciati per violenza privata, lesioni personali con l'aggravante del reato commesso "per agevolare l'attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi" che abbiano tra i loro scopi la "discriminazione o l'odio etnico, nazionale, razziale o religioso". Entrambi gli identificati avrebbero precedenti legati alla loro attività politica.
I primi a condannare sono stati il sindaco di Torino Stefano Lo Russo che ha parlato di gesto "vile e intollerabile" e il presidente del Piemonte Alberto Cirio che ha definito "inaccettabile" la violenza subita dal cronista. Poi si è alzata la protesta delle opposizioni con la segretaria Pd Elly Schlein che si è detta "preoccupata" per il "clima di impunità" che ormai si respira in Italia visto che le organizzazioni "neofasciste" nonostante gli episodi di "violenza" non vengono sciolte e con il leader del M5S Giuseppe Conte che ha chiesto l'intervento del Governo contro "l'attacco squadrista". E il governo interviene, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che "condanna con fermezza" l'"atto di violenza" augurandosi che "i responsabili siano individuati il più rapidamente possibile". "Ho chiesto al ministro Piantedosi di essere aggiornata sugli sviluppi del caso", dichiara, mentre il responsabile del Viminale, dopo aver ringraziato la Questura di Torino per "aver identificato subito" "due individui fortemente sospettati" assicura che con l'attuale "Governo, non ci sarà mai spazio per la violenza di qualsiasi matrice, soprattutto se perpetrata con finalità discriminatorie o ai danni di soggetti fragili o di chi svolge particolari e fondamentali funzioni".
Anche i presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, così come molti altri esponenti di centrodestra, dai capigruppo di FdI, Tommaso Foti e Lucio Malan, ai ministri della Cultura Gennaro Sangiuliano e dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, esprimono "solidarietà" a Joly, condannano il "gravissimo episodio" e chiedono rispetto per la "libertà di stampa". Ma "a destra - osserva il leader di Avs Nicola Fratoianni - hanno timore nell'usare la parolina 'fascisti'", "non la pronunciano mai". L'unico del governo a parlare di "estremisti di destra" è il vicepremier Antonio Tajani che punta il dito contro la "troppa violenza" che c'è in Italia "contro chi non la pensa come te". Il resto dell'opposizione, come Marco Grimaldi di Avs, il segretario di Azione Carlo Calenda e l'Anpi, chiedono che vengano sciolte le "organizzazioni fasciste nel merito e nel metodo come CasaPound". La deputata di Iv Maria Elena Boschi annuncia interrogazioni a Piantedosi dicendo che "le istituzioni hanno il dovere di reagire". "L'Italia non è più un Paese sicuro", dichiara il Verde Angelo Bonelli.
Anche CasaPound Italia ha commentato la vicenda: ''Invitiamo pubblicamente il giornalista Andrea Joly a un dibattito sulla violenza politica durante la nostra festa nazionale, 'Direzione Rivoluzione', dal 5 all'8 settembre a Grosseto. Se Joly non cerca solo visibilità ma vuole esprimere le sue opinioni sul nostro movimento, lo invitiamo a farlo direttamente con noi, presentandosi a una festa qualificandosi e senza filmare di nascosto anche i minori presenti. In questi anni, le nostre porte sono sempre state aperte per dibattiti con giornalisti noti come Mentana, Formigli e Sansonetti'', e continuano: ''Invitiamo anche Ilaria Salis che nessuno ha minacciato ma che confermiamo di ritenere miserabile per agguati armati di martello contro avversari politici''.